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Presidenti con portafoglio

Di Fabio Alberto Landi Mercoledi 2 Maggio 2012 alle 12:24 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 233

Quando si pensa ad una società sportiva, con un accezione positiva o negativa, è facile collegarla mentalmente ad un "patron". Nell'immaginario questa figura rappresenta, sia agli occhi del pubblico che a quelli degli addetti ai lavori, il vertice di una sorta di piramide aziendale, organizzata in maniera gerarchica. Come in qualsiasi società o associazione il presidente ne occupa, di norma, il gradino più alto. Tale posizione di leadering dovrebbe, di conseguenza, garantire a chi la detiene una concreta autonomia esecutiva e decisionale, in grado di orientare efficacemente le modalità di amministrazione della società cui si è posti a capo.

Il vulcanico Gaucci è stato presidente del Perugia nei primi anni 2000 ed ha portato la squadra marchigiana alla ribalta con i suoi acquisti esotici. Zamparini è l'attuale patron del Palermo, famoso per la facilità con cui liquida i propri allenatori. Abrahmovich è l'attuale presidente del Chelsea, noto per le sue spese folli in sede di calciomercato. Singoli individui posti al vertice di una società che, nel bene o nel male, ne hanno direttamente influenzato le sorti. D'altronde, come qualsiasi impresa, anche i club sportivi operano in un "mercato". Un mercato che, volendolo analizzare in termini economici, risulta decisamente mutevole e nel quale, per sopravvivere alla "concorrenza", c'è bisogno di una programmazione definita, stabile ed oculata. Nel campo sportivo, però, per poter considerare una gestione societaria come fruttuosa non bastano i guadagni: è necessario ottenere risultati, in termini di prestazioni e trofei, almeno proporzionali all'investimento effettuato ed ai costi di esercizio che ne derivano.
Nella provincia di Vicenza le realtà sportive di carattere professionistico che si possono ascrivere in questo segmento di mercato sono sostanzialmente tre: il Vicenza Calcio, il Bassano Virtus ed il Famila Basket Schio. Si tratta di tre società con radici, storia e novero molto differenti ma che al momento risultano inserite in un panorama sportivo di rilievo nazionale.
Il presidente del Famila Schio è Marcello Cestaro, imprenditore nel ramo della grande distribuzione. Da grande appassionato di sport nell'ultimo decennio ha investito molto tempo e denaro nell'attività sportiva professionistica e para professionistica: è stato presidente del Hockey Asiago, è attualmente il numero 1 del sopracitato Famila Schio Basket, squadra femminile, e del Padova calcio, col quale, anche se è un neofita del mondo calcistico, ha già accumulato diversi successi con ottime prospettive.
Il patron del Bassano Calcio è invece Renzo Rosso, un vero e proprio leader del mondo dell'abbigliamento, fondatore e presidente del brand Diesel. Rosso rilevò il club nel 1996, quand'esso militava con fortune alterne tra Eccellenza e serie D. La società cambiò immediatamente nome in Bassano Virtus 55 Soccer Team e la stagione seguente arrivò il primo successo: tricolore di Eccellenza e ritorno immediato in serie D. Ma i veri trionfi arrivarono nel terzo millennio: nel 2005 lo scudetto di serie D contro il Marcianise e in sole 5 stagioni (con tre playoff promozione persi) la squadra raggiunse incredibilmente la C1. Alla base della crescita di questa società si ritrovano progetti ambiziosi, un management da azienda ed una grande attenzione per il settore giovanile. Aspetti progettati ed implementati nel tempo grazie ad una precisa strategia, con le relative risorse, impostata da Rosso.
E il Vicenza? L'attuale presidente del Vicenza è il dottor Massimo Masolo, simpatico odontoiatra del capoluogo berico. Non detiene alcuna quota societaria ed è subentrato al dimissionario Sergio Cassingena circa 10 giorni fa. Questi era stato al timone della società di via Schio a partire dal 2004 quando la società fu venduta dalla finanziaria inglese Enic. Nei suoi 8 anni di presidenza la squadra ha sempre militato in serie B (salvata nel 2004 grazie al ripescaggio, nonostante fosse stata sconfitta nei play-out dalla Triestina, e grazie al bilancio in ordine). In questo periodo Cassingena, per dichiarati problemi di salute, si è dimesso due volte. Da circa quattro anni a questa parte le voci sulla possibile entrata in società di nuove cordate si sono succedute una dopo l'altra ma nulla si è mai concretizzato. La mancanza di una precisa programmazione, le scelte frettolose e gli scarsi investimenti hanno fatto sprofondare quella che un tempo era conosciuta come la "Nobile provinciale" in un limbo senza ritorno con l'aleggiante orizzonte della retrocessione in serie C.
Ad oggi, nonostante non sia più in carica, Cassingena detiene (in realtà in rappresentanza di più soci investitori) le quote maggioritarie della società. La situazione, chiaramente, ha creato un crescente malumore nella tifoserie biancorossa che, memore di un passato glorioso nel quale furono calcati grandi palcoscenici, ha pesantemente contestato l'operato dell'ormai ex presidente, inducendolo per la terza volta alle dimissioni. Il malcontento è persino sfociato in un progetto di azionariato popolare che mira a far entrare un suo rappresentante nel CDA biancorosso.
In questo momento il futuro della più importante società sportiva della provincia berica risulta, dunque, piuttosto oscuro. Continua, comunque, ad essere ventilata la cessione della società che porterebbe ad una riorganizzazione del CDA e alla nomina di un nuovo presidente.
Ad oggi non è dato sapere chi siederà sulla poltrona che in passato fu occupata da personalità del calibro di Farina, Dalle Carbonare e Miola. Quel che è certo è che per riportare il Vicenza calcio, e la città intera, ai livelli sportivi che le competono servirà un patron con carattere, capacità manageriali, ambizione ma, soprattutto, con un ben fornito portafoglio. Cassingena, bisogna dirlo, finora ci ha messo la faccia, ma quel che serve ora è qualcuno che, invece che solo parlare, metta mano a una reale disponibilità finanziaria.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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