Pfas, Pd: preoccupa pozzo in zona industriale di Vicenza
Giovedi 29 Ottobre 2015 alle 18:26 | 0 commenti
Nota di Andrea Zanoni, PD
Con un’interrogazione rivolta alla Giunta, il consigliere regionale del PD e vice presidente della Commissione Ambiente, Andrea Zanoni chiede “quali azioni urgenti intende avviare la Regione affinché siano accertate le responsabilità e rimosse le cause dell’inquinamento delle acque da acquedotto di 10 Comuni veneti prodotte dalla sostanze PFAS.Questo per tutelare la salute delle popolazioni coinvolte e risarcire i costi sostenuti dalle amministrazioni locali per gli interventi di emergenza ambientale già effettuatiâ€.
L’esponente democratico evidenzia che “in questi giorni i sindaci di dieci Comuni (Agugliaro, Alonte, Asigliano, Campiglia, Orgiano, Pojana e Sarego, Megliadino S. Fidenzio, Montagnana e Urbana) hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente e all’Arpav di adottare provvedimenti urgenti per fronteggiare una grave situazione di emergenza ambientale derivante dalla contaminazione delle acque potabili da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS)â€.
Zanoni parla di un “allarme che interessa ben 350 mila persone: nel 2013 a seguito di alcune rilevazioni effettuate sui pozzi dall'Istituto di Ricerca sulle Acque è emerso che da tempo le acque potabili di circa trenta comuni della Regione del Veneto, ubicati principalmente nella zona ovest della provincia di Vicenza, in particolare nelle valli dell'Agno e del Chiampo e nel bacino del fiume Fratta (che confluisce nel canale Garzone) ma anche in alcune zone confinanti delle province di Padova e Verona, sarebbero interessate da una significativa contaminazione. L’Arpav avrebbe a suo tempo individuato la fonte della contaminazione negli scarichi di una industria localeâ€.
“I PFAS, - sottolinea - oltre ad essere cancerogeni di classe 2b, alterano i meccanismi che regolano la produzione di numerosi ormoni, soprattutto tiroidei e steroidi sessuali. Dai dati pubblicati recentemente è emerso che in alcuni casi la concentrazione di tali sostanze avrebbe superato i 1.000/1.500 ng/l (nanogrammi per litro), arrivando a sfiorare soglia 2.000 ng/l in un pozzo (poi chiuso) di una zona industriale di Vicenza. La normativa italiana ed europea - si legge nell’interrogazione sottoscritta anche dai consiglieri Moretti, Guarda, Fracasso, Sinigaglia e Ruzzante -non ha ancora fissato specifici limiti di presenza di tali composti nell'acqua potabile. Ma, tanto per avere un’indicazione che dovrebbe preoccupare non poco, in Germania, il limite è di 100 ng/l e nel New Jersey (U.S.A.) pari ad appena 40 ng/lâ€.
“Lo scenario che abbiamo davanti – conclude Zanoni – impone un intervento immediato della Regione. Abbandonare i Comuni e le popolazioni a loro stessi sarebbe un atto politico ed istituzionale colpevole ed irresponsabileâ€.
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