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Piccole imprese per piccole opportunità

Di Pietro Cotròn Domenica 18 Marzo 2012 alle 19:06 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 230

In una zona, quella della Valle dell’Agno, dove il lavoro e l’impresa sono considerati un valore quasi sacro, negli ultimi tempi si parla sempre di più crisi economica; è diventata argomento fisso nelle conversazioni familiari, nei dibattiti al bar e nelle fugaci battute scambiate fra i banchi del mercato. Il Presidente del Consiglio, varando la seconda parte del piano per “salvare” il Paese, denominata “cresci Italia”, ha affermato che i tempi bui stanno per finire: ma sarà proprio così?

Per fugare i nostri dubbi, senza ricercare complicate analisi politico-economiche, ed evitando di perderci in termini tecnici come “spread”, “sub prime”, “hedge founds”, abbiamo chiesto lumi a quelle che sono il barometro economico per eccellenza, le piccole imprese, che compongono per larga parte il tessuto economico della Valle.

Secondo Giuseppe Luna, dell’omonima Calzoleria in Valdagno, la recente crisi economica ha pesato abbastanza, anche se la sua attività era già in mutazione a causa del cambio di tipologia di produzione delle calzature, basti pensare che fino ad una decina di anni fa in città erano in 10 “scarpari”, ora sono rimasti in 3. “Nonostante tutto 7 anni orsono ci siamo ingranditi negli spazi per dare un migliore e differenziato servizio al cliente” -ci racconta Giuseppe- “ma comunque vediamo un futuro grigio, la gente ora si orienta a comprare calzature economiche, praticamente usa e getta”.

Anche per Chiara Zaupa (nella foto), dell’agenzia viaggi Sogni Lontani, la crisi ha pesato parecchio, “la capacità di spesa dei nostri clienti si è notevolmente ridotta” –ci spiega- “per risparmiare molti si affidano al fai-da-te, e non solo per i voli, ma anche per viaggi importanti” ed aggiunge “i nostri stipendi ne hanno risentito, ed il futuro lo vedo nero, la crisi non finirà a breve”.

Molto deciso il commento di Fiorenzo Parise, dell’enoteca Sampdoria Vini, per il quale la crisi ha pesato “tantissimo” –ci dice- “le abitudini della mia clientela si sono adeguate alla possibilità economica, con una considerevole diminuzione del volume di affari, per far fronte alla quale ho dovuto ridimensionare il magazzino pari passo con la richiesta ed ho dovuto razionalizzare l’apporto del personale dipendente, operando delle riduzioni sull’orario di lavoro”.

Quando gli chiediamo come veda il futuro il commento è perentorio: “disastroso, non vedo segnali di ripresa, devo essere realisticamente negativo!”.

Anche per Cinzia Burtini, dell’omonima impresa edile, la crisi ha lasciato il segno, “una flessione di più del 70%, nell’ultimo triennio” –esordisce- “caratterizzata dalla mancanza di richieste di preventivi e da una forte concorrenza su prezzi, fino al ribasso” –denuncia- “pesa in generale la mancanza di liquidità da parte dei potenziali committenti a cui si aggiunge la difficoltà di accesso al credito”. “Per quanto riguarda il personale” –specifica- “non abbiamo operato ridimensionamenti, però abbiamo dovuto ridurre sensibilmente i margini di profitto, razionalizzare gli acquisti ed il magazzino, per evitare di avere capitale fermo”. Le previsioni sul futuro prossimo non sono rosee, infatti ci dice: “vediamo il 2012 come anno di sopravvivenza, data la mancanza di commesse nel primo trimestre, comunque per molti nel nostro settore questo sarà l’anno decisivo…”

Continuiamo la nostra indagine con Giulio Rossato, di Valdagno Case, che ci conferma: “la crisi si è fatta sentire pesantemente nella mia attività ed il peggio sembra non essere passato, sono un lavoratore autonomo e, nonostante la volontà di crescere, non ho la possibilità di operare investimenti, ora l’incertezza è la sensazione più forte”.

Come abbiamo potuto appurare il nostro barometro economico prevede cattivo tempo, forse il meteorologo di Palazzo Chigi si sbaglia?

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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