Pfas, M5S: "Regione sperimenti tecnologia"
Giovedi 23 Marzo 2017 alle 16:17 | 0 commenti
Il Movimento Cinque Stelle invita la regione a sperimentare la tecnologia in quanto esistono microrganismi in grado di decontaminare acque e terreni inquinati da Pfas. "Esistono microrganismi in grado di decontaminare acque e terreni inquinati da Pfas. La Regione si faccia carico di sperimentare la tecnologia". La proposta è del gruppo Cinquestelle in Consiglio Regionale che ha ospitato oggi in collegamento Skype il biologo Domenico Prisa il quale ha esposto i risultati della sua ricerca. Ha impiegato microrganismi nelle acque contaminate da Pfas dimostrando che da un primo test di laboratorio questi sarebbero in grado di depurare l'acqua senza danni per l'ambiente non solo abbattendo i Pfas ma anche vari tipi di inquinanti tra cui i metalli pesanti. Presenti anche l'assessore all'Ambiente del Comune di Sarego (Vi) Flavio Zambon e la consigliera comunale M5s di Montecchio Maggiore (Vi) Sonia Perenzoni.
"Ho conosciuto Prisa la scorsa estate alla fiera del Bioogico a Vittorio Veneto - interviene il consigliere M5s Simone Scarabel -ci siamo confrontati e gli abbiamo portato dei campioni di acqua contaminata per fare un primo test. È una soluzione da testare in ambiente per confermarne l'efficacia, una possibile soluzione al problema". "Invitiamo la Regione a intraprendere questa strada. La tecnologia all'estero viene impiegata da anni per il risanamento ambientale, ad esempio la si sta usando per decontaminare le acque dopo l'incidente nucleare di Fukushima", aggiunge Scarabel.
Il collega Manuel Brusco ricorda che "Sono oltre 100 i Comuni interessati dall'inquinamento da Pfas di cui 21 sono nella zona rossa, noi ci siamo occupati di Pfas fin dal primo momento per le conseguenze ambientali e soprattutto sulla salute. Le nostre preoccupazioni sono state condivise nella relazione del direttore generale della Sanità Domenico Mantoan. Invece la Regione Veneto ha deciso di aumentare fino a 6 volte i limiti permessi per questi composti accogliendo i ricorsi delle aziende presentati al Tribunale delle Acque". "La Regione ancora una volta mette la salute dei cittadini in secondo piano rispetto alle aziende, per questo crediamo sia importante sperimentare questa tecnologia", conclude Brusco.
Infine il capogruppo M5s Jacopo Berti è intervenuto spiegando che "La soluzione riduce di cento volte gli inquinanti, si trova in natura, non ha controindicazioni e costa un decimo rispetto alle tecnologie tradizionali. È una soluzione immediata, pratica, effettiva per mettere in sicurezza i cittadini veneti perché va ricordato che sono oltre 350 mila le persone che rischiano la vita per i Pfas". "La nostra è una proposta basata su dati scientifici e non politica, è una soluzione che può essere attivata subito, ora passiamo la palla alla Regione, abbiamo fatto il nostro - prosegue Berti - Bottacin e Coletto dicono che hanno già fatto tutto il possibile per risolvere la situazione, ecco questa è una soluzione, proviamola".
"Questa tecnologia si può e si deve sperimentare ora in ambiente naturale - sottolinea Sonia Perenzoni - a partire dagli agricoltori e per arrivare alle industrie, che per la loro produzione prelevano acqua contaminata da Pfas dalla falda. Chiediamo quindi alla Regione di proseguire questa ricerca, che ha tutti i presupposti per riuscire nell'intento di abbattere notevolmente la presenza di Pfas e anche altri composti chimici nelle acque, ma anche nei suoli contaminati. Inoltre con questo sistema non ci sono filtri saturi di Pfas da smaltire e non si producono altre forme di inquinamento". "Chiaramente per il sito contaminato della Miteni il discorso è diverso - avverte Perenzoni - lì c'è una contaminazione nel suolo da bonificare completamente e bisogna fare il possibile per impedire nuovi sversamenti di Pfas nel torrente Poscola e al depuratore di Trissino, come da recente comunicazione della Regione Veneto".
"Premesso che a nostro avviso i costi dovuti a questo disastro ambientale dovranno essere sostenuti da chi ha inquinato - spiega quindi Zambon - qualora fossero confermate l'efficacia e l'economicitá di questo metodo, la sua applicazione sarebbe importante per mantenere i prelievi dalla falda con le portate attuali, filtrando l'acqua portata in superficie per l'irrigazione". "L'operazione di filtrazione efficace e a basso costo - continua l'assessore - potrebbe essere utile anche per l'agricoltura e per le industrie che fanno ampio uso di acqua, come ad esempio la cartiera di Sarego e le industrie tessili". "Ricordo - conclude Zambon - che per non allargare il problema ad altre aree, i prelievi dalla falda attuali dovranno essere mantenuti anche dopo la sostituzione delle fonti di approvvigionamento e tutta l'acqua portata in superficie dovrà essere filtrata. Un metodo di filtrazione efficace ed economico sarebbe dunque indispensabile".
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