Parentopoli in Regione, Zanoni del Pd: "vogliamo regole certe"
Mercoledi 4 Luglio 2018 alle 15:39 | 0 commenti
“Vogliamo che la Regione sia una casa con le pareti di vetro, come ama ripetere il presidente Zaia, quindi siamo certi che questo progetto di legge troverà consenso anche nella maggioranza†afferma in una nota del Consiglio il Consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni che in Prima commissione ha illustrato il Pdl 258 contro il ‘nepotismo’, di cui è primo firmatario: ‘Disposizioni volte a promuovere la trasparenza nella individuazione del personale a supporto degli organi della Regione’, un provvedimento che ha finora ricevuto adesioni trasversali.
Da Stefano Fracasso, Bruno Pigozzo, Orietta Salemi, Francesca Zottis (PD), Piero Ruzzante (Articolo 1-MDP), Patrizia Bartelle, Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco, Simone Scarabel (M5S), Marino Zorzato (Area Popolare Veneto), Elena Donazzan (Forza Italia) e Pietro Dalla Libera (Veneti Uniti).Â
“È passato oltre un anno da quando l’ho depositato - spiega l’esponente democratico - e finalmente è approdato in Commissione: mi auguro che i tempi per la presentazione in Consiglio siano più celeri. Si tratta di un progetto semplice, un solo articolo suddiviso in 4 commi, che punta a uniformare la normativa con quella di Bruxelles. Dal 2009, infatti il Parlamento europeo, con lo Statuto dei deputati, ha introdotto il divieto per i propri membri di assumere coniuge, partner stabile in unione di fatto, genitori, figli e fratelli o sorelle. E nel mirino sono finiti anche esempi a noi vicini: un’eurodeputata italiana sta restituendo la somma di 126mila euro derivante dalla retribuzione lorda della madre messa sotto contratto come collaboratrice nel 2009 e nel 2010; un ex deputato veneto a Bruxelles indagato per presunte irregolarità relative all’assunzione di moglie e genero come membri del suo staff e avrebbero mantenuto un rapporto di lavoro anche dopo il 2009, violando, almeno nel caso della consorte, le disposizioni previste dalla Ue. Nel progetto di legge chiediamo che il personale assunto o incaricato a tempo determinato delle unità di supporto degli organi e dei gruppi consiliari e della Giunta, non sia individuabile nell’ambito di parenti entro il terzo grado e di affini di primo grado di governatore, assessore e consiglieri, né tra i loro partner frutto di convivenza o unione civile. È la via maestra per evitare che si verifichino ancora episodi di nepotismoâ€.
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