Piano Italia 4.0, Luciano Vescovi: Lo spirito di collaborazione non deve essere dimenticato
Venerdi 23 Settembre 2016 alle 09:20 | 0 commenti
Il Competence center veneto è intascato, cosa sarà nella sua forma concreta rimane tutto da scoprire. Nella folata di nuove terminologie «4.0» arrivata due giorni fa con l'inserimento anche nella nostra regione, nel contesto del piano industriale del governo, di un futuro Centro di competenza, un po' tutte le categorie esprimono soddisfazione e una convergenza sugli obiettivi strategici. Ma una definizione «plastica» ancora non c'è. È tutto da mettere a fuoco, anche se si farà in fretta, garantiscono le categorie produttive, della formazione e i sindacati, nell'attesa del «road show» chiarificatore previsto fra pochi giorni, dallo stesso premier, Matteo Renzi.
«Se la gente si chiede cosa sia la Quarta rivoluzione industriale e non trova risposte - rileva Alberto Baban, presidente della Piccola Industria di Confindustria - è già un segnale verso gli atenei, incaricati di capire quale sia la trasformazione prossima ventura, non solo di quella digitale ma di tutte le tecnologie abilitanti che stanno emergendo sul mercato. L'innovazione conosce una fortissima accelerazione e ha bisogno di essere insegnata a chi cerca di comprenderla».
Secondo Gianni Potti, presidente del comitato nazionale di coordinamento di Confindustria servizi innovativi, il dato di fatto è che «per la prima volta l'Italia ha un piano di questo tipo, dedicato allo sviluppo del Paese. In ritardo di cinque anni rispetto a Germania o Francia, ma intanto è stato fatto. Ora è fondamentale che non lo si immagini come le vecchie strutture universitari e i piccoli parchi scientifici locali, o come i carrozzoni tipo Veneto Nanotech. Quella regionale è la dimensione minima per un parco scientifico e tecnologico».
«Siamo tutti chiamati ad agire con responsabilità - aggiunge Maria Cristina Piovesana, presidente di Unindustria Treviso - gli imprenditori investendo e aprendo le aziende, l'università nel dare strumenti concreti ai processi di crescita, le istituzioni nel guidare e facilitare questa relazione. Il mondo delle associazioni d'impresa rappresenta uno snodo importante per procedere con rapidità e concretezza». Il presidente di Padova, Massimo Finco, ammette che ciò «non sarà semplice né scontato. Ora inizia la vera sfida, che investe noi imprenditori, le università , la politica, per tradurre l'eccellenza scientifica degli atenei in trasferimento di conoscenza alle imprese». «Lo spirito di collaborazione che si è venuto a creare - raccomanda Luciano Vescovi, leader di Confindustria Vicenza - non deve essere dimenticato. È necessario che questa unione si mantenga anche in fase di esecuzione e operatività del piano, cosa non semplice».
La cifra che fa notare anche Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, è che «per la prima volta tutto il mondo accademico, delle imprese e del lavoro si è unito, lasciando da parte gli individualismi e ottenendo un risultato più che ragguardevole, segno - conclude - che questa è la strada da percorrere guardando oltre».
di Gianni Favero, da Il Corriere del Veneto
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