Pfas, l'on. Damiano Zoffoli (PD): "la Commissione europea si è impegnata a rivedere la normativa sull'acqua potabile"
Venerdi 13 Ottobre 2017 alle 19:08 | 0 commenti
"Da membro della commissione ambiente, sicurezza alimentare e salute pubblica in Parlamento europeo ed ex amministratore locale ho voluto presentare un'interrogazione per comprendere cosa la Commissione europea volesse fare in merito ai parametri sui Pfas." Lo dichiara Damiano Zoffoli, europarlamentare Pd della commissione Nord-Est (Veneto, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia-Giulia e Trentino-Alto Adige) nell'ambito della conferenza stampa tenutasi oggi 13 ottobre presso la sede provinciale vicentina del Pd.
"La Commissione europea - prosegue Zoffoli - ha già inserito nella propria programmazione del 2017 una proposta di revisione della Direttiva sull'acqua potabile e in tale contesto intendo battermi a tutela dei cittadini veneti per limiti sui Pfas a reale e piena tutela della loro salute."
"Appena la proposta verrà resa pubblica - conclude l'europarlamentare - sarà mio impegno tornare nel territorio per discuterne i contenuti con i portatori d'interesse e i consiglieri regionali e amministratori locali."
"È importantissimo - specifica il capogruppo Pd in Consiglio Regionale Stefano Fracasso - che l'Unione Europea intervenga, grazie alla revisione della Direttiva sulle Acque potabili, in modo da dare un indirizzo per tutti i Paesi europei in modo che questo sia un elemento di sicurezza per tutti i cittadini. In questi mesi, infatti, il riferimento a quale fosse il limite più adeguato (tedesco, svedese, americano...) ha ingenerato confusione su un tema di per sé molto complesso."
"Ben vengano - interviene la consigliere regionale Cristina Guarda - i nuovi parametri dell'Efsa con limiti più ristrettivi sui Pfas e da applicare su tutti i campi, per questo la richiesta dell'on. Zoffoli è
necessaria. Comunque ciò che al Veneto serve urgentemente è un impegno forte, diverso da quello messo finora, da parte della politica affinché corregga gli errori del passato."
"Nella zona rossa - prosegue Guarda - siamo di fronte a un vero e proprio disastro ambientale e il modello di sviluppo veneto è responsabile tanto quanto una politica miope che ha permesso di martoriare il territorio, senza pensare al conto che sarebbe stato presentato alle generazioni future in termini di salute. È stata una scelta delittuosa permettere alle aziende chimico-industriali di insediarsi nelle zone di ricarica della falda. Limiti di Pfas più bassi sono auspicabili, quanto insufficienti se non si agisce anche su questo campo."
"Per quanto riguarda la Miteni nello specifico - insiste la consigliera di Lonigo - non basta la sostituzione dei Pfas a catena lunga con quelli a catena corta, perché questi sono difficilmente filtrabili e quindi dannosi per l'ambiente e la salute nella stessa misura. Serve un drastico cambio di rotta: l'azienda aveva parlato di riconversione industriale già un anno fa, ma di questo piano non abbiamo più saputo niente. L'alternativa è quella della delocalizzazione in zone meno problematiche, considerato che i Pfas non sono la sola sostanza chimica emergente prodotta da Miteni. E ciò deve diventare una regola generale per tutte quelle imprese che producono sostanze chimiche pericolose per l'ambiente: la Regione individui le aree da tutelare, faccia una seria programmazione, in modo da evitare che possano ripetersi disastri del genere, a discapito delle future generazioni".
"Come Pd provinciale - conclude la Segretario Provinciale Pd Veronica Cecconato - ci siamo battuti sul tema dei PFAS a tutela della salute deicittadini. Sono profondamente convinta che il tema centrale sia realizzare politiche atte a fare in modo che le aziende non producano prodotti che non possono essere smaltiti."
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