Pigato (Aci): auto, ergo sum
Domenica 16 Maggio 2010 alle 12:02 | 0 commenti
VicenzaPiù n. 191 da sabato 15 maggio è in edicola a 1 euro.
Vi anticipiamo l'intervista a Romano Pigato presidente dell'Automobile Club di Vicenza
Pigato (Aci): auto, ergo sum
di Luca Matteazzi
Intervista a Romano Pigato presidente dell'Automobile Club di Vicenza da dodici anni in prima fila in difesa degli automobilisti. "Le nuove strade? Necessarie. I blocchi del traffico? Una violenza inutile. Bici e mezzi pubblici? Palliativi"
"Io sono un automobilista. Ed essendo un automobilista sono sempre, costantemente, incazzato come una bestia".
Il cattivissimo automobilista dall'arrabbiatura perenne, una delle macchiette più popolari e divertenti di Zelig, si presenta così ogni volta che sale sul palco. Romano Pigato non ha il suo furor né la sua ferocia. Ma, come il personaggio tutto giubbotto nero e occhiali da sole creato da Gioele Dix, è diretto, schietto, sanguigno e senza mezze misure. E, soprattutto, inguaribilmente dalla parte degli automobilisti. Imprenditore nel settore delle estrazioni e del cemento (è titolare, tra le altre, della Vibeton), da dodici anni Pigato è alla guida dell'Aci vicentino. E, che si parli di buche nelle strade o di blocchi del traffico, non si tira mai indietro quando si tratta di difendere chi si muove su quattro ruote o di denunciare qualcosa che, a suo avviso, non funziona. A cominciare dalla situazione della viabilità di città e dintorni. "Un disastro. Le strade sono insufficienti, e quelle poche che ci sono, sono impresentabili, quasi da terzo mondo. Guardiamo alle buche che ci sono".
Il Comune, però, sta puntando molto su un piano di asfaltature. E i lavori, in giro, si vedono.
"Guardi, io lavoro nel settore e di asfaltature non dovrei parlare. Ma finché i lavori vengono assegnati solo con il criterio del massimo ribasso, non ci si può aspettare granché. Se dopo sei mesi ci sono le buche sull'asfalto nuovo, vuol dire che il lavoro non è stato fatto con le caratteristiche dovute. Il massimo ribasso va bene, ma ci vogliono delle garanzie: ad esempio, chi esegue i lavori dovrebbe assumersene la responsabilità per tot anni".
Insomma, molti lavori stradali sono fatti male?
"Eccome. Per carità , lavori fatti bene ce ne sono. Ma ce ne sono anche tanti fatti male: la maggior parte, direi".
Tra città e dintorni, quali sono i punti critici della viabilità ?
"Tanti. Speriamo che facciano la Pedemontana, che potrebbe risolvere molte cose. Noi siamo senza circonvallazione, al Villaggio del Sole non si circola più..."
Invece di fare nuove strade, non sarebbe ora di provare a ridurre il numero di auto in circolazione?
"Come presidente dell'Aci dico no. Le macchine sono tante, sono d'accordo, ma non è che negli altri paesi ce ne siano di meno".
L'Italia, a dire il vero, è il paese con più auto in Europa.
"Mah, di poco. Le differenze sono poca roba, mi creda"
In ogni caso il discorso è un altro. Prendiamo l'autostrada A4: quando è stata fatta sembrava enorme, poi è stato necessario aggiungere la terza corsia. Adesso, è di nuovo intasata e si parla di raddoppio. Se anche lo si facesse, tra qualche anno saremmo di nuovo al punto di partenza. Ha senso continuare così?
"A me fanno ridere quelli che parlano di biciclette o di cose così. Guardiamo ai fatti: tutti usano l'auto come prima scelta. Si dice: cambiamo il sistema. Ma non è possibile tornare indietro. Cosa facciamo, torniamo alle carrozze a cavalli?"
No. Ma in città la bici è spesso più rapida della macchina. E in molti casi si usa l'auto solo per abitudine. Non crede?
"Fino ad un certo punto. Il sabato e la domenica mica si lavora, eppure traffico ce n'è molto, e gli incidenti più gravi sono in quei giorni. Io sono un imprenditore e vivo fuori città : come faccio a venire in autobus se in qualsiasi momento mi può arrivare una telefonata e devo spostarmi in fretta?"
Nel suo caso d'accordo. Ma se chi ha orari fissi o più prevedibili usasse i mezzi pubblici, tutto il sistema funzionerebbe meglio.
"E' facile parlare, ma per realizzare certe cose, come un buon trasporto pubblico, ci vogliono risorse. Il problema è quello. E pensiamo anche al mondo dell'economia: quante persone rimarrebbero a casa se si fermasse il settore dell'auto? Quelli che propongono di sostituire le auto con le bici o con gli autobus sono ridicoli: sono solo palliativi, e parlo con cognizione di causa, perché l'Aci ha fatto studi specifici su questo. Muoversi in auto costa, se la gente lo fa è perché ne ha davvero bisogno".
Una frase che lei ripete spesso è che gli automobilisti sono mucche da mungere.
"È verissimo, è sempre stato così. Gli automobilisti sono il terzo o il quarto contribuente dello Stato. Se non ci fossero le auto, lo Stato sarebbe messo male. Pensiamo alla benzina: la paghiamo cara, e tre quarti se ne va in tasse. Poi c'è l'assicurazione. Poi c'è il bollo, che è una tassa, e magari dopo avertelo fatto pagare non ti fanno circolare".
Ecco, i blocchi del traffico. Lei è sempre stato molto critico.
"Mi viene da ridere quando chiudono il traffico per l'inquinamento. Lo sanno tutti che non serve a nulla: a Vicenza, quando hanno provato a fermare il traffico, le polveri si sono alzate. Le auto sono solo una piccola parte dell'inquinamento. I blocchi sono quasi una violenza: quando fai pagare a qualcuno una tassa per avere l'auto, poi non puoi imporgli di tenerla in garage".
All'appello delle spese mancano le multe. Secondo lei i comuni ci marciano per fare cassa e sistemare i bilanci, o sono gli automobilisti ad essere un po' troppo indisciplinati?
"I comuni ci marciano di sicuro, ma c'è anche indisciplina da parte di chi guida, anche se io sono convinto che la grande maggioranza sia corretta. Quello che io contesto è che a volte gli autovelox sembrano piazzati apposta per coglierti in fallo. E poi un conto è andare a 60 dove c'è il limite dei 50 all'ora, un conto è sfrecciare ai 150. Oltretutto, certi limiti non hanno senso: con il nuovo codice hanno confermato il limite dei 130 in autostrada. Io non sono d'accordo: in autostrada, se hai una macchina adeguata, almeno i 150 li puoi fare. Chiaro, se hai una vecchia utilitaria no, se no non ti fermi più".
Un altro argomento di cui si parla spesso e l'allargamento della zona a traffico limitato. Lei è d'accordo?
A me, tutto quello che limita le auto non piace. Poi il centro è una situazione particolare: si potrebbero fare più sensi unici e chiudere dove davvero serve. Ma a Vicenza non è che ci sia tutto questo bisogno, si è già chiuso anche troppo".
Non mi dica che lei tornerebbe alle auto in corso Palladio?
"No, quello no. Ma se guardo ad altre città ad esempio a Milano, si arriva dappertutto in auto".
Ma a Vicenza si vive un po' meglio. O no?
"Mah, non sono troppo d'accordo".
Capitolo parcheggi. Come giudica la situazione della città ?
"Male. Per fortuna c'è il Verdi, ma servirebbe almeno un altro parcheggio simile dall'altra parte di Campo Marzo. O, meglio, in piazza Matteotti".
Parlando di viabilità e strade, tra Hullweck e Variati cosa è cambiato?
"Non c'è nessuna differenza. Non voglio andare contro l'amministrazione, ma a me pare che nessuno dei due ci capisca granché, di strade. Non è il loro mestiere".
Lei, come presidente dell'Aci, ha un ruolo istituzionale. E come imprenditore opera anche nel settore dei lavori stradali. Non c'è un conflitto di interessi?
"No, nessuno. Noi qua non facciamo strade: abbiamo un'impresa, ma lavora in Trentino. Qui al massimo vendiamo i conglomerati".
Non fa molta differenza: se lei mi dice che serve la Pedemontana, qualcuno potrebbe obiettare che lo dice perché le conviene poi vendere il cemento a chi la costruisce.
"È vero che ci lavoro. Ma se non lo facessi io lo farebbe qualcun altro. Come con il Dal Molin: io ero favorevole, e adesso ci sto lavorando".
Appunto. Questo non indebolisce il suo ruolo pubblico?
"No. Io ero anche pronto a dimettermi da presidente. Poi il consiglio, che è composto da persone splendide, mi ha chiesto di restare. Non vedo conflitti di interessi: l'Aci non assegna lavori. Si basa tutto sul volontariato, e il nostro compito è solo quello di sostenerlo. Non c'è nessun conflitto".
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