Ponte degli Alpini, al via i lavori di restauro
Venerdi 3 Marzo 2017 alle 08:25 | 0 commenti
Finalmente s’inizia. E non sarà né da nord, né da sud, ma dalla struttura. Ieri, il Comune e l’impresa Nico Vardanega Costruzioni di Possagno hanno firmato la consegna del cantiere per il restauro del Ponte degli Alpini. L’attesa notizia ha fatto tirare un sospiro di sollievo, ma ha anche colpito perché, come anticipato dal titolare della ditta, Giannantonio Vardanega, l’operazione «non inizierà dall’alveo del Brenta, come inizialmente previsto, bensì dal tetto del ponte e dalla parte lignea sotto l’impalcato». «Ci siamo persi oltre metà della finestra utile per lavorare in alveo prima del periodo delle piogge, quindi inizieremo dal monumento», spiega l’imprenditore. Per vedere in azione le maestranze, bisognerà attendere ancora qualche giorno.
«Dobbiamo ottenere le autorizzazioni per il transito degli automezzi che attraverseranno il centro storico – fa sapere Vardanega - e sono da perfezionare i sub affidamenti. Contiamo di iniziare con la cantierizzazione la prossima settimana. Partiremo dal tetto e dalle parti lignee dell’impalcato: ci saranno ponteggi da montare e situazioni da verificare. Nel frattempo, ragioneremo sugli interventi in alveo». La base operativa dell’impresa sarà a palazzo Bonaguro in via Angarano. «È la più comoda al ponte e anche più facilmente raggiungibile dai nostri mezzi rispetto alla sinistra Brenta», osserva il numero uno dell’impresa. A distanza di cinque anni dall’allarme sullo stato di precarietà del monumento lanciato in consiglio comunale dalla Lega Nord, attraverso un’interpellanza, il progetto dovrebbe finalmente concretizzarsi. Un lustro alquanto tribolato, che ha tenuto in apprensione bassanesi e non solo, in un continuo alternarsi di annunci e colpi di scena, rinvii e sospensioni, affidamenti poi ritirati, azioni legali, monitoraggi. Dopo le prime verifiche tra il 2012 e il 2013, che avevano rilevato i primi cedimenti strutturali, appena insediata, l’attuale amministrazione decise di mettere in atto una cura d’urto. Chiamati al capezzale del monumento esperti nazionali, assieme alla squadra dei tecnici comunali fu predisposto il progetto di consolidamento e di manutenzione straordinaria. Un piano che subito divise il mondo dei professionisti per le modalità d’intervento scelte. Il passo successivo fu quello di reperire i fondi necessari per l’opera. E, contrariamente a quanto accade di solito e per cifre importanti, il problema economico-finanziario fu risolto trovando velocemente la copertura necessaria. All’appello risposero il ministero dei Beni culturali, con un contributo di tre milioni di euro, la Regione che ha stanziato un milione 700mila euro, la Fondazione Cariverona intervenuta con un milione. Parallelamente la società civile lanciò una raccolta fondi spontanea, della quale è garante la sezione Ana Montegrappa, che finora ha messo da parte oltre 150mila euro. Nel frattempo, il ponte continuava a cedere, arrivando ad abbassarsi di circa cinque centimetri in un paio di mesi tra la seconda e la terza stilata, le più danneggiate. Preoccupato, per arrestate lo scostamento ligneo, il Comune fece rimuovere la pesante massicciata del calpestio, posizionare dei martinetti di sostegno sotto alle fondazioni e imbragare le pile per irrobustire la struttura nel caso in cui si alzasse il livello del fiume dal comportamento vivace. Chiusa la gara, verso la fine del 2015 i lavori furono affidati alla Vardanega, in seguito ritirati per alcune presunte carenze nell’iter procedurale, e riassegnati alla seconda classificata, la Inco di Pergine Valsugana. Ne seguì un altro colpo di scena con il Tar che accolse il ricorso presentato della ditta di Possagno che, lo scorso autunno, riottenne l’affidamento formalizzato il 17 gennaio scorso con la firma sul contratto. Ieri, infine, la consegna del cantiere che dovrebbe dare il via alla fase operativa.
Di Raffaella Forin, da Corriere del Veneto
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