Primo maggio senza lavoro: la situazione occupazione si aggrava
Venerdi 1 Maggio 2015 alle 11:46 | 0 commenti
Dalla vigilia del Primo Maggio, festa dei lavoratori, due notizie occupano le prime pagine dei giornali. Innanzitutto la fiducia chiesta dal governo su una legge elettorale come quella denominata “Italicumâ€. Fiducia ottenuta anche grazie al “prudente coraggio†di una sedicente sinistra del PD abituata a emettere qualche timido sussurro di dissenso e pronta a dare comunque e sempre la fiducia a un governo che rappresenta la minoranza del paese e che è sostenuto da una maggioranza parlamentare ottenuta grazie a norme elettorali dichiarate incostituzionali. Le stesse norme (premio di maggioranza e preferenze) ora riproposte con la legge elettorale in discussione.Â
La seconda notizia è quella relativa ai dati dell'ISTAT sulla disoccupazione di marzo di quest'anno. Sono dati che smentiscono gli annunci di una classe dirigente (parlamentare e imprenditoriale) che fa della propaganda l'unica maniera di governare il paese. I dati sono impietosi: in un mese i disoccupati sono stimati in 3.302.000 (un aumento mensile di 52.000 unità ) mentre gli occupati calano di circa 59.000 unità (sono, a marzo, circa 22.195.000). Il tasso di disoccupazione è del 13% (+0,2% rispetto a febbraio) mentre la disoccupazione giovanile si assesta su un drammatico 43,1% (+0,3% in un mese).
Nonostante ci dicano che la crisi sta passando (sono ormai anni che continuano a ripeterlo come in un mantra), i dati che si leggono dimostrano l'incapacità e l'inadeguatezza di un governo che, per rispondere alle richieste di confindustria (e il “jobs act†null'altro è che la traduzione in legge delle volontà confindustriali), non affronta la mancanza di lavoro che è il vero problema del paese. Ci vorrebbero misure decise per contrastare e sconfiggere la corruzione, l'evasione fiscale, la delocalizzazione. Ci vorrebbe un governo che con coraggio e determinazione intervenisse come “produttore†di lavoro e non come “elargitore†di denari a chi vuole soprattutto trarre il massimo profitto da una situazione disastrosa, cancellando i diritti dei lavoratori, abbattendo i salari e sfruttando il lavoro altrui.
E mentre l'Italia del lavoro va alla deriva il governo Renzi vuole stabilizzare il proprio potere e trasformare le regole democratiche fissate dalla Costituzione nata dalla Resistenza. Lo fa chiedendo continuamente la fiducia (ne sono state chieste fino ad oggi circa una quarantina, una ogni dieci giorni) a un parlamento ridotto a simulacro di se stesso, ben sapendo che nel paese non avrebbe un consenso tale da poter approvare le leggi che impone. In questa situazione di silenziosa trasformazione della democrazia in qualcosa d'altro, è grave che i “dissidenti del PD†comunque e sempre aiutino il governo a sopravvivere. Così, lasciando fare, si rendono complici di un impoverimento economico e politico che colpisce soprattutto chi è costretto a vivere del proprio lavoro. Il governo Renzi vuole creare una società divisa in ricchi (sempre più ricchi e potenti) e poveri (sempre più poveri e “invisibiliâ€). Una società dove i diritti spariscono e rimangono i privilegi di una casta minoritaria che può comandare a propria discrezione. È un odioso progetto oligarchico e antidemocratico che deve essere contrastato e fermato.Â
Non ci possono essere alibi per nessuno.
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