Pd, c'è sconfitta e sconfitta
Lunedi 18 Gennaio 2010 alle 19:49 | 0 commenti
Ormai potrebbero scriverci un manuale. Titolo: come perdere le elezioni e vivere felici e contenti. Il Pd, a livello locale (ma non è che sulla scena romana le cose vadano poi molto meglio) sembra sempre più votato al ruolo di agnello sacrificale. Consenziente, per di più. L'ennesima dimostrazione arriva dalla campagna per le prossime regionali. D'accordo, qui in Veneto il tandem Lega Nord - Pdl è una corazzata quasi inattaccabile, ha schierato un candidato forte come Luca Zaia e, potendo assicurare posti di governo a destra e a manca, è riuscito a smaltire anche i mal di pancia più importanti; d'accordo, fino ad ottobre si era tutti concentrati sull'entusiasmante testa a testa tra Bersani e Franceschini e c'era altro a cui pensare. Va bene tutto, però si potrebbe almeno tentare di ribellarsi al destino già scritto di una sconfitta annunciata. Si potrebbe, ad esempio scegliere per tempo un candidato forte, qualcuno di esterno alla nomenclatura di partito e capace di attrarre consensi ad ampio raggio, oppure qualche volto nuovo in grado di sparigliare le carte giocando sull'effetto sorpresa. E si potrebbe preparare, sempre per tempo, un bel programma elettorale alternativo, ma alternativo davvero, a quanto fatto finora dal centrodestra. Gli argomenti, dalla gestione del territorio alle politiche del lavoro all'immigrazione, non mancano di certo. Dopodiché si potrebbe aprire una bella campagna incisiva, battente, fatta in mezzo alla gente come si usava una volta. Insistere sulle contraddizioni del centrodestra (anche qui gli argomenti non mancano). E sperare in una di quelle strane alchimie che ogni tanto sovvertono i risultati già scritti, e che rendono imprevedibile la politica.
Invece, ad ormai due mesi dal voto, non si vede nulla di tutto ciò. Nonostante abbiano per le mani un paio di nomi tutto sommato discreti, i vertici del partiti sembrano ingabbiati negli schemi della solita politica vecchio stile. Corteggiano l'Udc, che da parte sua li snobba in modo abbastanza plateale, e intanto hanno già perso per strada in modo praticamente definitivo sia L'Italia di Valori sia tutta la galassia della sinistra. E c'è la possibilità , non così remota, che decidano di presentarsi al voto con una coalizione Pd- Udc che potrebbe avere come candidato, udite udite, Antonio De Poli. Come dire che l'alternativa a Zaia e ai quindici anni di Galan potrebbe essere uno che per anni è stato, proprio al fianco di Zaia, una delle punte di diamante della giunta Galan. Di idee, contenuti e programmi, ovviamente, al momento neanche se ne parla.
Chissà , alla fine potrebbero anche aver ragione loro, ma è difficile non restare perplessi di fronte al fatto che si prendano anche solo in considerazione certe prospettive (in autunno era circolata anche quella, ancora più grottesca, di appoggiare una possibile lista Galan in funzione anti-Lega). Forse in questo modo si racimoleranno i voti dei centristi; di sicuro si perde una fetta altrettanto importante di elettorato: l'Idv, la sinistra, ma soprattutto quei simpatizzanti e quei potenziali elettori che negli ultimi anni se ne sono stati a casa perché delusi da scelte sempre più grigie e da una politica poco incisiva. Potrebbe essere l'ennesima mazzata, l'ultima, a quel che resta dell'entusiasmo dei propri sostenitori. Se proprio si deve perdere, ci sono modi migliori per farlo.
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