Pettenò: un laboratorio allargato per scandagliare le grandi opere
Lunedi 9 Luglio 2012 alle 08:21 | 0 commenti
«A partire dall'affaire Spv, sino alla Tav, per comprendere poi tutti i grandi progetti speculativi in giro per il Veneto occorre creare un tavolo allargato a chiunque abbia a cuore la tutela del paesaggio e del territorio. Le grandi opere sono in mano a poche lobby, a pochi vettori finanziari che con un approccio assolutamente bypartisan stanno drenando enormi capitali dalla spesa pubblica per indirizzarlo verso tasche private. Le solite tasche».
Non è andato tanto per il sottile il consigliere regionale di Rc Pietrangelo Pettenò quando ieri sera a Forte Marghera a Mestre ha tirato le conclusioni della quattro giorni di Liberazione (nella foto). L'ultima giornata infatti era dedicata all'ambiente e alle grandi opere. Tra queste oltre che della centrale di Porto Tolle e della Tav, si è parlato pure di Pedemontana Veneta anche grazie all'intervento del giornalista Marco Milioni che ha illustrato in pillole il contenuto del suo libro dedicato alla Spv.
Durante il dibattito per di più Pettenò si è scagliato contro l'alone di segretezza che avvolge i documenti chiave che riguardano la Spresiano-Montecchio. Sempre il consigliere infatti ha ricordato le recenti iniziative del M5S di Bassano che ha «dovuto denunciare» in sede penale il commissario Spv Silvano Vernizzi per avere lumi sulla convenzione economica e sul piano finanziario che regolano i rapporti tra gli enti pubblici e i soggetti privati incaricati della realizzazione. Durante la serata Pettenò ha lanciato un vero e proprio invito al M5S e a tutti i soggetti interessati per cercare di creare un tavolo comune sulle infrastrutture del Veneto, temute sia per le ricadute ambientali, sia per le possibili infiltrazioni mafiose, sia per i possibili fenomeni di corruzione a queste collegate.
Il consigliere regionale non lo dice esplicitamente ma dalle sue parole si intuisce che la formula che ha in mente è quella adottata nel comune di Avigliana alle porte di Torino dove poco prima delle elezioni amministrative si è creato un unico fronte contro la ferrovia ad alta velocità che va dai dissidenti ex leghisti, ai dissidenti del Pd, sino a finire a Sel, Rc, Ci, e Movimento Cinque Stelle per finire ai No Tav puri. E se in Piemonte l'aggregazione ha avuto un impianto elettorale, Pettenò parla invece di «laboratorio delle idee e delle competenze» dando a tutti un appuntamento per risentirsi a settembre.
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