Pfas, M5S: "Lo stato di emergenza è una vittoria del territorio, ora vogliamo sapere cosa intendono fare Governo e Regione"
Giovedi 22 Marzo 2018 alle 22:36 | 0 commenti
L'attivazione dello stato di emergenza per le province inquinate dai Pfas è una vittoria del territorio. A dirlo sono i consiglieri regionali del gruppo del Movimento 5 Stelle e il sindaco di Sarego, Roberto Castiglion: a chiedere ufficialmente lo stato di emergenza erano stati i comitati, le associazioni e i gruppi delle mamme No-Pfas che a novembre avevano accompagnato il primo cittadino della località vicentina a Palazzo Chigi per un incontro con i rappresentanti del Governo sul tema Pfas.
"Senza la massa critica creata dai cittadini, dalle realtà associative e dalle famiglie che vivono nella zona coinvolta - spiegano i pentastellati - non saremmo mai arrivati a questo punto. Hanno avuto il coraggio di portare avanti la loro lotta, che noi abbiamo sposato fin dall'inizio, contro tutti e contro tutto".
"A questo punto non resta che sperare nella nomina di un commissario - confermano gli esponenti del Movimento 5 Stelle - purtroppo questo ennesimo commissariamento in Veneto ci dà l'idea di un governo regionale che predica bene, dichiarandosi ovunque efficiente e virtuoso, ma che razzola male quando va a chiedere aiuto a Roma per ogni emergenza. Una Regione che va a contrattare maggiori autonomie su mandato diretto dei cittadini deve dimostrare di meritarsela, l'autonomia".
"Per quanto riguarda Zaia - avvertono i 5 Stelle, che ringraziano per le associazioni e i gruppi delle mamme No-Pfas che si battono ogni giorno per questo problema gravissimo - il presidente deve decidere un po' da che parte stare. Fino a qualche mese fa i suoi davano degli allarmisti a chi denunciava l'emergenza legata ai Pfas, e ora se la prende con il Governo per le lungaggini sulla dichiarazione dello stato di emergenza. Da tre anni noi dichiariamo che questa è una vera emergenza, ma per lungo tempo nessuno ha voluto prendere in considerazione quanto dicevamo".
I 5 Stelle chiedono infine al governo veneto e a quello nazionale cosa abbiano intenzione di fare per risolvere la situazione: "Vogliono procedere solo con i nuovi acquedotti e i nuovi filtri, che temiamo dovranno pagare come sempre i cittadini - è la domanda - oppure vogliono anche bonificare il sito della Miteni e spostare l'attività prendendosi in carico anche la situazione dei lavoratori? Lo chiediamo da un pezzo, ma nessuno ci risponde".
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