PRC: Lega e fascisti mai contro i padroni, sempre contro profughi e migranti
Lunedi 20 Luglio 2015 alle 18:40 | 0 commenti
La posizione del Partito Rifondazione Comunista del Veneto sulla vicenda profughi
Mentre le politiche di austerità volute dalla Merkel e dalla grande finanza europea e internazionale stanno impoverendo milioni di persone, creando disoccupazione e precarietà , la Lega, i suoi alleati di centrodestra e i fascisti indicano nei profughi e nei migranti la causa delle disgrazie del nostro paese, che invece regala tranquillamente ogni anno 80 e più miliardi di Euro alla speculazione finanziaria.
La Lega, ieri contro i meridionali, ha trovato oggi, dopo le rapine di milioni di euro di cui si è reso responsabile il suo gruppo dirigente, nuovo ossigeno per le sue campagne di propaganda tossica nella disperata vicenda della fuga verso l’Europa di uomini e donne che scappano dalle guerre e dalla fame.
Al ceto medio impoverito, alle lavoratrici e lavoratori, esacerbati dal peggioramento delle condizioni materiali di vita e impauriti dalle incertezze per il futuro, si indica un nuovo capro espiatorio. Come in ogni epoca della storia dell’umanità , come in tempi più recenti hanno fatto i nazisti, con gli esiti che tutti conosciamo.
Mentre si procede alla sistematica rapina dei beni comuni, dall’acqua pubblica all’intero sistema dei servizi connessi al welfare, si vendono le case pubbliche, si devasta il territorio e dilagano la corruzione e l’infiltrazione delle mafie, i giovani devono emigrare per trovare un lavoro dignitoso, qualche migliaio di profughi e richiedenti asilo, in gran parte desiderosi di allontanarsi il più presto possibile dall’Italia, vengono indicati come il nemico contro cui combattere.
Donne e uomini che fuggono dal Medio Oriente e dall’Africa, devastati da guerre e conflitti generati dagli interventi militari, primo fra tutti la guerra in Iraq, e successivamente quello in Libia, a cui il nostro paese ha partecipato sotto la guida di governi della Lega e del centrodestra.
Donne e uomini e bambini che sono costretti a fermarsi contro la loro volontà in questo paese da leggi e accordi sottoscritti, come quelli di Dublino, dalla stessa Lega quando Maroni era ministro degli interni.
Primi responsabili sul piano politico di quello che sta accadendo, alimentano paure e odio per ricavarne benefici sul piano elettorale.
Mentre in alcune realtà del Veneto, in alcune provincie e comuni, la gestione dell’arrivo e della presenza dei profughi, gestita con qualche serietà e intelligenza viene vissuta senza drammi dalle popolazioni residenti, in altre, dove una incerta programmazione degli arrivi e la scandalosa opposizione delle amministrazioni a guida prevalentemente leghista anima l’odio razzista e la xenofobia, genera conflitto e opposizione di una parte dei residenti. Succede a Quinto, succede a Eraclea, succede a Padova. Succederà ancora. La macchina della propaganda tossica e della disinformazione è in piena attività . Gli stessi che vogliono il crocefisso nelle aule delle scuole e in ogni angolo di strada, bestemmiano ogni giorno contro il Vangelo. Avanzano proposte impraticabili, interventi di carattere militare il cui esito non può che essere l’ulteriore dilagare dei conflitti armati, ma nei fatti ripropongono la stessa politica che ha dato frutti velenosi all’epoca della rivoluzione tunisina con Maroni ministro degli interni. L’abbandono a se stessi dei migranti, nella speranza che trovino un varco per il Nord Europa, lasciandoli in balia dell’unica offerta di lavoro, per molti la sola disponibile: diventare galoppini e carne da macello nello spaccio gestito dalle mafie. Altra carne da cannone buona per riempire le galere e alimentare ulteriormente le campagne di destra sulla sicurezza.
Il primo responsabile di tutto ciò è il capo del Governo di questa regione. Silente e distratto di fronte alle ruberie di cui sono stati responsabili eminenti personaggi della sua passata giunta, alza oggi la voce e intima al governo di non inviare più un solo profugo nella nostra regione.
Zaia alza il suo muro di parole contro i poveracci che scappano dalle guerre e dalla fame, mentre è prono nei confronti dei desiderata di Confindustria Veneta che inneggia alle nuovi leggi sul lavoro (le schifezze contro i lavoratori usano sempre la lingua dei veri padroni: il Jobs Act) e alla controriforma della scuola, e mira a una nuova devastazione del territorio a colpi di Alte Velocità , di asfalto e cemento, completamente afono di fronte alle delocalizzazioni che hanno devastato settori importanti della manifattura veneta.
E’ ora che l’altro Veneto, il Veneto dalla grande storia di migrazioni, della solidarietà figlia delle culture del mutualismo socialista e del cattolicesimo sociale, il Veneto delle grandi lotte per l’emancipazione delle lavoratrici e dei lavoratori, degli operai delle grandi e piccole fabbriche, dei braccianti e dei mezzadri faccia sentire in maniera forte la sua voce.
Un altro Veneto che non può essere rappresentato dagli esponenti del PD che chiedono, a dispetto delle stesse norme sui richiedenti asilo, la collocazione nei CIE di chi non vede riconosciuta la richiesta di accoglienza, oppure come la Moretti vogliono la dichiarazione dello stato di emergenza cadendo, volentieri forse, nella trappola della propaganda della Lega.
Un’emergenza c’è: è l’emergenza democratica. E’ l’intollerabile presenza nei nostri territori degli epigoni del fascismo a settant'anni dalla Liberazione, dell’intollerabile riprodursi nelle stesse forme di un tragico passato delle logiche delle campagne di odio dei nazisti.
A questa emergenza democratica bisogna rispondere subito, costruendo una coalizione di forze che nella pratica concreta, quotidiana, faccia crescere il rifiuto, la mobilitazione e la lotta contro il razzismo, la xenofobia, e faccia crescere nei nostri territori comunità solidali.
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