Parolin e la "modica quantità di crocefissi"
Venerdi 24 Ottobre 2014 alle 23:12 | 0 commenti
Riceviamo da Luciano Parolin per il Comitato Difesa Famiglia e pubblichiamo
Gentile direttore di VicenzaPiù, all'Università di Firenze, dopo le continue proteste dei collettivi studenteschi di sinistra, che invocano la libertà di coscienza e la laicità dello Stato, i giovani discenti fiorentini, impongono al Rettore un censimento ideologico per "contare" i crocefissi appesi sui muri delle aule universitarie. Sono troppi, dicono, quindi, devono essere tolti, come un vecchio suppellettile.
In pratica, come per le sostanze stupefacenti, vogliono la "modica quantità di crocefissi". Ancora una volta, per la mancanza di regole, una minoranza marxista impone l'ideologia nella città degli studi del Capo del Governo. La questione diventa fonte di polemiche infinite per chi, come molti di noi credono che la Croce non sia un simbolo, ma qualcosa di più.
Il Consiglio di Stato, supremo organo di consulenza amministrativa, si è pronunciato più volte a favore della presenza del crocifisso nelle aule con due pareri del 1988 e 2006. Inoltre, due Regi Decreti del 1924 e 1928 sugli arredi scolastici, mettono a fianco il crocifisso e il ritratto del Re
(ora Presidente della Repubblica) nelle scuole elementari.
Una sentenza di 2° grado emessa dalla Corte Europea per i diritti dell'Uomo del 18 marzo 2011, ha assolto l'Italia accettando la tesi per la quale: non sussistono elementi che provino l'eventuale influenza sugli alunni del crocifisso nelle aule scolastiche.
Io credo che il simbolo della croce richiami i più alti "valori di pace, tolleranza, rispetto reciproco, di valorizzazione della persona con radici cristiane".
Il crocifisso è parte integrante dell'identità storica, culturale e spirituale degli Italiani.
Invece di censire i fiumi che straripano, i sindaci, i rettori e governatori vari, perdono tempo e soldi dei cittadini per inventariare i crocefissi. Che tristezza!
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