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Piove, politica ladra

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 15 Novembre 2012 alle 16:58 | 0 commenti

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Movimento 5 Stelle Vicenza  -  Che la propria casa o il proprio negozio finiscano allagati se la piena del fiume supera di pochi centimetri il livello di esondazione non è colpa della natura, come vorrebbe far credere il presidente della regione Luca Zaia, ma un suo fallimento in due anni da commissario.
Dal 2010, gli interventi fondamentali per la sicurezza del territorio, come l'invaso di viale Diaz a Vicenza e il bacino di laminazione di Caldogno (opere che da sole non sono comunque sufficienti a risolvere l'emergenza delle piene) sono fermi alla fase progettuale.

Il resto sono scuse, chiacchiere, giustificazioni inaccettabili. Lo Stato non ha sbloccato i finanziamenti se non quattro giorni prima dell'alluvione? Scaricare la colpa è facile, assumersi la propria quota di responsabilità difficile, per chi viene pagato dai cittadini per rappresentare i loro interessi, e non i propri. Cascano sempre dalle nuvole, questi politici dei partiti: costretti a giustificare i loro privilegi e gli sprechi della casta, in questo caso regionale, oggi recitano la parte degli indignati per non aver saputo ottenere ciò che è dovuto ai veneti e ai vicentini.
Spendono e spandono in opere faraoniche e devastanti come la Pedemontana e poi si lamentano se non hanno soldi per la prevenzione. Firmano piani di assetto territoriali pieni di nuovo cemento, per costruire case che non si a chi destinare, negozi che non sanno a chi vendere e capannoni che non si sa come utilizzare, per poi darsi a piagnistei da ambientalisti d'accatto sul dissesto idrogeologico. Fanno il tifo (Pdl e Lega) o fingono di opporsi (Pdmenoelle e sinistre varie) all'esproprio di sovranità e democrazia della base americana al Dal Molin, senza avere la dignità di italiani e di veneti per protestare sulla totale assenza di informazioni ufficiali sull'impatto delle palificazioni sulla falda sottostante.
I cittadini vogliono fatti, non parole e fumo. Chiedere a Roma i milioni necessari al bacino di Caldogno è il minimo indispensabile, e non doveva esserci il bisogno di un possibile disastro per fare ciò che Variati e Vezzaro avrebbero dovuto già fare.
Un cambiamento vero nella pianificazione del territorio potrà esserci solo adottando una politica del "Cemento Zero", ponendo al primo posto l'ambiente e la qualità della vita, anziché gli interessi particolari di palazzinari e politicanti.
Piove, politica ladra.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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