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Processo AIM, anche l'ex consigliere Tricarico tira in ballo Dario Vianello

Di Redazione VicenzaPiù Lunedi 5 Marzo 2012 alle 09:21 | 0 commenti

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Dopo l’esposto di Gianni Giglioli, l’attuale direttore generale chiamato in causa anche nel procedimento civilistico

Di Ubaldo Alifuoco, da VicenzaPiù n. 229 in distribuzione

Premessa

Per le note vicende legate alla gestione di AIM durante la presidenza di Giuseppe Rossi, l’indagine della Procura non ha rilevato responsabilità penali a carico degli altri ex membri del Cda aziendale i quali, però, sono citati in giudizio per danni patrimoniali dalla Società AIM SpA.

In estrema sintesi la vicenda gira attorno ad un accordo stipulato tra AIM ed Ecoveneta per la gestione di rifiuti tossici e nocivi nella piattaforma di Marghera, di proprietà della società Servizi Costieri. Nasce così la newco denominata AIMECO (AIM + ECOveneta) posseduta dalle due società con quote del 50 per cento l’una. Successivamente, AIM acquista anche la quota del 50 per cento posseduta da Ecoveneta dentro AIMECO. Da quanto si legge nel documento che più avanti esamineremo, l’operazione di AIM è fatta con la prospettiva di vendere tutto o parte del pacchetto azionario a terzi, con la speranza di ricavarne un vantaggio economico considerevole. Accade però che l’impianto per lo smaltimento viene sequestrato su ordine dell’autorità giudiziaria a seguito di indagini sull’illecito smaltimento di rifiuti. AIM quindi si ritrova con un impianto inutilizzabile e con costi di gestione della società.

Nell’ambito della causa promossa da AIM contro gli ex amministratori, i consiglieri hanno predisposto le memorie per la propria comparsa. Qui riassumiamo e commentiamo quella del consigliere Giuliano Tricarico il quale inizia con l’affermare di non aver seguito la problematica in questione non avendo deleghe specifiche. Inoltre, ricorda di essere stato in carica nel periodo 13 settembre 2004 – 23 aprile 2007, mentre gran pare delle decisioni relative ai fatti sono antecedenti o successive alla sua permanenza in consiglio.

 

La memoria presentata dall’ex consigliere Tricarico

 

La lettura della memoria di Tricarico per la “comparsa di costituzione” è interessante sotto molti punti di vista. Prima di tutto, non vi è una confutazione dei fatti in oggetto ma vi è una precisazione sui comportamenti di alcuni protagonisti: i singoli consiglieri di amministrazione, il direttore generale, il consulente esterno. Tricarico mette in evidenza, attraverso l’esame delle specifiche deliberazioni, che ogni decisione del Cda di AIM SpA relativa all’investimento di Marghera è stata assunta dopo una accurata discussione e sulla base delle informazioni presentate dal direttore generale e dei pareri del consulente esterno.

Con tali informazioni e pareri, spiega Tricarico, l’investimento di AIM in AIMECO (con tutto ciò che ha ruotato attorno a tale operazione) appariva come assolutamente legittimo e conveniente per la Società comunale vicentina.

Le tre deliberazioni citate sono le seguenti.

 

Deliberazione del 06.12.2005         Acquisizione di AIMECO

Nella deliberazione venne deciso di esercitare l’opzione sul 50 per cento del capitale AIMECO posseduto da Ecoveneta, in modo che AIM entrasse in possesso di tutto il capitale. Si decise anche di dare al consigliere Bordin mandato di cercare di vendere il 50 o il 100% di quel capitale a terzi, assicurando così il rientro dall’investimento con un eventuale surplus per AIM. Tricarico riferisce che il Cda aziendale assumeva le decisioni sulla base delle informazioni e dei giudizi positivi forniti dal presidente Rossi e dal direttore generale Vianello. Secondo costoro vi erano potenziali acquirenti disposti a pagare un prezzo più alto per quella società, garantendo quindi ad AIM una conclusione vantaggiosa dell’operazione.

 

Deliberazione del 29.12.2005         Valutazione finanziaria di AIMECO

La seduta servì per consentire ai membri del Cda di AIM un approfondimento di ogni aspetto riguardante l’operazione Marghera. Essa si svolse anche con la presenza del consulente esterno Dott. Giglioli e dell’Ing. Leoni.

Alle domande dei consiglieri furono date risposte che evidenziavano la positività dell’operazione e la convenienza per AIM. Secondo la memoria di Tricarico si discusse del fatto che la Maltauro (proprietaria di Ecoveneta) voleva uscire da AIMECO ed essere liquidata. Il Dott. Vianello informò dei vari incontri avuti con Servizi Costieri ed altri e della posizione della Maltauro. Pare di capire che il direttore generale suggerisse di esercitare l’opzione di acquisizione della quota in modo da assicurare ad AIM il possesso totale di AIMECO.

La posizione del presidente del Cda Rossi è illustrata con maggiore chiarezza. Rossi presentò la possibilità di acquisire la totalità del capitale per poi rivendere parte del capitale a un terzo privato (si cita la lettera di intenti con la Società Stabila). Secondo quanto riferiva Rossi al Cda, AIM avrebbe fatto un affare acquisendo il 100 per cento del capitale di AIMECO al costo di poco più di 5 milioni di euro, e poi avrebbe rivenduto il solo 49 per cento a 5 milioni, ricavandone un vantaggio notevole.

 

Su questo punto va ricordato che l’accordo con Stabila non si concretizzò. In quella fase si consumò un episodio che andrebbe bene chiarito. Rossi si dimise dalla presidenza di AIM per entrare nel Cda di Stabila. Poi, dopo una breve presidenza affidata al consigliere Silvio Fortuna, fu richiamato dal sindaco e ridiventò presidente di AIM. Il punto è vagamente ricordato da Tricarico che solleva anche il tema del conflitto di interessi di Rossi rispetto alla sua presenza nel Cda della società Stabila.

 

La memoria in questione, proprio per sottolineare che la valutazione dei consiglieri sull’operazione poggiava sulle relazioni tecniche, insiste sul fatto che tutto era stato seguito dal dirigente Dario Vianello, nominato direttore generale dal gennaio 2005. In conclusione, dopo aver illustrato questi passaggi, i legali di Tricarico chiedono la sospensione della causa in attesa che si definisca il processo penale in corso nei confronti dell’ex presidente ed altri per i quali la Procura vicentina ha richiesto il rinvio a giudizio.

 

Deliberazione del 10.01.2006         Parere del consulente esterno Dott. Giglioli, delega a Bruno Carta

Secondo la documentazione esaminata nella memoria Tricarico, in quella occasione fu illustrato al Cda i termini dell’accordo sottoscritto con Servizi Costieri il 30 dicembre 2005 e lo stesso Cda approvò l’acquisto del 50 per cento delle quote del capitale sociale di AIMECO cedute da Ecoveneta. La deliberazione, oltre a citare l’acquisizione del parere positivo del consulente esterno, riguarda poi la decisione di delegare il consigliere Bruno Carta a sottoscrivere l’atto notarile conseguente.

In sostanza, la linea dell’ex consigliere Tricarico è volta a dimostrare che la decisione di approvare l’operazione non fu “assunta superficialmente e con carenza di motivazioni” bensì supportata dalle relazioni dei tecnici.

 

 

 

Motivazioni dell’accordo con Ecoveneta e Servizi Costieri

 

Leggendo quanto riferisce l’ex consigliere Tricarico, si capisce che la decisione su tutta la vicenda dell’investimento AIM a Marghera non deve essere stato facile e che i dubbi serpeggiavano abbondantemente nell’ambito del Cda. A pag. 8 della memoria, ad esempio, viene citata la richiesta di chiarimenti avanzata dal consigliere Moscatelli, preoccupato che il coinvolgimento di Ecoveneta in una inchiesta del Corpo Forestale di Treviso per smaltimento di rifiuti possa comportare un coinvolgimento di AIM. Tricarico riferisce che il presidente Rossi rispose tranquillizzando tutti ed escludendo effetti negativi per AIM, e il direttore generale, presente alla riunione, non obiettò alcunché. A proposito di questo particolare, la memoria cita l’art. 2381 del c.c., ricordando che il presidente del Cda è tenuto a fornire accurate informazioni tecniche, e che per i consiglieri non vi era motivo di dubitare sulla correttezza delle stesse.

A pag. 13 della Memoria vi è un lungo richiamo alla motivazione con cui la Procura ha richiesto il rinvio a giudizio di Rossi e altri.  Anche questa corposa digressione è volta a presentare il quadro di lacunose informazioni dentro il quale i consiglieri di amministrazione di AIM erano indotti a prendere le decisioni. 

 

Tra l’altro, si cita il fatto che, prospettando al Cda l’accordo AIM-Ecoveneta per gestire rifiuti nella piattaforma di Marghera, non si era fatto emergere l’esistenza di una inchiesta a carico di Servizi Costieri. Si riferisce che il presidente Rossi sottoscrisse l’accordo con Ecoveneta, in data 26 maggio 2003, senza delega del suo Cda, per la costituzione di una newco che sarebbe subentrata nel contratto di affitto con Servizi Costieri.  Si citano inoltre altri passaggi del documento della Procura in cui si evidenzia che al Cda di AIM furono fornite informazioni incomplete dai soggetti per i quali è stato richiesto il rinvio a giudizio.

 

Proprio alla luce di tali fatti, Tricarico chiede la sospensione del procedimento che lo coinvolge in attesa della definizione della causa civile che contrappone AIM Bonifiche ad Ecoveneta (del 4.3.2009). Infatti, in quel procedimento AIM chiede l’annullamento per dolo del contratto stipulato in data 27.5.2003 con cui AIMECO subentrava nel contratto di affitto ad Ecovenenta.

 

In sostanza, secondo la memoria, il punto in discussione è così riassumibile: Ecovenenta era titolare di un contratto di affitto della piattaforma di Marghera per lo smaltimento dei rifiuti. Questa società, accortasi di avere in carico un problema (a causa dell’inchiesta in corso sull’illecito smaltimento) cercava di liberarsene facendo subentrare AIMECO (AIMECO derivava dall’unione di AIM ed ECOveneta, poi la quota Ecovenenta venne ceduta ad AIM che divenne infine AIM Bonifiche)

Si riferisce a pag. 17 della memoria che il giorno prima della sottoscrizione del contratto ci fu il sequestro del sito da parte dell’Autorità Giudiziaria, quindi AIMECO subentrava in una situazione di attività sospesa. L’illecito comportamento di Servizi Costieri, prima, e di Ecoveneta, poi, si esplicita con la sentenza del Tribunale di Venezia del 7.12.2008, dove si afferma che Ecoveneta aveva continuato l’illecita attività di smaltimento dei rifiuti già iniziata da Servizi Costieri. Tra l’altro, si riferisce che “oggetto di illecito smaltimento erano stati anche rifiuti provenienti da AIM a cui erano stati cambiati i codici …”

 

In sostanza, nell’evidente scopo di dimostrare la disinformazione volutamente creata su tali operazioni, il consigliere Tricarico sostiene che solo con quella sentenza di Venezia gli amministratori vennero a conoscenza delle attività illecite di AIMECO. Inoltre, a pag. 20 della memoria, si sottolinea il fatto che il Cda di AIM ha approvato le delibere in causa sempre confortato dal parere positivo espresso dal direttore generale Dario Vianello, sempre presente alle sedute.

 

In conclusione, come altri, questo è un punto importante da chiarire bene, anche sulla base del concetto di autonomia dei dirigenti nella gestione aziendale, e alla luce dei poteri ad essi attribuiti dallo Statuto e dalle deliberazioni societarie. Si aprono interrogativi precisi che riguardano i tecnici:

·        si sono mai espresse riserve sulle operazioni Marghera e seguenti?

·        si è mai informato il Cda che lo Statuto di AIM non prevedeva attività societarie legate ai rifiuti tossici e nocivi?

Su questi e altri punti, sia la memoria Tricarico sia quella del consulente Giglioli riferiscono che il direttore generale era sempre informato, e le delibere che man mano si predisponevano gli erano tutte mostrate.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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