Pedemontana Veneta, il Cdst presenta le osservazioni al Ministero dell'ambiente
Venerdi 5 Ottobre 2012 alle 19:30 | 0 commenti
«Il 7 ottobre 2012 scadranno i sessanta giorni utili per far pervenire al ministero per l'ambiente le osservazioni riguardanti il progetto Spv. Durante questo periodo, noi membri dei Comitati Difesa Salute e Territorio abbiamo elaborato le nostre osservazioni e, a partire da ieri 4 ottobre 2012, abbiamo cominciato ad inviarle agli enti competenti ossia al Ministero dell'Ambiente e alla Regione Veneto».
È questo uno dei passi salienti della lunga nota nota pubblicata oggi nel tardo pomeriggio sul portale del Cdst, il portale che fa riferimento ai comitati di salvaguardia ambientale dell'Alto vicentino e dell'Ovest Vicentino. Galassia nella quale opera anche il gruppo No Pedemontana. Si tratta di cittadini e attivisti che da anni si battono contro l'attuale tracciato della Spv e che ora hanno deciso, carte e progetti alla mano, di far valere le loro ragioni nelle sedi competenti. In realtà la partita non è niente affatto recente. «Per settimane e settimane - sottolinea il portavoce Lanfranco Tarabini - abbiamo lavorato per mettere assieme un pacchetto fitto di valutazioni sul piano ambientale, amministrativo e politico».
Il risultato è stato sintetizzato sempre oggi pomeriggio sul portale del Cdst (acronimo appunto di comitati difesa salute e territorio) in cinque punti: primo, una situazione di illegalità rispetto alla legge che finanziava un'opera che aveva finalità e modalità oggi completamente disattese. Secondo, una situazione di grave rischio per la falda acquifera alla quale attingono circa 800.000 persone nelle provincie di Vicenza e Padova; terzo una palese forzatura nell'inserimento del tratto Montecchio Maggiore - Villaverla (che nella legge istitutiva non era nemmeno citato). Quarto, una mancanza di trasparenza (secretazione del piano economico finanziario e della convenzione economica tra regione e Concessionario) che non permette ai cittadini di valutare la portata e la sostenibilità «antropico-ambientale» nonché finanziaria dell'opera. Quinto, una mancata presa di coscienza da parte dell'amministrazione dello Stato delle mutate condizioni globali che rendono obsolete ed inadeguate le ricette «grazie alle quali siamo giunti nella condizione di crisi perenne in cui ci troviamo».
I comitati però non si fermano alle analisi e avanzano proposte precise. Tra le quali mettere in sicurezza la attuale Gasparona; riprogettare il sistema di dilavamento delle acque superficiali; sospendere per un anno e mezzo tutti i lavori al fine di «permettere sia la rivalutazione della effettiva necessità  dell'opera sia la corretta informazione dei i cittadini dei territori interessati».
E la presa di posizione del Cdst arriva in un momento particolare, giacché il coordinamento cugino (il Covepa) già nel primo pomeriggio aveva sottoposto il governo ad una serie di durissime critiche in relazione agli sgravi fiscali per opere come la Spv. Ne è risultato un fuoco di fila combinato che in prima serata era già arrivato ai piani alti della Regione Veneto.
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