Porto Tolle, mozione leghista il 25: preoccupazione per 400 aziende e 3.000 lavoratori
Venerdi 20 Maggio 2011 alle 22:35 | 0 commenti
Gruppo consiliare regionale Lega Nord - Documento del Gruppo leghista per impegnare la Giunta ad intervenire per il destino della centrale. Corazzari (primo firmatario): “Da Enel investimento per 2,5 miliardi che rischia di spostarsi all’esteroâ€.
Una mozione per impegnare la Giunta a risolvere la delicata questione della centrale di Porto Tolle, il cui progetto di riconversione a carbone è stato oggetto di uno stop da parte del Consiglio di Stato. L’ha depositata oggi l’intero Gruppo leghista in Consiglio regionale, con primo firmatario il polesano Cristiano Corazzari, nell’auspicio che il documento venga tratto ed approvato nella prossima assise di mercoledì 25 maggio.
“La mozione – spiegano Corazzari e il capogruppo Federico Caner – invita la Giunta regionale ad accertare con precisione le ricadute sul territorio della sentenza del Consiglio di Stato, valutando tutte le possibili azioni per dare seguito alla riconversione a carbone della centrale. Si tratta di una infrastruttura di carattere strategico per il Veneto ma anche per l’intero Paese, e per questo riteniamo fondamentale l’impegno del presidente Zaia che sta già trattando la questione con Berlusconi nella ricerca di provvedimenti correttivi utili ad intraprendere il progettoâ€.
Sulla centrale di Polesine Camerini, ricorda la mozione leghista, pende un investimento enorme da parte di Enel: “La somma totale impegnata ammonta a circa 2,5 miliardi, interessando oltre 3.000 posti di lavoro per i 5 anni necessari a costruire l’impianto. Inoltre in vista dell’avvio dei cantieri, previsto per fine anno, Enel aveva già qualificato 400 aziende e indetto 52 gare d’appalto per un valore di circa 1,8 miliardi, cioè il 70% dell’intero investimento. Tutto questo rischia di andare perduto se, come annunciato, Enel deciderà di migrare all’estero per un progetto che avrebbe potuto essere realizzato in Veneto. L’accoglimento da parte del Consiglio di Stato del ricorso degli ambientalisti rischia di avere esiti drammatici per l’economia veneta e di cancellare un progetto necessario alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico del Paese e della Regione, contribuendo ad abbattere in maniera decisiva il costo della bolletta grazie alla riconversione con tecnologie avanzate a carbone pulitoâ€.
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