Pettenò: via dalla guerra, ritirare le truppe italiane dall'Afghanistan!
Martedi 1 Marzo 2011 alle 16:50 | 0 commenti
Pietrangelo Pettenò, Federazione della Sinistra Veneta - C'è una profonda amarezza per la morte del soldato Massimo Ranzani e profondo cordoglio per la famiglia e i suoi cari. Ma sentimenti e rispetto, non possono diventare alibi per quanti con protervia e assoluta cecità continuano a parlare della missione internazionale in Afghanistan, come una missione di pace e a mandare a morire i nostri giovani.Ma quale lotta al terrorismo?
Le basi Bin Laden e la famigerata al-Qaeda godono di rifugio e protezione in territorio Pakistano, che ufficialmente dovrebbe sostenere la lotta al terrorismo in quanto alleato degli USA.
I talebani, che tante vittime stanno provocando tra i nostri soldati, un giorno vengono considerati terroristi, un'altro trattano con il governo filo-occidentale di Karzai per un esecutivo di unità nazionale.
Stiamo addestrando una polizia ed un esercito "regolare" afghano, che è un calderone di etnie (pashtun, hazara, tajiki, uzbeki) alcune delle quali in guerra tra loro da oltre 2000 anni, fazioni controllate dai "Signori della Guerra" che presidiano le diverse aree del paese e i redditizi traffici di droga.
Ma quale democrazia?
Il Paese è oggi spartito tra tribù in competizione per il controllo dei traffici della droga e le donne sono costrette a vivere private di ogni pur minima libertà proprio come durante il regime dei talebani.
La verità è sotto gli occhi di tutti: l'Italia rimane in Afghanistan esclusivamente per sostenere, in quella regione considerata strategica, gli interessi degli alleati statunitensi.
E' tempo di chiarezza: scegliere e decidere di continuare a mandare i nostri giovani in guerra, solo per sostenere gli interessi statunitensi in Afghanistan, non trova giustificazione alcuna.
Tutto ciò avviene in violazione e disprezzo della nostra Costituzione: il nostro paese non ha bisogno di eroi, né di chi poi si riempie di retorica per ricordare i caduti.
Apprendiamo che il governatore veneto Zaia, ha espresso tutta la vicinanza e il cordoglio per la perdita di un altro "giovane veneto, il tredicesimo, ennesimo contributo di sangue che la nostra Regione paga in una guerra tanto crudele e tanto lontana".
A Zaia diciamo che l'unico modo vero, sincero, concreto, per onorare il ricordo di Massimo Ranzani, di Matteo Miotto, dei nostri giovani caduti, e degli oltre 50.000 afghani civili morti per mano dei soldati "in missione di pace", è chiedere al Governo l'immediato ritiro dei soldati italiani dall'Afghanistan e quindi sostenere la mozione già presentata in Consiglio regionale dalla Federazione della Sinistra.
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