Prc: Variati, un Cie “lager” in risposta al fallimento su immigrati?
Giovedi 3 Settembre 2015 alle 15:02 | 0 commenti
Nota di Irene Rui, responsabile politiche stranieri ed etniche, e Roberto Fogagnoli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Vicenza
Il Veneto, la Vicenza solidale dov'è sparita? La Vicenza solidale del Novecento si è trasformata in una Vicenza individualista, razzista ed egoista. Invece di un corridoio umanitario, i veneti e le Amministrazioni vicentine rifiutano i profughi, con minacce di innalzamento di barricate, sparate alla Joe Formaggio, che riprende addirittura frasi della Psicologa nazista Ritter, con misure che costringono i profughi al nomadismo.
E ora, salta fuori anche la proposta di Variati, di un Lager (di un Centro di Identificazione ed Espulsione). Chiediamo al PD e al mondo politico vicentino, che differenza c'è tra le sparate di Joe Formaggio e quelle di Variati? Chiediamo a Variati cosa direbbe il suo padre-maestro Rumor appartenente a quella faccia democristiana solidaristica? Le direbbe che ha perso l'obbiettivo e che non sapendo che pesce pigliare visto i fallimenti della sua politica securitaria, si dimentica che si parla di persone.
Le ricordiamo Variati, che se c'è questa emergenza profughi in Italia è colpa anche del vostro assenso a quella che è la politica della Banca Mondiale, delle Multinazionali, dei rivenditori di armi e della politica guerrafondaia americana, di cui Vicenza è il fulcro con l'Africom.
Un lager (CIE) a Vicenza e magari a San Pio X non ci sembra la risposta esatta per tenere a freno la microcriminalità dello spaccio in Campo Marzo. Colpire i più deboli, i profughi come sta colpendo i commercianti stranieri con ordinanze di chiusura o divieto alla vendita di alcuni prodotti, perché non è in grado di colpire gli spacciatori, non è il modo più giusto di affrontare il problema. È sempre stato dimostrato che solo rivitalizzando i luoghi, la città , responsabilizzando i cittadini, si tiene a freno la microcriminalità . L'isolamento e la paura verso il prossimo, crea terreno fertile per l'illegalità che ci sguazza. E certamente l'apertura di un CIE, incentiverà l'indotto illegale collaterale.
I politici e gli amministratori vicentini, prima di fare sparate di bassa politica sui cittadini e sui profughi, che denota la loro incompetenza, dovrebbero premere sul governo affinché sia aperto un corridoio umanitario e non chiuse le porte a queste persone. Qui non parliamo di immigrati sociali, ma di persone che scappano da crisi nazionali da noi alimentate.
Pur comprendendo le problematiche organizzative dei Comuni per quanto riguarda l'accoglienza di queste persone, causa di politiche precedenti e dell'incompetenza di questo governo che sta gestendo il tutto in modo disordinato, ma non siamo d'accordo con l'innalzamento delle barricate o sul fatto che gli edifici pubblici chiusi e lasciati a deperire, non possano essere riutilizzati per l'accoglienza di queste persone; come ci trova del tutto in disaccordo l'apertura di un lager (CIE) a Vicenza o nel vicentino, per cui insieme a varie associazioni, manifesteremo la nostra contrarietà . I profughi vanno accolti e non imprigionati e rispediti da dove sono partiti, aggiungendo dramma al dramma. Il CIE a Vicenza non si aprirà .Accedi per inserire un commento
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