Pos e canone Rai, la protesta degli artigiani vicentini
Lunedi 30 Giugno 2014 alle 17:07 | 0 commenti
Confartigianato Vicenza - È scattato da oggi l’obbligo del Pos per spese superiori ai 30 euro. In pratica, anche gli artigiani devono dotarsi di terminale Pos per consentire pagamenti via bancomat o carta di credito ai propri clienti. Obiettivo: la tracciabilità delle spese per il cliente e delle entrate delle aziende per il fisco.
A giudizio del direttore generale di Confartigianato Vicenza, Pietro Francesco De Lotto, si tratta di un provvedimento “che porta le aziende a sborsare in media 400 euro l’anno,  anche senza usare mai lo strumento, tra canone e commissioni. Quel che è sicuro, quindi, è che il sistema farà fluire nuovo denaro alle banche, senza tener conto del fatto che in molti settori la tracciabilità dei pagamenti è già assicurata con altri sistemi, come il bonifico elettronico. Inoltre, come fanno rilevare i pensionati artigiani, nessuno ha pensato alle persone di una certa età , che pagano in contanti anche perché spesso in difficoltà con codici bancomat da ricordare o diffidenti verso le carte di creditoâ€. Sono stati questi i motivi della protesta di Confartigianato contro il provvedimento, anche se non sono previste sanzioni per chi non si doterà di terminale Pos e fino ai mille euro il cliente può ancora pagare in contanti, con assegno o bonifico.
“Si tratterà ora di vedere – aggiunge De Lotto - quanti consumatori decideranno per i pagamenti via bancomat o carta di credito, e quanto saranno sollecitati a farlo da chi ha l’interesse a diffondere questo strumento. Per questo invitiamo il Governo a ripristinare almeno il provvedimento con cui si escludono dall’obbligo le imprese con giro d’affari inferiore ai 200mila euro l’annoâ€.
Anche le imprese associate a Confartigianato Vicenza stanno ricevendo dalla Rai comunicazioni con un sollecito di pagamento relativo alla voce “Abbonamento speciale alla TV†il cui contenuto si delinea come una vera e propria intimazione con l’avvertimento che, nel contempo, verrà demandata a non meglio identificati organi di controllo la funzione di verifica della regolarità dei pagamenti di tale abbonamento.
“Siamo sconcertati, perché tutto ciò – osserva Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza - ci riporta a quanto accadde nel febbraio del 2012, quando la Rai dapprima chiese alle imprese il pagamento dell’abbonamento speciale per il possesso di computer, tablet e smartphone in quanto apparecchi atti o adattabili alla ricezione di programmi televisivi  e poi, in seguito alla nostra azione sindacale nei confronti del Ministero dello Sviluppo Economico, l'azienda di Viale Mazzini clamorosamente tornò sui suoi passi precisando che il mero possesso dei computer non comportava il pagamento del canone specialeâ€.
“A distanza di più di due anni – prosegue Bonomo - la Rai ha nuovamente avviato una campagna di richiesta rivolta alle imprese semplicemente sulla base d’una presunzione di possesso di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive. Una azione tanto assurda quanto infondata dato che, nella maggior parte dei casi, tale supposizione avviene in totale assenza di verifica tecnica preventiva circa la detenzione o meno di tali apparecchi, ed è rivolta indifferentemente a tutte le impreseâ€.
Confartigianato Vicenza ritiene che il pagamento del canone Rai sia un obbligo per tutti coloro che dispongono, in azienda, di apparecchi radio e televisivi, ma nel contempo ribadisce dunque che “non sono giustificate le pretese Rai di richiedere alle imprese associate in forma indiscriminata, illogica, artificiosa e pretestuosa, l’adempimento di tale obbligo, in quanto infondate sotto ogni profilo. E reiterate, tra l’altro, in un momento caratterizzato da grandi difficoltà nel tessuto economico produttivoâ€.
Le indicazioni di Confartigianato Vicenza per i titolari d’impresa che non possiedono in azienda strumenti atti alla ricezione (apparecchi radiofonici, televisivi, decoder o videoregistratori) sono quelle di non sottostare a tale richiesta, ritenuta di natura vessatoria, e di utilizzare per la risposta alla Rai il testo della raccomandata che è stata predisposta dalla stessa associazione.
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