Pd Veneto il 18 con i giovani ricercatori universitari
Domenica 16 Maggio 2010 alle 03:13 | 0 commenti
Paolo Giacon, Partito democratico del Veneto - Giacon (esecutivo regionale) annuncia l'adesione alla giornata del 18 maggio: "La Gelmini scoraggia i più giovani ed incentiva la fuga all'estero"
"Non porteremo in piazza bandiere e volantini, ma è evidente che anche noi del Partito Democratico del Veneto ci saremo in piazza, martedì 18 maggio, giornata della mobilitazione nazionale contro il disegno di legge "Gelmini" di riforma dell'Università attualmente in discussione al Senato".
Ad annunciare la solidarietà del Partito Democratico verso i giovani ricercatori ed i precari dell'Università è Paolo Giacon, dell'esecutivo regionale del partito, con delega alla Ricerca e all' Università .
"La grande manifestazione che si terrà in ogni Ateneo del Veneto e del Paese e che vedrà coinvolti le menti più fresche e giovani delle nostre università è il segno tangibile della necessità di una drastica revisione del progetto di riforma. È significativo che questa volta ad alzare la voce non siano i vecchi baroni che vogliono conservare lo status quo, ma proprio quei giovani che il ministro Gelmini sostiene essere al centro della sua riforma".
"Vogliamo fare un po' di conti, signor Ministro? - chiede provocatoriamente Giacon al ministro Gelmini e spiega: "Supponiamo che un giovane di talento si laurei a 25 anni ed abbia un promettente futuro nella ricerca accademica. Prima di avere un contratto a tempo indeterminato con l'Università , dovrebbe passare per ben 13 anni di precarietà , secondo quando affermato dal ddl Gelmini: 3 anni di dottorato, 4 anni di assegno di ricerca, 6 anni di contratto a tempo determinato come ricercatore. Questo vuol dire che entrerebbe in ruolo a 38 anni. 13 anni di potenziale precariato sono davvero troppi: nessun giovane promettente sarà attirato da questo tipo di carriera, se non raccomandati e per di più benestanti - accusa il democratico che aggiunge - La riforma è ingiusta, scoraggia i giovani ad intraprendere una carriera accademica in Italia, ed alzerà l'età media dei docenti di ruolo" puntualizza Giacon.
"Noi democratici abbiamo presentato al Senato numerose controproposte - afferma il dirigente democratico - L'obbligo di pensionamento andrebbe spostato per esempio da 70 a 67 anni per lasciare spazio alle nuove leve. Questo non impedirebbe ai docenti più anziani di continuare a svolgere, con contratti a tempo determinato docenze o ricerche presso i dipartimenti. Chiediamo anche che gli anni di precarietà vengano ridotti e che, durante questi anni di incertezza, i giovani promettenti ricevano un trattamento economico che costituisca un vero incentivo ad intraprendere la carriera accademica. Chiediamo infine l'introduzione della figura del professore aggregato a tempo indeterminato, eliminando parzialmente la figura del ricercatore a tempo determinato."
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