Partecipate, Toniolo: Ciambetti non sa distinguere comunismo da pensiero liberale
Lunedi 23 Dicembre 2013 alle 20:45 | 0 commenti
Costantino Toniolo, consigliere regionale PDL-NCD - "Si tratta di una legge che vuole portare concorrenza e merito nella grande 'zona grigia' delle società partecipate. Altro che legge comunista. E' di fatto il più importante intervento pro concorrenza e pro mercato realizzato in Regione del Veneto e sicuramente uno dei più significativi a livello nazionale. C’è da anni una tendenza del legislatore europeo e nazionale a distinguere tra società 'fintamente' private ma sostanzialmente pubbliche e società che operano realmente nel mercato.
E’ importante che a ciò che è sostanzialmente pubblico, a ciò che vive grazie ai soldi pubblici, si applichino le regole pubbliche di imparzialità , trasparenza, economicità , e così via. Dove non c’è bisogno d’intervento pubblico, dev’essere il mercato ad agire liberamente.Â
Tanto più in un gravissimo momento di crisi, occorre evitare che soggetti dotati di privilegi pubblici alterino la concorrenza ed il mercato. Noi dobbiamo dare una mano al mercato, non fargli mancare l’ossigeno delle risorse pubbliche.Â
Le resistenze delle lobbies sono però fortissime. Lo vediamo anche a livello nazionale, ad esempio con la Legge di Stabilità in discussione in Parlamento. Le clientele che ruotano attorno alle società pubbliche sembrano insuperabili: le municipalizzate non si possono toccare.Â
Viviamo in uno Stato corporativo. Le reazioni all’approvazione della Legge Regionale sulle società ci dicono che viviamo anche in una Regione corporativa, che arricchisce poche clientele ed impoverisce tutti noi.Â
Questa legge vuole riportare concorrenza, meritocrazia e libero mercato anche nel sistema delle società pubbliche.Â
C'e da chiedersi innanzi tutto, se queste società regionali siano davvero necessarie! La Giunta deve dimostrare caso per caso che servono e sono convenienti e non sono invece costosi ed inutili carrozzoni. Tutte le pubbliche amministrazioni, infatti, non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, né assumere o mantenere direttamente partecipazioni, anche di minoranza, in società di tale natura.Â
Come vengono assunti i dipendenti delle società regionali? Oggi non si sa. La nuova legge prevede invece che debbono essere selezionati i migliori con procedure concorsuali trasparenti ed imparziali.
Come impiegano le società regionali i tanti soldi pubblici che vengono loro dati dalla Regione? La nuova legge prevede che anche le società regionali debbano fare gare, come fanno tutti gli enti pubblici, in modo da evitare gestioni poco trasparenti.Â
E’ evidente che mettere in atto gare e ricorrere alla concorrenza significa sicuramente risparmiare e cercare la migliore offerta sul mercato. E lasciano perplesse le posizioni di coloro che preferiscono rinunciare a procedure oggettivamente concorrenziali: i rapporti economici "grigi" sono sempre i più costosi.
E poi, cosa molto importante, che tutele hanno i cittadini tenuti ad interfacciarsi con queste società ? Anche qui la nuova legge prevede che debbono essere applicate tutte le norme a tutela del cittadino (diritto d’accesso, obbligo di rispondere, motivazione, possibilità di tutela, eccetera). Non è giusto che affidare delle funzioni pubbliche a queste società significhi togliere tutele al cittadino. Â
C’è da augurarsi che quanto è stato fatto in Regione del Veneto sia fatto nelle altre regioni del paese ed anche a livello locale".Accedi per inserire un commento
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