Palladio e Canova promuovono Vicenza e Bassano
Sabato 11 Agosto 2012 alle 09:03 | 1 commenti
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Di Enrico Hüllweck
Andrea Palladio (un padovano arrivato a Vicenza a soli 15 anni, ndr) è una figura base per il trinomio "cultura-turismo-economia" nel vicentino: una realtà che ho verificato di persona, quand'ero presidente del CISA (il Centro internazionale di studi palladiani) e della Associazione "Città murate del Veneto".
Così, da sindaco, ho sentito il dovere di curare le "vestigia palladiane" di Vicenza : ho restaurato la tomba di Palladio nel cimitero, ho promosso i restauri di Palazzo Chiericati (il museo), del Teatro Olimpico, della Cappella Valmarana a S. Corona ma soprattutto, ho fatto promuovere, finanziare e realizzare il restauro totale della Basilica Palladiana in Piazza dei Signori. Un restauro , quest'ultimo, durato anni e per festeggiare la conclusione del quale, in autunno, il mio successore Variati (che avrà la gioia di tagliare il nastro inaugurale) ha già programmato un'importante mostra.
Palladio fu molto invidiato dai vicentini del ‘500, tanto che Scamozzi ne regalò all'inglese Inigo Jones tutti gli scritti e i disegni, perché li facesse sparire in Inghilterra, cancellando così da Vicenza il nome del grande architetto (un vizietto, quello di cancellare per gelosia il nome di chi ha fatto qualcosa in Vicenza, che purtroppo serpeggia ancora oggi in certi ambienti cittadini...).
Nonostante quelle invidie, Palladio è oggi una icona mondiale, utilissima per il vicentino. Allargando però i miei orizzonti di riflessione, durante il triennio nel quale sono stato Segretario al Ministero dei Beni Culturali in Roma, ho meditato sulla opportunità di potenziare il binomio "turistico-culturale" Palladio-Canova: binomio che necessita sul versante canoviano di nuove energie, finalmente individuabili in Maria Pia Morelli, scrittrice e imprenditrice romagnola, trasferitasi a Bassano nel 1988.
Maria Pia Morelli ha accettato con entusiasmo la presidenza del Centro Studi Canoviano (dove ha come sua vicepresidente la straordinaria Gabriella Criscuolo Finco), considerandola come una sfida da cogliere e ritenendo basilare la reclamizzazione turistica del mondo di Canova, da Possagno (dove è nato, ndr) a Bassano, permettendo poi al turista di ricollegarsi anche alla realtà palladiana di Vicenza. Con l'intento di coinvolgere sempre più numerosi operatori nella divulgazione dell'immagine del Canova e facendo leva sul suo dinamismo e sul suo fascino di intellettuale elegante e gentile, la presidente dell'Istituto Canoviano ha organizzato settimane di studio, portando a Bassano e nel vicentino i massimi esperti del sommo scultore e coinvolgendo molti giovani in una serie di percorsi didattici, impreziositi dalla pubblicazione di libri sullo scultore.
Maria Pia Morelli considera Canova un "brand" di valore assoluto e universale e non nasconde il suo ambizioso progetto di realizzare una fiction in costume sulla vita dell'artista.
Stimolata ad aprire il suo cuore di intellettuale sulla bellezza e sulla sensualità delle opere canoviane, Maria Pia risponde così : «Canova ci ha abituati al gusto del bello. I canoni estetici delle sue opere si sono così radicati negli stereotipi dell'immaginario collettivo che una ricerca del Censis ha attribuito a Paolina Bonaparte Borghese (ritratta, come è noto, da Canova) il titolo di donna più bella dell'arte italiana. Di fronte a questo risultato così eclatante, come potremmo non valorizzare il creatore di tanta bellezza? Il segreto è che l'eleganza dell'arte di Canova vince sempre. Basti pensare agli svariati impieghi che tutt'oggi ha la sublime Venere italica canoviana. Non è un caso che il mondo della pubblicità prenda spunti a man bassa dall'artista veneto. A cominciare dalla civetteria delle gambe perfette (solo intuibili e quindi ancor più sensuali) della Paolina sdraiata sul divano, usata per la pubblicità di un fine e trasparente collant. Non è quindi per caso che sia Quatremère de Quincy (illustre accademico di Francia che stabilì una profonda intesa culturale, destinata a durare tutta la vita con lo scultore ), sia lo storico dell'arte Leopoldo Cicognara abbiano detto che il marmo di Canova sembra davvero consumato "di carezze e di baci". Fregiamoci quindi del binomio Palladio-Canova e apriamo ancor più le porte del vicentino ai turisti e agli uomini di cultura di tutto il mondo!
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