Parco della Pace: nel confronto tra Achille Variati e Claudio Cicero dice la sua Ubaldo Alifuoco con le categorie
Domenica 20 Novembre 2016 alle 20:37 | 0 commenti
Ubaldo Alifuoco ci invia un'osservazione sull'idea di Claudio Cicero per la destinazione dell'area Parco della Pace ad uso Protezione Civile ricordando "il progetto che a suo tempo fu sottoscritto da una serie di soggetti molto rappresentativi della comunità vicentina: Confindustria, Apindustria, Confartigianato, Comitato per la Protezione Civile" in cui "si sostiene una articolata proposta che mi pare molto più utile rispetto alla descrizione di una Versailles vicentina molto improbabile". La proposta di Cicero, anch'essa alternativa a quella della giunta di Achille Variati, prevede che "sotto la superficie a prato verde naturale dovranno essere predisposti tutti i sottoservizi e i sottofondi necessari per ospitare un campo di soccorso della Protezione Civile, con la possibilità poi di strutturare una zona abitativa a moduli prefabbricati già dotata di tutti gli allacci e di tutte le infrastrutture. Si tratta di un’idea che mi è venuta vedendo le difficoltà , nel recente terremoto che ha sconvolto il centro Italia, incontrate dai comuni nel reperire ed attrezzare aree per le tendopoli e per i centri di soccorso". Di seguito pubblichiamo le osservazioni di Alifuoco per continuare il dibattito apena iniziato.
Ho letto su VicenzaPiù il comunicato con la proposta del consigliere Claudio Cicero per la destinazione di parte dell'area denominata Parco della Pace alle esigenze della protezione civile. Trovo utile che si metta in discussione questo tema perché non mi convince il progetto di parco illustrato alcuni giorni fa dall'Amministrazione comunale.
Infatti, la descrizione illustrata dal Sindaco e dai progettisti descrive un parco su un area di oltre 600.000 metri quadrati, sei volte l'estensione di Parco Querini, dove verrebbero create istallazioni di ogni genere (dalla conferenza stampa: "oltre seimila alberi, laghetti, boschi, spiagge, campi da calcio, da basket, un'area concerti, un giardino con labirinti, spazi meditativi, vegetazione selvaggia, un museo, zone umide, un vivaio e orti urbani, ecc."), con ricadute di costo impossibili da sostenere, e con conseguenti costi di manutenzione che, con i bilanci attuali e futuri dei comuni, sono da collocare nel campo delle mere illusioni. Mi pare assai poco credibile, se si vuole seriamente uscire dall'ambito degli annunci elettorali, che una città come Vicenza, oggi incapace di mantenere dignitosamente i grandi parchi storici come Campo Marzo, il Salvi e il Querini, senza pensare ai parchetti di quartiere, sia in un futuro assai prossimo in grado di edificare e mantenere in sicurezza un parco vasto come tutto il centro storico vicentino, peraltro decentrato e quindi non usufruibile facilmente.
Ben diverso sarebbe impegnare i soldi pubblici in un progetto che veda sia un'area verde, di dimensioni più realistiche, sia una struttura per la Protezione Civile da realizzare progressivamente nel tempo
A tale proposito ricordo che una proposta articolata, proprio diretta verso quell'obiettivo, venne presentata da un arco vasto e molto rappresentativo di associazioni private già in data 8 marzo 2012. Infatti, il Comitato per il centro polifunzionale di Protezione Civile, autore del documento, era affiancato da Confindustria, Confapi e Confartigianato di Vicenza.
I redattori partivano dalla premessa che Vicenza, rispetto al resto del Veneto, deve recuperare un gap di investimenti in infrastrutture importanti sul piano dell'economia e della vita civile. Come primo passo si riteneva utile partire proprio dall'area a est dell'ex Dal Molin per "edificare una grande base di Protezione Civile al servizio non solo della Città ma anche del Veneto e del Paese". L'ipotesi di lavoro delle categorie produttive e del comitato sosteneva che "... il parco si può comunque realizzare in uno spazio più contenuto e con caratteristiche conciliabili con le esigenze di sicurezza".
Quella proposta riassumeva un'analisi delle criticità ambientali del territorio, sia vicentino sia veneto, vessato per decenni da politiche distratte e colpevoli i cui effetti si sono nei recenti anni manifestati in tutta la loro evidenza. Le frequenti alluvioni in molti siti del Veneto, a cominciare dal centro di Vicenza, sono state solo un'avvisaglia di ciò che potrebbe accadere. Le cause ormai sono note e la necessità di predisporre piani adeguati è un'esigenza primaria che dovrebbe coinvolgere tutte le istituzioni e le forze dei partiti prescindendo da divisioni ideologiche e di parte. Oltre a quelli di tutela del territorio, un forte investimento sulle strutture di Protezione Civile è dunque fondamentale per guardare con ottimismo alle nostre capacità di fronteggiare eventi drammatici.
Ubaldo Alifuoco
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.