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Precaria a Schio? La assume San Diego

Di Pietro Cotròn Domenica 10 Luglio 2011 alle 20:53 | 0 commenti

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Storia di una studentessa alla conquista dell'America
Riforma Gelmini contestata, scuola e università affossate, precariato per i giovani ricercatori pluriennali e, ora, impossibilità per i neo laureati anche di fare i ... precari. In questo contesto arriva la notizia che la scoperta, pubblicata dalla rivista scientifica Nature Physics e in grado di permettere di verificare se Einstein ha descritto con esattezza il fenomeno della relatività, è frutto del lavoro e della mente dell'astrofisico veneziano Fabrizio Tamburini.

Ma quello che colpisce, oltre al riesumato orgoglio scientifico italiano, è che, mentre dall'estero gli si profilano massimi riconoscimenti, nell'università di Padova Tamburini resta assegnista ricercatore a contratto annuale con 1.300 euro al mese. Eppure Tamburini ha 48 anni e vanta più di 60 pubblicazioni scientifiche. Nonostante questo, però, è ancora precario all'università di Padova, dove è partito dagli studi di Enrico Fermi sull'ottica di una lente in rotazione. Se "la notizia di una importantissima scoperta scientifica da parte del professor Tamburini, ricercatore precario all'Università di Padova, dà il segno del declino imboccato dall'Italia", come ha commentato Emilio Viafora, segretario generale della Cgil del Veneto, ormai è chiaro che dal nostro terzo mondo economico la più percorribile, se non l'unica, strada per un giovane che voglia realizzarsi è pensare di espatriare. Terzo mondo economico, non culturale, perché Tamburrini, tanti come lui e la storia che vi stiamo per raccontare dimostrano che il livello accademico italiano è ancora elevato se i nostri talenti vanno sempre a ruba. Silvia, oggi 26 anni, nativa di Schio, compie il suo percorso di studi in psicologia sempre a Padova, per qualche anno andando su e giù in treno, poi stabilendosi in città. La ragazza si impegna, ha stoffa e Padova, nell'ambito di un accordo di collaborazione e scambi con atenei a stelle e strisce, la sceglie tra chi va a Santa Barbara per completarvi l'ultimo anno di esami e per la preparazione della tesi, discussa poi a Padova con 110 e lode finale. E poi? Cosa fare? Silvia si guarda intorno, la voglia di fare non manca, mancano semmai a Vicenza e in Italia le opportunità per una neolaureata in psicologia. Anche in Usa c'è la crisi, ma lì, sembra, tagliano poco, anzi non tagliano i fondi per la ricerca se lo stesso Obama nel suo ultimo discorso in Europa un mese fa al G8 dice: "Dobbiamo preoccuparci, dopo aver formato tanti giovani talenti stranieri, a finanziare le loro idee perché diventino imprese!". Silvia in Usa si era già costruita qualche contatto grazie anche ad altri italiani e due vicentini che prima di lei avevano percorso la stessa strada anche se in un altro ramo dello scibile e oggi, mentre frequentano il Master, tasse e lavoro di ricerca pagati, interagiscono con Facebook, Yahoo e Google, non sui loro siti, ma col loro management. La psicologa in erba di Schio con laurea patavina bombarda con i suoi curriculum e sottoponendosi ai loro test le facoltà più prestigiose made in Usa. Sperandoci ma non troppo, lei. Perché a credere nelle sue capacità è l'Ucsd di San Diego, California, che investe su di lei qualche decina di migliaia di dollari per un Master per il primo anno, mentre le conferme dovrà sudarsele anno per anno: competitività Usa docet. Visto, armi e bagagli e Silvia ora è a La Jolla, il campus di San Diego, dove acquisirà le più sofisticate tecniche di management. Per poi tornare in Italia ad applicarle o rimanendo in America se Obama farà in tempo a facilitare la nascita in Usa di imprese fatte dagli studenti stranieri da loro formati. E con Silvia ci sono indiani, cinesi, coreani. E iraniani. La globalità che piace.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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