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Popolare di Vicenza, Zigliotto e Sorato all'interrogatorio fanno scena muta

Di Rassegna Stampa Mercoledi 27 Luglio 2016 alle 09:53 | 0 commenti

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Prima la notizia dei tre nuovi avvisi di garanzia, che portano a nove il numero degli indagati. Ora, ecco sfilare in procura, per essere interrogati, i primi manager finiti sotto inchiesta: l’ex dg Samuele Sorato e l’ex numero uno di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto. Che però si sono ben guardati dal proferire parola, dal collaborare. L’inchiesta monstre sulla Banca Popolare di Vicenza sembra essere a una svolta, eppure molto c’è ancora da fare a detta della procura, nonostante le circa 2.500 persone sentite e la marea di documentazione sequestrata e già vagliata. È quasi un anno che l’indagine è stata avviata, motivata da decine e decine di esposti a firma di correntisti che hanno visto quasi azzerare i loro risparmi e di associazioni di consumatori che hanno avviato le procedure per la costituzione in mora cumulativa per la tutela dei risparmiatori.

Una mole di lavoro immane, per i sostituti procuratori titolari del fascicolo Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori, che gradualmente stanno mettendo al loro posto i tasselli di un puzzle complicato: quello sul tracollo dello storico istituto di credito vicentino. E che gradualmente, con l’avanzare degli accertamenti, stanno attribuendo responsabilità ad alcuni «uomini» della banca, tanto da iscriverli nel registro degli indagati. Nei confronti di alcuni le contestazioni sarebbero già chiare al punto da decidere di convocarli per un interrogatorio. È accaduto la scorsa settimana con l’ex dg Samuele Sorato, ieri mattina con l’imprenditore ed ex presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto, che era componente del Cda della Popolare. In entrambi i casi l’esito è stato identico: scena muta. I due indagati, ai quali viene contestato il reato di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. E il dubbio è che si tratti solo di una strategia difensiva. Del resto, gli indagati non conoscono il contenuto preciso del materiale di cui dispone la procura e proprio per questo aprire bocca potrebbe risultare rischioso e soprattutto controproducente.
«No comment» si limita a riferire l’avvocato di Samuele Sorato, Fabio Pinelli, in merito all’interrogatorio. E neppure risponde il collega Giovanni Manfredini, che assiste Giuseppe Zigliotto. A sentire la procura loro sono solo i primi chiamati a rispondere alle domande. A settembre, dopo la pausa estiva, si ricomincerà sentendo altri e allora potrebbe essere la volta del numero uno, Gianni Zonin.
Con l’ex presidente della Popolare sono destinatari di avvisi di garanzia (e non ancora convocati) i vice dg Andrea Piazzetta ed Emanuele Giustini, gli ex componenti del Cda Giovanna Maria Dossena, Roberto Zuccato (presidente di Confindustria Veneto), e Franco Miranda, già presidente di Confartigianato Vicenza, oltre al funzionario Massimiliano Pellegrini, responsabile della divisione bilancio e pianificazione della banca.
Bisognerà quindi attendere per capire se qualcuno intende parlare con gli inquirenti, fornire indicazioni su quanto sarebbe avvenuto di poco lecito nella banca a partire dal presunto meccanismo fraudolento utilizzato dall’istituto per piazzare più azioni possibili. Azioni che hanno fatto registrare un recesso choc da un massimo di 62,5 euro agli attuali pochi centesimi.
Per l’accusa, coloro che sono finiti sul registro degli indagati «o sapevano o facevano». Quindi, o erano a conoscenza di quello che avveniva - e allora avrebbero dovuto comunicarlo alla Banca d’Italia, tenuti a farlo proprio in base al ruolo che ricoprivano - oppure facevano parte di quel meccanismo poco trasparente.
Alcuni sospetti sarebbero emersi proprio da riscontri ottenuti sentendo «per sommarie informazioni» un numero impressionante di persone: 2.500, per lo più gravitanti nell’ambiente della Popolare di Vicenza, convocate dalla Finanza fino ad oggi. Altre ne rimarrebbero da sentire, così come ci sono ancora documenti da vagliare, computer e materiale sequestrato durante le perquisizioni ordinate nei mesi scorsi dalla procura.
Di Benedetta Centin, da Il Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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