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«Popolari, servono nuove soluzioni», lo dice Zonin a Il Sole 24 Ore

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 13 Agosto 2014 alle 12:32 | 0 commenti

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Ecco per i nostri lettori l'articolo odierno di Marco Ferrando su Il Sole 24 Ore che, nell'intervista a Gianni Zonin, riprende temi come patrimonializzazione, acquisizioni e valore delle azioni della BPVi da tempo seguiti, più modestamente, anche da noi, che nel n. 271 di VicenzaPiù abbiamo anche iniziato a pubblicare, oltre che una analisi aggiornata della Popolare di Vicenza a firma Giancarlo Marcotti, le risposte alle nostre domande della Popolare di Marostica a cui seguiranno quelle di Veneto Banca e delle altre popolari del territorio.

«Popolari, servono nuove soluzioni».«L'Europa ci chiede di cambiare. I fondi e la Borsa? Pronti a valutarli noi per primi»

Di Marco Ferrando, Il Sole 24 Ore

«Siamo una vera public company». Non è una battuta, quella di Gianni Zonin, da 17 anni presidente della Banca Popolare di Vicenza.

«Con l'ultimo aumento di capitale chiuso venerdì scorso - argomenta - abbiamo superato i 105mila soci, con la nuova apertura del libro che partirà a settembre puntiamo a diventare 150mila, e a quel punto ci fermeremo. Ma non ci sono soci con posizioni dominanti, né maxi-pacchetti: è per questo che siamo una public company».

Per tutto il mese di agosto in regime di "semilavoro" a Radda in Chianti, Zonin preannuncia che qualche tabù, prima o poi, sarà messo in discussione: «In occasione dell'ultimo aumento qualche investitore istituzionale ha bussato alla nostra porta. Ma per il momento non abbiamo ceduto alla tentazione: già così le richieste hanno superato l'offerta. Per i fondi c'è tempo».
In che senso?
Nel senso che un domani potrebbe essere nostro interesse avere alcuni investitori istituzionali.
Che cosa direbbero i soci? E le altre popolari?
La riforma delle popolari è imprescindibile, ce l'ha ancora ricordato il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco un mese fa all'assemblea dell'Abi. Come ho già detto in passato, credo che proporre sia meglio di subire: premesso che non siamo disposti a farci rottamare, il punto è salvaguardare il voto capitario, che è il cuore del modello cooperativo, per le principali delibere assembleari; ma in alcuni casi può essere opportuno premiare i fondi che decidono di investire stabilmente in realtà come le nostre.
In che modo?
Maggioranze qualificate, voto multiplo, golden share... Le possibilità non mancano. In ogni caso il mio è solo un contributo d'idee, credo che Assopopolari, con il nuovo presidente Ettore Caselli, saprà fare ottime sintesi e porre le basi per un'autoriforma del sistema.
Quindi con la Popolare di Vicenza, che non è neanche quotata, per ora si chiama fuori?
E perché? Potremmo avere il coraggio di riformarci noi per primi.
Borsa compresa?
Le altre popolari che hanno scelto di quotarsi in passato hanno commesso un errore, perché di fatto si è trattato di una scorciatoia. Chi non l'ha fatto, mantiene un atteggiamento preclusivo: io invece credo che dobbiamo essere aperti a soluzioni nuove.
Però c'è un problema di multipli: le banche quotate in Borsa oggi vengono prezzate mediamente 0,6-0,7 volte il patrimonio netto. Voi, che stabilite in assemblea il valore delle azioni, siete a 1,3.
Per chi è quotato i multipli salgono e scendono: in un passato non tanto lontano c'erano alcune popolari quotate che venivano prezzate oltre due volte il patrimonio netto. Per noi il valore di 1,3 è corretto, perché dobbiamo tenere conto che ci sono elementi, non sempre correttamente valutati dal mercato, ma che hanno un valore: il marchio, la storia, la fiducia che sa esprimere una banca come la nostra. È grazie ad essi che abbiamo concluso il nostro ultimo aumento ben oltre le nostre attese.
Se l'aspettava?
Sono soddisfatto, è una conferma del valore della nostra banca, della fiducia dei soci vecchi e nuovi, dell'efficienza della rete e della serietà del personale: la Popolare di Vicenza è considerata un buon investimento, e per me questa è la notizia migliore.
C'è un trattamento di particolare riguardo per i clienti-soci che sottoscrivono gli aumenti?
No. L'aumento è andato bene perché i nostri soci ci considerano un buon salvadanaio in cui depositare i propri risparmi; non a caso, ricordo che la domanda è stata superiore all'offerta e, ripeto, anche i fondi si sono fatti avanti.
L'ultima assemblea ha autorizzato nuovi aumenti fino a un totale di 2 miliardi. Ne avrete bisogno?
Al momento non ne vedo la necessità: con i 300 milioni che ci attendiamo dalla riapertura del libro soci porteremo il nostro Common equity tier 1 oltre il 13%.
Fieno in cascina per gli esami della Banca centrale europea, dopo i quali ripartiranno le aggregazioni. Voi come vi muoverete?
Confermiamo la nostra strategia dei piccoli passi: a settembre, non appena avremo gli elementi utili, pensiamo a una probabile offerta per la Cassa di Ferrara.
Siete convinti?
Siamo interessati a un'operazione fatta bene, sia per i nostri soci che per quelli di Ferrara.
Se ad Arezzo e dintorni cambiasse il clima, potreste riaprire il dossier Etruria?
Perché no. Ma l'offerta di maggio ormai è da considerarsi completamente superata.
E Veneto Banca?
Rispettiamo la loro scelta, che sembra andare in un'altra direzione.
Ma in generale, cosa si aspetta che avvenga tra le popolari?
Una polarizzazione, in 4-5 anni ne resterà qualcuna di medie dimensioni e due o tre grandi.
Presidente, il suo attuale mandato scade nel 2016, quando la Popolare di Vicenza compirà 150 anni. Passerà la consegne?
Me lo chieda tre mesi prima dell'assemblea 2016: dipende dalla salute, e dal consenso dei soci.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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