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Pfas, davanti alla Miteni le famiglie pedalano pacificamente con Dovigo, Guarda e Boscagin

Di Francesco Battaglia Domenica 8 Maggio 2016 alle 21:27 | 0 commenti

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Si è svolta stamattina un'insolita pedalata popolare che ha visto la partecipazione di diverse centinaia di ciclisti, i quali hanno lasciato Montecchio Maggiore per raggiungere il vicino comune di Trissino, dove ha sede la Miteni, la nota azienda "sotto accusa" per il presunto inquinamento delle PFAS. Giunto sul posto il gruppo dei ciclisti, composto da donne uomini e bambini di tutte le età, ha fatto sosta di fronte all'ingresso della Miteni per una manifestazione pacifica e per richiedere alle istituzioni impegni tempestivi atti a salvaguardare la salute dei cittadini. Al seguito dei ciclisti anche numerosi esponenti della politica locale e regionale, che non hanno nascosto la propria disapprovazione per le poche misure che la regione Veneto e lo Stato centrale hanno sinora messo in campo.

Durante la manifestazione, come da programma, si è realizzata la piantumazione di essenze floreali nelle banchine adiacenti all'area della Miteni a simboleggiare il rispetto della natura e per l'ambiente in generale quale monito per il futuro.
Subito dopo si sono susseguiti gli interventi di comitati, cittadini e associazioni presenti, per informare i partecipanti sull'evolversi di quello che ormai da più parti è passato da un annunciato pericolo d'inquinamento del 2013 ad un disastro ambientale, anche se tutto da verificare per una serie di indeterminatezze normative e scientifiche, di proporzioni regionali.
Infatti, come riferito dall'avv. Edoardo Bortolotto, che nel riportare ai presenti le parole del dr. Restaino dell'Arpav di Padova, ha detto che il responsabile dell'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche sarebbe "al 98% la società Miteni", aggiungendo poi che le proporzioni dell'inquinamento assumono una valenza addirittura europea e preannunciando nuove istanze in Procura affinché venga fatta ampia luce sulle responsabilità.
Una questione che se anche non è ancora stata classificata come dannosa per l'uomo, e questo fatto dovrebbe essere considerato attentamente anche per non criminalizzare alcuno e per non generare allarmismo esagerato pur non trascurando la possibile minaccia alla salute, ma ha bisogno di misure precauzionali atte a contenerne i rischi. La consigliere comunale di Vicenza Valentina Dovigo, ad esempio, pur auspicando che le sostanze incriminate possano essere ritenute non dannose per l'uomo, ha richiesto l'intervento del governo regionale e nazionale che permetta un approvvigionamento in sicurezza dell'acqua sia per quanto riguarda gli acquedotti, sia per le fonti utilizzate dalle aziende produttive.
Dello stesso avviso è stato il consigliere Guarda, che già da un anno chiede un intervento alla regione affinché i filtri sulle reti siano a totale carico della regione e non dei singoli cittadini e che evidenzia, soprattutto, la necessità di cercare un'altra fonte di approvvigionamento sicura e senza alcuna probabilità di rischio per i cittadini.
Piergiorgio Boscagin, esponente di Legambiente, ha richiesto con forza che le soglie di PFAS contenute in un litro d'acqua non debbano superare i 20 nanogrammi come già accade nel Vermont (USA). Questa richiesta viene rafforzata dallo studio dell'Enea, nel quale viene reso noto che negli ultimi trenta anni ci sono stati 1.300 morti in più in queste zone rispetto ad altre zone che non hanno questi tipi d'inquinamento.
Di certo rispetto al 2013 c'è una presa di coscienza diretta da parte della società civile che oggi ha manifestato pacificamente, ma che lascia ben intendere che senza i dovuti interventi degli enti preposti, non si limiterà a nuove pedalate con le piantine in mano, portatrici di ramoscelli della pace.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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