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Più Democrazia all'attacco: "La miseria della Casta vicentina"

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 28 Giugno 2009 alle 12:25 | 0 commenti

Il comitato promotore del (disatteso) referendum comunale del 2006 commenta le interviste ai politici di Sala Bernarda. E accusa: “Vanno contro la Costituzione"

 

 

Urna nella spazzaturaNella Costituzione italiana l’Art. 1. recita: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione" mentre non è scritto da nessuna parte che la sovranità, dopo le elezioni, passa dal popolo a chi viene eletto, ciò significa che GLI ELETTI sono chiamati ad ottemperare a quello che è un servizio nel rispetto della volontà popolare. Un partito che si pone come obiettivo di acquisire potere è già fuori dalla Costituzione. Lo si comprende molto bene dagli atti dell’assemblea costituente che riguardano la genesi dell’art. 75 che introduce il referendum abrogativo. Da essi si capisce la necessità avvertita dai costituenti di porre un controllo diretto del popolo CONTRO il rischio di una deriva autoritaria di una futura maggioranza.

Queste premesse dovrebbero già di suo porre l’attenzione verso quanti, una volta eletti, dichiarano frasi del tipo: “ora che sono stato eletto comando io, il voto lava …, per 5 anni faccio quello che voglio"etc, etc, frasi che si sono sentite e si sentono spesso negli ultimi anni e che dovrebbero far scattare una certa diffidenza contro chi le pronuncia.

Referendum No dal MolinSe poi durante il mandato i politici eletti dovessero amministrare secondo “la volontà di un ceto politico" e non rappresentando la sovranità popolare, questo dovrebbe negar loro il voto popolare ad ogni successiva campagna elettorale, ponendo (giustamente) fine alla carriera politica. Risulta chiaro allora quanto la stragrande maggioranza dei nostri politici (casta vicentina) in perfetta armonia con la casta nazionale, si adoperi con le motivazioni più insussistenti o strampalate o peggio ancora anticostituzionali, per negare quello che per loro rappresenterebbe un pericolo per “l’arbitrio della maggioranza stessa", mentre di fatto le posizioni dei politici impediscono alla sovranità popolare di prevalere, così come invece dovrebbe essere garantito dalla Costituzione. In altre parole, gli atteggiamenti dei politici sono anticostituzionali, infatti “il referendum deve essere inteso come arma messa a disposizione della minoranza in parlamento, o di quei gruppi di elettori che ritengano non aderente alla volontà del paese determinate misure prese dalla maggioranza al potere, o intendano provvedere ad omissioni in cui essa sia incorsa, e perciò è rivolto a temperare l’arbitrio della maggioranza stessa". Ecco allora che le interviste a Francesco Rucco (PDL), Massimo Pecori (UDC), Alessio Sandoli (LEGA NORD), Federico Formisano (PD), riportate nei numeri precedenti di VicenzaPiù, mettono in evidenzia l’ipocrisia o l’ignoranza di chi vuol difendere l’indifendibile e cioè quello che ritiene il proprio privilegio (e non invece un servizio) nascondendosi dietro il voto popolare. Ad esempio all’ultimo referendum costituzionale del 2006, che come si sa non prevede il quorum, è andato a votare il 52,30% degli italiani: ciò dimostra che l’assenza del quorum favorisce un aumento dell’elettorato attivo con una maggiore partecipazione al voto. In quanto ai costi (Rucco, Sandoli) in caso di più referendum questi verrebbero accorpati in un'unica occasione di voto, e poi quanto costa di più: una consultazione popolare o riparare i danni di scelte politiche scellerate (Dal Molin, Wisco, nucleare, termovalorizzatori, tanto per citarne qualcuna)? L’ipocrisia dei partiti insiste affermando che con questi strumenti a disposizione dei cittadini, ogni anno si andrebbe a votare su chissà quanti e quali referendum abrogativi o propositivi, invece la loro applicazione creerebbe un meccanismo virtuoso per cui avremmo un consiglio comunale e una maggioranza che pur di evitare il ricorso sistematico a questi strumenti, verrebbero “indotti a mantenersi in costante contatto con l’opinione popolare, ad educare politicamente i cittadini incitandoli all’interessamento ed alla comprensione delle più rilevanti questioni di interesse collettivo".  Addirittura si avanza il timore di andare contro il principio di rappresentatività (Pecori), e che allora i consiglieri non servono più, un timore incredibile da parte di chi ha fatto il difensore civico. Il principio costituzionale della rappresentatività, che deve tener sempre conto della sovranità popolare, viene qui completamente rovesciato in quella che è la sua natura primigenia. In questo caso sono proprio i politici che vengono meno al dovere della rappresentatività popolare negando, con le loro ingiustificabili posizioni, la possibilità che il popolo di esprima. Ne emerge allora lo specchio del politico-pensiero dei nostri amministratori che contrasta palesemente (o segretamente) con la Costituzione e con la realtà, dove non passa giorno o settimana che da noi o in qualche altra parte d’Italia monti la rabbia popolare per scelte politiche, di qualsiasi colore, imposte dall’onnipotenza della maggioranza senza il necessario consenso popolare. Quando la Casta politica considera il referendum come un’autolimitazione del proprio potere decisionale dà la misura della propria incapacità di rappresentare i cittadini, basta confrontarla con quelle realtà dove i politici traggono il loro consenso dai referendum (Svizzera, Baviera, California). E’ necessario allora, per la sopravvivenza della democrazia così come è stata concepita e votata nella Costituzione e per un futuro dove le tensioni sociali si possano risolvere con l’informazione e la partecipazione civile, che i cittadini si riapproprino del diritto di esprimersi sulle scelte dell’amministrazione: la necessità di indire referendum, infatti, sorge ogni qualvolta ci siano decisioni che esulino dalle promesse fatte in campagna elettorale e la nostra storia recente, purtroppo, lo dimostra.

Quando si dice di credere negli istituti di partecipazione e alla democrazia diretta (Cinzia Bottene e Federico Formisano) occorre dimostrarlo con i fatti in particolare lavorando, da soli o insieme alle realtà sensibili esistenti, facendo pressione affinché il consiglio comunale modifichi lo statuto introducendovi il referendum abrogativo e propositivo così come richiesto nel referendum del 10 settembre 2006 e con la serietà del meccanismo della raccolta firme che, viste le esperienze, ne deve garantire la massima flessibilità e facilità. Il mancato rispetto di questa richiesta popolare, oltre dare una indubbia macchia anticostituzionale agli amministratori, li grava di una pesante responsabilità civile verso i cittadini di Vicenza e le generazioni future.

Comitato Più Democrazia

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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