Pi e alloggi sfitti, Rebesani: mille? Quelli del Comune, agibili, sono una quarantina
Martedi 30 Ottobre 2012 alle 10:09 | 0 commenti
Sunia Vicenza - "Quasi ‘mille alloggi sfitti ai più poveri' titolava venerdì scorso l'articolo di un quotidiano locale a proposito del nuovo Piano degli interventi adottato dal Comune di Vicenza. Detto così, però, il titolo è incomprensibile. Sì, perché se il termine "sfitti" significa che gli alloggi già esistono e sono abitabili, dobbiamo anche ricordare che gli alloggi sfitti nel nostro Comune, stando al censimento del 2011, sono 7500 ma sono tutti privati!
Allora, o si va ad un esproprio proletario di dimensioni mastodontiche oppure per i poveri continua ad esserci il poco, insufficiente quotidiano". Lo afferma Fulvio Rebesani, segretario generale vicentino del Sunia, il sindacato degli inquilini, assegnatari e proprietari di prima casa.
"Gli appartamenti più recenti verranno locati a 500/550 euro al mese, gli altri a 400/500 euro al mese. Che ci fa - si chiede il segretario del Sunia- una famiglia disoccupata o cassintegrata con affitti di questi livelli che assorbono il 60/70 per cento del loro reddito? Mangiare o pagare il canone è il dilemma e la realtà per molti residenti a Vicenza. Altro che mille alloggi!"
"Poiché questa affermazione in stile berlusconiano (un milione di posti di lavoro aveva detto il Cavaliere!) è stata fatta in sede di presentazione del Piano degli interventi, vediamo che c'è di buono in esso per i poveri e gli impoveriti - continua Rebesani -. Ma prima chiariamoci le idee sui termini per evitare una babele vicentina. Gli alloggi locati secondo le regole della Edilizia Residenziale Pubblica devono essere, per legge, proprietà pubblica, cioè del Comune o dell'Ater. I canoni previsti sono commisurati alla capacità economica e alle condizioni delle famiglie. Per questo molte di esse pagano non più di 100/150 euro al mese. E' qui che il settore urbanistica, il suo assessore e talvolta anche il sindaco continuano ad equivocare parlando di edilizia sociale, un termine che non trova riscontro in nessuna legge concernente la locazione, pubblica o privata. Il termine edilizia sociale, da chiunque sia usato, è ambiguo ed inafferrabile come il sapone bagnato", chiosa il segretario.
"Comunque fuori dell'ERP non si va sotto i 400-500 euro al mese per gli appartamenti più vecchi, e sopra i 550 o più per gli altri. Ne sanno qualcosa gli abitanti delle case di via Divisione Julia che, sfrattati per morosità , furono collocati in 24 appartamenti affittati a loro a canone ‘sociale', ossia a canone concordato: 500-550 euro al mese. Canoni di questa pesantezza non erano sopportabili. Ne derivò una rilevante morosità ed uno sfratto in massa (come facevano nel Ventennio con gli ‘indesiderati'), asseverati dal giudice lo scorso giugno. Bel colpo cara giunta comunale!", rincara la dose Rebesani.
"Poiché le affermazioni assessorili sono state collocate nell'ambito della presentazione del Piano degli interventi, vediamo che cosa dice il progetto che regolerà per almeno cinque anni la gestione del territorio a Vicenza. Nelle norme attuative si prevede (art. 2.2.4 ‘Le azioni di riqualificazione urbana') edilizia pubblica o sociale in ogni piano urbanistico attuativo (PUA) e la cessione al Comune di almeno sei alloggi in proprietà o in convenzione. Alla luce dei motivi ispiratori del Piano degli interventi, che sono il soddisfacimento degli speculatori e dei titolari di rendite parassitarie, è ragionevole ritenere che:
1. i sei o più alloggi non saranno destinati all'edilizia pubblica ma a quella cosiddetta ‘sociale' e quindi locati a canone concordato (500 euro al mese o più);
2. questi alloggi non saranno ceduti al Comune in proprietà , ma resteranno in mano privata ed il comune potrà usarli in convenzione, cioè a termine come gli alloggi di via Divisione Julia.
Infine - spiega ancora il segretario del SUNIA - è da rilevare che in nessuno dei 14 progetti privati concordati sono previste case ERP (Edilizia residenziale pubblica). Invece delle 33 zone territoriali omogenee (ZTO) solo due, piccole, è previsto un intervento ERP. Quanto ai 13 progetti urbani (PU), comprese le grandi aree FTV, Montagnole, Fro-MMaltauro, eccetera, solo quello di viale Trento-via Divisione Julia contiene una destinazione ERP. Una miseria!"
"Invece di sparare fuochi artificiali incolori, l'assessore Lazzari farebbe bene ad interessarsi affinché gli alloggi sfitti ed agibili del Comune (una quarantina) vengano messi a disposizione degli sfrattati, dei senza tetto, di chi vive in sedi improprie. Come nel caso della famiglia che vive nell'autorimessa a San Pio X. E sarebbe per lei meritorio - conclude Rebesani - insistere con forza per il ripristino delle circa 90 abitazioni, sempre di proprietà comunale, che hanno bisogno di lavori, per i quali la Giunta ha deliberato il finanziamento ancora nel marzo scorso".
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