Paura (gente),incertezza (PD &c.) e Lega vince
Sabato 3 Aprile 2010 alle 11:00 | 0 commenti
di Fulvio Rebesani
Parliamo pure della Lega ma non dimentichiamoci che su essa è già stato scritto quasi tutto e che il suo successo elettorale non può oscurare ciò che essa è veramente.
Quanto al successo elettorale nel Veneto esso é stato di Zaia perché la Lega ha avuto solo 20,000 voti in più delle europee del 2009.
In periodi di difficoltà le persone, specie se di strati meno abbienti, nutrono di più dei ceti agiati o benestanti incertezze e paure per il futuro. Ciò le fa sentire anche insicure.
La Lega, da sempre, si é inserita in queste situazioni dando uno sbocco il più emotivo ed il più immediato, anche se razionalmente sbagliato.
In ciò si é giovata della TV, non per una smodata presenza, anzi si é veduta come il PD, ma per la dimensione emotiva, irrazionale, di pancia della cultura diffusa alla grande dalle soap opere, teleromanzi e quant'altro viene propalato ad un popolo che da questa paccottiglia assorbe una concezione della vita statica e al di fuori della realtà e della razionalità .
Nei confronti dei molti che, forse non accorgendosene, assorbono questa forma mentis e che si trovano alle prese con le paure di cui sopra la Lega ha facile gioco nell'ingigantire ciò che essi hanno già in fatto di paure ed insicurezze. Questi stati d'animo hanno bisogno disperato di trovare una situazione ad esse contrapposta, quindi nemica, quindi responsabile delle loro "disgrazie".
Ecco gli stranieri totalmente diversi -in genere- come colore della pelle, come lingua, cultura e spesso religione. L'iniziale diffidenza verso di essi viene trasformata dalla Lega in contrarietà al diverso che diventa pericolo, nemico. Una volta, al suo esordio, la Lega ebbe come "diverso" da contrastare i meridionali ai quali imputava più o meno la medesima occupazione di spazi propri dei "nordici" che ora appioppa agli immigrati.
Ora, integratisi "i napoli", la Lega prende di mira gli stranieri, in genere poveri e collocabili nella fascia lavorativa simile a quella da cui proviene la maggior parte degli elettori di Bossi & C. Perché con gli immigrati ricchi o benestanti la musica e diversa.
Si comincia a dire che essi tolgono lavoro agli italiani; affermazione sbagliata perché essi operano in aggiunta ai "nostrani" per mancanza di lavoratori autoctoni od in loro sostituzione nelle attività che questi non vogliono più compiere.
Viene anche propagandato che gli stranieri prendono agli italici la case pubbliche. Non é vero perché essi sono una minoranza. Lo scarso peso degli immigrati nella assegnazione di queste abitazioni fu a suo tempo sostenuta dal presidente dell'Ater vicentina.
Infine i clandestini, equalizzati in blocco a pericolosi delinquenti e quindi -con un moto di pancia- omologati agli altri stranieri, a prescindere dalla regolarità della loro posizione, in un giudizio generale di persone pericolose o, almeno, dalle quali guardarsi.
Ecco dunque le leggi del leghista Maroni contro non solo i cosiddetti clandestini ma anche contro i regolari, ecco la crudeltà e l'imbarbarimento che miete consensi perché rende medici ed insegnanti spioni di Stato e quindi produce l'autoesclusione degli irregolari da strutture sanitarie e scolastiche dalle quali può venire l'avvio del procedimento di espulsione.
Medici ed insegnanti non hanno in genere ottemperato a questa barbarie ma l'effetto nel grande pubblico c'è stato.
Nasce in buona parte qui il consenso della Lega tra operai, pensionati, casalinghe, in genere refrattari - anche per l'assorbimento di cultura televisiva sopra esposto - agli argomenti razionali che spiegano l'infondatezza delle tesi leghiste.
Però al partito di Bossi giovano le incertezze di PD & C. nel condannare ed in continuità questi aspetti razzisti e barbari, per mettere gli italiani di fronte alla grave responsabilità che si assumono votando Lega.
Giova anche la concentrazione - deviante - della battaglia politica su Berlusconi e la mancanza di una proposta politica per la integrazione e la effettiva uguaglianza.
Non é accettabile che sia Fini a proporre, e non da adesso, una legge per facilitare l'acquisizione della cittadinanza agli stranieri e, comunque, per ottenere il diritto di voto alle amministrativa, come peraltro prevede una disposizione CEE di vent'anni fa.
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Fulvio Rebesani
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