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Categorie: Politica
Pi, j'accuse di Variati alle minoranze
Sabato 9 Febbraio 2013 alle 03:14 | 0 commenti
Achille Variati batte i pugni sul tavolo. Il sindaco di Vicenza quando ieri a palazzo Trissino ha incontrato l'assessore all'urbanistica Francesca Lazzari e il direttore del settore territorio Antonio Bortoli per fare il punto dopo la seduta consiliare di due giorni fa ha ribadito con maggiore forza un concetto già squadernato in aula in sede di approvazione del Piano interventi.
«L'Aventino» con cui le minoranze hanno disertato l'aula in segno di «spregio» per una delibera non condivisa costituisce, a dire del primo cittadino, una condotta «irresponsabile» sul piano istituzionale. Poi lo stesso capo dell'esecutivo municipale ha precisato che le battaglie si fanno sui contenuti e non sul filo delle polemiche «sterili ed elettoralistiche». Una convinzione ribadita poco dopo in una nota fitta di dati e cifre con cui Lazzari e Bortoli hanno difeso la bontà dell'impianto del Pi, sottolineandone «la grande valenza sul piano delle tutele ambientali».
Ma ieri mattina il sindaco, sollecitato sul tema del possibile svuotamento delle potestà comunali in ragione dell'articolo 38 del piano di coordinamento del territorio al vaglio della Regione Veneto, ha spiegato di non temere sul piano di possibili speculazioni edilizie. Vigorosa è stata anche la presa di posizione di Bortoli che pur non menzionandoli direttamente ha criticato coloro che nell'articolo 38 del piano regionale, il Ptrc, vedono un pericolo per l'autonomia decisionale dei comuni. «Un conto sono i rischi immaginati, un conto è il dettato della norma - dice Bortoli - la quale spiega chiaramente che vengono affidate alla pianificazione regionale solo le aree di pertinenza dei caselli, non tutte le superfici attorno ai caselli per un raggio di due kilometri. In regione - spiega sempre il direttore - non sono mica scemi». Ad ogni modo  l'ultima chiosa Variati se l'è tenuta per sé: «In tanti anni di politica io mai ho disertato l'aula conducendo lì le mie battaglie. Chi si dilegua dando fiato solo ad illazioni di basso tenore non rispetta i suoi elettori».Â
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