Imprese, arti applicate e identità territoriale: un piano quinquennale per "mostrare" la cultura vicentina
Giovedi 17 Dicembre 2015 alle 14:20 | 0 commenti
Il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini D'Elci l'ha annunciata come "la conferenza più importante del suo mandato", la presentazione che ha tenuto, coadiuvato da Giovanni Villa, direttore scientifico di Palazzo Chiericati, oggi per anticipare mostre ed esposizioni che interesseranno la città di Vicenza da qui al 2020. "Vicenza. La bellezza in mostra" (guarda la fotogallery) si presenta come un progetto ambizioso, che valica persino i limiti temporali dell'attuale amministrazione, che "muore" nel 2018, "Ma l'Amministrazione entrante non avrà il tempo fisico di organizzare nulla per il periodo 2018-2019, e avrà la facoltà di annullare l'evento programmato per il 2020."
"Le mostre saranno elemento importante, ma non l'unico né quello finale" continua il vicesindaco, "Usciamo dal triennio della riapertura della basilica, e da un periodo in cui possiamo investire sulla cultura. Ora possiamo continuare, ma senza prescindere dalla dimensione locale, e di costruzione dell'identità storica del territorio. Se vogliamo attirare visitatori a Vicenza dobbiamo convincerci che gli elementi che possono richiamarli sono già presenti nel nostro territorio.
Vogliamo valorizzare il locale ed essere multi-target, per interessare un vasto numero di persone, e non generare "picchi" di visitatori per pochi eventi eccezionali."
A sintesi di quest'idea ci sono almeno tre progetti collaterali:
-Un progetto di Video Mapping sui palazzi della città , per costruire una narrazione della Vicenza palladiana e del viaggio intorno al mondo di Pigafetta, così da trasformare il centro storico in un museo notturno, permanente, diffuso e gratuito. L'idea è di indire un bando internazionale per videomaker, affinché realizzino delle installazioni video che sappiano raccontare la città di Vicenza proiettandola sulle facciate degli edifici storici della città ;
-un progetto di valorizzazione ulteriore del teatro olimpico, che lo sappia riproporre attravero un'operazione di di ri-narrazione e storytelling, magari tenuta da qualche nome illustre del panorama culturale e teatrale nazionale, capace di spettacolarizzazione l'evento della visita del teatro Olimpico;
-infine, un tentativo di aprire la città al meglio della musica contemporanea mondiale.
La prospettiva è quella di puntare sui gioielli della città , dalla Basilica alla Biblioteca, passando per Palazzo Chiericati, grande museo civico, "al centro di un'opera di recupero e rinnovamento", come dice Giovanni Villa. "Abbiamo recuperato l'ala novecentesca, che aprirà domani per restituire alla cittadina il lascito Ghiotto, e successivamente l'impressione della perduta chiesa di s. Bartolomeo. Vogliamo costruire una 'macchina per la cultura', un centro pulsante che ruota attorno a un'esposizione che raddoppia le sue dimensioni. Un museo che diventa porta della città . Vogliamo dare ai vicentini un motivo per tornare più volte al museo, oltre all'esposizione del lascito Ghiotto, quello di Pozza-Quaretti, oltre alla biennale Illustri Festival."
Una grande architettura, che ruota, naturalmente, al programma di mostre messo a calendario.
-A Maggio 2016, alla fine dei lavori di riallestimento del salone della Basilica, prenderà il via un lavoro di valorizzazione del patrimonio della città , collegandolo ai tesori di palazzo Leoni Montanari, in particolare mettendo in relazione occidente e oriente, grazie alla collezione di icone delle Gallerie, forse la più grande al di fuori del territorio russo.
-Il 2016 vuole essere l'anno vicentino della commemorazione della Grande Guerra. È in programma una serie di almeno 3 mostre, la cui natura vorrà essere radicalmente non standard "senza mostre storiche o storicismi, ma una narrazione emozionante della storia dell' esperienza in trincea. L'esposizione vuole costringere lo spettatore a 'rivivere' l'esperienza bellica. Vogliamo mettere in campo l'intera città coinvolgendo le realtà che fanno cultura localmente, come cinema, teatri, spettacoli e concerti, vogliamo fare di Vicenza la capitale della commemorazione della Grande Guerra."
-A Gennaio 2017 inizia un ciclo di quattro grandi eventi, dal titolo "Art of Style".  "Vogliamo passare l'idea di una città che in quanto tale ha saputo diventare un'icona di bellezza, di stile e di ricercatezza formale. Vogliamo far dialogare il patrimonio storico culturale con il mondo produttivo ed economico, che fa parte a sua volta della storia culturale del nostro territorio. La triade di riferimento è arte, gioiello e moda. Apriamo con una mostra sul '900, e le altre in programma vanno a ritroso nella storia, coprendo i periodi del Cinquecento, Quattrocento e Trecento. Il fulcro delle esposizione saranno la relazione tra moda, gioiello, e il rapporto che intrattengono con la storia dell'arte. Vedremo come nomi straordinari della storia dell'arte internazionale hanno operato nella progettazione nei campi della gioielleria e della moda, e di come la grande arte ha sempre dialogato con l'arte applicata, col mondo della moda e della produzione di gioielli. La logica è quella di ripensare e ricollegare Vicenza città dell'oro, ma anche dei tessuti, all'arte e ai suoi cicli produttivi ed economici. Attorno a questo ciclo di 4 mostre vogliamo coinvolgere gli attori già presenti sul nostro territorio, anche per ri-culturalizzare il mondo dell'impresa, anche per rilanciarsi sul circuito internazionale. Un progetto che ha già ottenuto una partnership strategica con Intesa SanPaolo, le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, e sta coinvolgendo naturalmente il mondo della Fiera."
A tutto questo si aggiungono alcune importanti riconferme, come quella di Vicenza Jazz e del Festival Città Impresa.
Molta, forse troppa carne al fuoco? Per il vicesindaco "Si tratta di dare un orizzonte a lungo termine, così da permettere anche alle realtà locali di progettare le proprie attività per gli anni a venire."
Un'operazione mastodontica, che dovrebbe costare nel complessivo circa 6 milioni di euro. Per il 2016 le spese sembrano coperte, dai vari sponsor (Cariverona, Intesa San Paolo e Fiera i tre nomi principali), e dalle casse del Comune dovranno uscire circa 600mila euro.
Per il futuro? Gli sponsor ancora non si conoscono, ma tutti sono benvenuti, sia i locali che i grandi marchi internazionali, "fondamentali per stimolare e aumentare la notorietà della nostra città ."
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.