Pensioni e lavoro secondo Zaltron: connubio necessario per una riforma necessaria
Mercoledi 12 Dicembre 2012 alle 23:21 | 5 commenti
Riceviamo da Lucio Zaltron, coordinatore circolo PD Vicenza 3, e pubblichiamo.
E' opinione comune la necessità che i nostri prossimi governanti adottino al più presto scelte Politiche per un nuovo equilibrio utile a prevenire pericolose derive sociali oggi purtroppo facilmente intuibili. Il governo Monti ha avuto una straordinaria opportunità di proporre-imporre al Parlamento delle soluzioni che, in base a significativi principi di equità e solidarietà , potevano cambiare il nostro ordinamento in favore ad una nuova diffusa equità .
 Ma oggi il suo tempo è scaduto per ragioni non imputabili alla Politica ma ai condizionamenti dei soliti potentati economici totalmente privi di una vera sensibilità e senso concreto di responsabilità sociale.
Il problema del lavoro è il cardine di una soluzione possibile così come la gestione delle pensioni deve integrarsi nell'elaborazione di una proposta per un percorso condiviso.
In estrema sintesi suggerisco alcuni "capisaldi" per una condivisione o auspicata critica giustificativa di impossibilità realizzativa :
Pensioni massime calcolate su un valore economico non superiore a sei volte la "pensione minima" ;
Obbligatorietà di uscita dal mondo del lavoro attivo al 65° anno di età per uomini e donne ;
Uscita "a scalare" dal 60° anno di età con riconoscimento della retribuzione avente lo stesso valore della pensione che sarà riconosciuta a 65 anni ma con l'obbligo di permanenza part-time in azienda per l'affiancamento ad un nuovo lavoratore under 30 al quale sarà riconosciuta una retribuzione, se con contratto a tempo indeterminato, ridotta di una percentuale a scalare calcolata sulla detrazione del costo del pensionando suddetto ;
Obbligatorietà per tutti i fruitori di ammortizzatori sociali di rendersi disponibili per l'effettuazione di lavori socialmente utili stabiliti dagli Enti locali ;
Reddito annuo massimo derivante dal lavoro non superiore a 20 volte il reddito minimo prestabilito dal salario d'ingresso di un lavoratore dipendente ;
Stesse possibilità di detrazioni dal reddito dichiarato dai lavoratori dipendenti e autonomi al fine del calcolo della tassazione conseguente .
Sono convinto che solo con una revisione sostanziale delle attuali regole in forme chiare e semplici , sia possibile un nuovo percorso sociale riformista il cui fine tuteli il futuro dell'interesse del bene pubblico.
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