Precari a Vicenza, flash mob: vetrina con richieste offerte lavoro, morte da precariato
Domenica 10 Aprile 2011 alle 16:09 | 0 commenti
Riceviamo su [email protected] da Irene Rui (foto di Guido Ruizen) e pubblichiamo.
Una trentina di ragazzi ieri hanno inscenato in C.so Palladio dei flash mob, tra cui una vetrina di richieste riguardanti un impiego, offerte per impiego e di lavoro e di aiuto per il disagio sociale personale e familiare (guarda qui la Photo gallery). Ci sono i casi dei ragazzi con famiglia, che pur avendo una laurea, non possono tirare avanti senza l'aiuto dei genitori.
Ci sono quelli che sono sottoposti a continui stage o apprendistato, dopo le scuole professionali o lauree, e sono costretti a vivere in casa con i genitori. Ci sono quelli che, pur non giovanissimi, a causa della mobilità sono diventati precari, costretti a 40-50 anni a svolgere lavori a progetto, a tempo determinato, a chiamata. Ci sono gli studenti che vogliono un futuro dopo il diploma o la laurea, un futuro non precario. In un Paese dove l'emporio del lavoro è stato saccheggiato da centro-destra a centro-sinistra, dall'ingordigia dei padroni, da Tiziano Treu, fino a Maurizio Sacconi. Il precariato non solo rischia, è diventato il compagno di vita dei giovani e meno giovani. Un processo quello messo in atto dal mondo del lavoro e dai governanti asserviti, che hanno posto in campo una flessibilità che significa l'aleatorietà dei diritti, salario e prestazioni flessibili, un tempo privato non esistente, insicurezza sociale, e tutto in onore del profitto.
La rappresentazione teatrale è proseguita poi in Piazza dei Signori, dove si è inscenata la morte da precariato legata al gioco del "prendi bandiera". Il messaggio che si è voluto esprimere con queste rappresentazioni è stato quello del diritto a un lavoro non precario, ma stabile, un lavoro che dia una sicurezza per il futuro, il diritto dei lavoratori ad essere trattati come persone e non risorse umane, non oggetti usa e getta. Il tempo per l'impiego stabile è adesso poiché la vita scorre e non attende. E nell'attesa di un impiego dignitoso e sicuro le persone invecchiano e muoiono, trovandosi non solo mantenute dai genitori, ma anche poi accattoni, poveri costretti a chiedere l'elemosina.
Irene Rui
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