Polo ospedaliero al seminario: sciarada a tre
Lunedi 10 Settembre 2012 alle 18:50 | 0 commenti
Quale sarà l'avvenire del San Bortolo bis ospitato all'interno del seminario di via Cappellari? I lavori di realizzazione del mini polo ospedialiero a ridosso di quello già esistente sono a buon punto? Le difficoltà economiche lamentate dalla stessa Ulss 6, che chiede di pagare i lavori, in parte o tutti, a mezzo baratto di aree con i costruttori che realizzano i manufatti, persitono ancora?
Sono questi gli interrogativi che ruotano attorno al futuro dell'area che sorge a pochi passi da Santa Lucia. Ad ogni modo al momento sui cartelli di cantiere campeggiano le scritte di un intervento che meno ha a che fare con i proclami circa il nuovo polo che avevano campeggiato sui quotidiani berici a partire da un anno e mezzo fa. Giacché in via Cappellari, almeno per adesso, si costruirà un bar. Se ne occuperà Serenissima ristorazione. Â
Il prologo. La vicenda, almeno dal punto di vista mediatico comincia a cavallo tra il 2011 e il 2012. Sulla stampa locale viene dato ampio risalto al progetto griffato dall'Ulss berica capitanata dal direttore generale Antonio Alessandri. Manager sanitario con la nomea di avere ottimi rapporti con la galassia politica che ruota attorno all'europarlamentare del Pdl Lia Sartori. «Antonio Alessandri, dg dell'Ulss 6, scrive una delibera di programmazione, e indica anche a chi verrà dopo di lui i tasselli di un piano di interventi che si intersecano e sono destinati a comporre il mosaico del futuro San Bortolo e a dare all'ospedale un'autonomia funzionale di almeno trent'anni. Un'agenda fitta di progetti, di operazioni finanziarie, di lavori, ma pure una sorta di “testamento” morale, un memorandum per chi, nel dopo-Alessandri, raccoglierà l'eredità dell'attuale dg... Esiste una lettera dell'architetto Antonio Canini della Regione datata 19 maggio 2009 con cui la Crite, la Commissione chiamata a dare l'ok sui progetti edilizi e gli investimenti tecnologici delle Ulss, esprime parere favorevole a uno studio di fattibilità per la realizzazione del SanBortolo 2 nell'area dell'ex seminario minore per un importo di 10 milioni 600 mila euro». Così almeno si legge sul GdV del 27 marzo 2011 a pagina 23. L'affitto, che prevede una clausola di riscatto con decurtazione del fitto già pagato, sarà corrisposto per trent'anni. Sommando pigione trentennale, 30 milioni a spanne e le opere, 10-15 milioni il conto salirebbe ad un 40 45 milioni.
L'evoluzione. Lo stesso GdV ad ogni modo mercoledì 9 maggio 2012 a pagina 30 delinea però, almeno apparentemente, un mutato quadro della situazione: «Ora diventa determinante l'ok della Regione, che dovrà autorizzare non solo l'apertura della gara ma anche aprire all'azienda berica una linea creditoria...». Nonostante ciò nelle carte progettuali si delineano, tra le altre due iniziative di peso. La realizzazione di una grande hall per l'accoglienza del pubblico e la realizzazione di un grande centro prelievi che dovrebbe eguagliare per dimensioni quello del San Raffaele di Milano. Pochi giorni appresso, è il 19 luglio 2012, sempre il quotidiano di via Fermi a pagina 19 dipinge uno scenario in cui le incognite si moltiplicano: «L'Ulss pagherà i lavori all'ex seminario con i gioielli di famiglia. Edifici e terreni. In via IV Novembre, contrà Mure Santa Lucia, corso San Felice, Laghetto, via Rodolfi. Una specie di baratto in natura. Come si usava in epoche in cui i soldi latitavano e i beni assumevano la funzione della valuta. È questa la soluzione che avanza per superare un impasse che immobilizza da mesi il cantiere dall'altra parte di via Rodolfi dove dovrebbe sorgere il San Bortolo 2. Il dg Antonio Alessandri ha già ventilato questa eventualità in Regione. L'ipotesi sembra percorribile, tanto che per Venezia è già partita una richiesta dettagliata. Del resto, oggi come oggi, sembra l'unica possibilità . L'idea della prima ora era di mettere sul mercato le proprietà di via IV Novembre e contrà Mure Santa Lucia per fare cassa e investire sul seminario la somma ricavata con le vendite, ma, un'operazione immobiliare del genere allungherebbe enormemente i tempi...».
Le ultime. Ma come stanno le cose all'oggi? All'ingresso del sito di via Cappellari infatti (vedi foto) i cartelloni di cantiere indicano che l'infrastruttura in costruzione collegata al tanto agognato mini-polo non è la grande hall o il super centro per i prelievi. Più prosaicamente, almeno per ora, si tirerà su un bar. A servizio del nosocomio, ma sempre un bar. Quantomeno così si legge nel permesso a costruire 1857 del 12 gennaio 2011 rilasciato, in variante, dal comune di Vicenza e firmato dal dirigente dell'edilizia privata Michela Piron. Il committente per di più non è l'Ulss, ma la Serenissima ristorazione. Una società le cui figure apicali da tempo sono in ottimi rapporti con la Sartori. Ma il nuovo polo ospedaliero sulla stampa era sembrato il fiore all'occhiello non solo della dirigenza Alessandri, ma pure della giunta di centrosinistra aveva sposato gli auspici dell'Ulss appuntandosi i galloni mediatici di un progetto che questo pomeriggio avrebbe generato più di qualche mal di pancia tra alcuni consiglieri di centrosinistra poco prima che si riunisse la commissione affari sociali del comune. Giacché un pezzo della medesima maggioranza avrebbe chiesto conto dei progressi direttamente al sindaco democratico Achille Variati.
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