Quotidiano | Categorie: Ambiente, Economia&Aziende

Pfas, Miteni: "oltre mille tonnellate utilizzate in 10 anni in Veneto da oltre 500 industrie dell’alto vicentino"

Di Note ufficiali Lunedi 25 Giugno 2018 alle 16:55 | 0 commenti

ArticleImage

Cento tonnellate di perfluorurati ogni anno – comunica con una nota l'azienda Miteni Spa - è il quantitativo entrato nell’ambiente dalle lavorazioni industriali, valori che finalmente spiegano le concentrazioni di Pfas rilevate nelle acque. E’ il risultato di una ricerca (foto) realizzata da Global Market Insight, uno dei principali istituti di ricerca di mercato al mondo, commissionata da Miteni nell’ambito della definizione del nuovo piano industriale a seguito del procedimento di concordato in continuità. 

La ricerca ha esaminato il mercato del Pfas in tutte le regioni italiane: il Veneto da solo ogni anno consuma più di metà delle 200 tonnellate che vengono importate e distribuite nel Paese.

Per la prima volta viene documentato con dati concreti e solidi ciò che il tribunale superiore della acque aveva disposto lo scorso anno indicando in una sentenza di indagare sull’utilizzo dei Pfas nell’industria.

La ricerca è stata consegnata oggi alla commissione regionale sui Pfas.

 

mappa Pfas

Trissino, 25 giugno 2018. Circa duecento tonnellate l'anno di perfluorurati per la concia con un trend in crescita. Questo dice la ricerca di Global Market Insight sul mercato dei Pfas in Italia, le molecole al centro dell’attenzione per la loro elevata persistenza nell’ambiente e negli organismi. Più della metà di queste sostanze viene utilizzata in Veneto: 109,31 tonnellate solo lo scorso anno. L’indagine del prestigioso istituto americano di ricerca si è basata su molteplici fonti tra cui le dichiarazioni raccolte presso gli stessi produttori e distributori.

Sono dieci i produttori di derivati perfluoroalchilici e sette i distributori coinvolti nella ricerca che dunque traccia un quadro inevitabilmente per difetto dovendo trascurare i produttori e i distributori minori. Le sostanze censite sono state identificate per la loro tipologia di utilizzo: concia, produzione di scarpe, vestiti, guanti e altri accessori.

I prodotti commerciali perfluorurati considerati sono 28 e alcuni contengono soluzioni più o meno pure, altri contengono percentuali di Pfoa miscelate a C4, altri ancora, e sono una parte consistente, contengono polimeri perfluorurati. Quest’ultima categoria è un elemento importante per comprendere le conseguenze pratiche rivelate da questa indagine perché spiega per quale motivo le concentrazioni di Pfoa nell’ambiente siano così elevate rispetto alle concentrazioni rilevate negli scarichi industriali.

Questi polimeri ancora oggi non vengono infatti rilevati negli scarichi ma degradano in Pfoa nell’ambiente in una misura variabile intorno al 30%, in un tempo che varia da poche settimane ad alcuni anni a seconda della forma in cui sono immessi. Di fatto quindi il Pfoa non risulta alle analisi sugli scarichi ma diventa libero in ambiente a seguito della degradazione successiva dei polimeri, secondo quanto indicato dall’agenzia di regolamentazione dell’Unione Europea ECHA.

L’inquinamento come noto secondo la mappa di Arpav ha le massime concentrazioni lungo i punti di uscita storici del consorzio di depurazione Arica che raccoglie le acque delle industrie del territorio. Di fatto dal tubo escono non solo Pfoa ma anche quantità imponenti di polimeri usati delle industrie che diventano Pfoa e altri Pfas una volta nell’ambiente.

Sono oltre 500 le industrie dell’alto vicentino secondo il censimento fatto dalle stesse organizzazioni di categoria che nel loro ciclo produttivo utilizzano in quantità variabile Pfas come leganti o additivi. Un consumo che la ricerca indica in costante crescita.

Dice Anuja Ugale executive business di di Global Market Insights: " Il nostro margine di errore è inferiore al 5%, rispetto allo scenario di mercato effettivo. Utilizziamo un'ampia gamma di database autorevoli e conduciamo poi una vasta ricerca sulle fonti primarie al fine di convalidare i nostri risultati e le analisi".

Antonio Nardone amministratore delegato di Miteni dice: “I dati sono a nostro avviso molto chiari e non vogliono puntare il dito contro nessuno ma dare una indicazione oggettiva della situazione attuale e del passato. Dati che sono perfettamente allineati con le disposizioni che lo scorso anno ha dato la sentenza del tribunale Superiore delle acque pubbliche che aveva indicato gli utilizzatori dei Pfas come punto fondamentale per affrontare il problema. Non si può ora non considerare che in Veneto vengono usati Pfas in volumi decine o centinaia di volte più grandi di quanti non ne abbia mai scaricati Miteni. Non si può adesso ignorare che le zone contaminate sono coerenti con gli scarichi di alcuni tipi di produzione e che non hanno nulla a che fare con la falda dello stabilimento. Questa ricerca rivela il tassello che mancava nella comprensione del fenomeno”.

Leggi tutti gli articoli su: Miteni, pfas, Antonio Nardone, Global Market Insight

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network