Palladio DespaRitrovato
Lunedi 8 Ottobre 2012 alle 10:32 | 0 commenti
di Guido Zentile
Atto 1°: la cultura è di tutti.
La storiella della cultura vicentina inizia venerdì sera (5 ottobre scorso) al mio arrivo in piazza. Lo scopo era quello di accedere al loggiato superiore della Basilica restituita - e magari salire sulla soprastante terrazza - in occasione della riapertura del salone "della ragione" per ospitare la rassegna pittorica di altissimo livello e grande dignità , "Raffaello verso Picasso" (qui la photo gallery).
Rassegna che per me rimane nel libro dei sogni, non rientrando nella categoria delle persone con disponibilità economica tale da poter ammirare i volti e gli sguardi immortalati dai grandi artisti del passato, artisti che neppure minimamente potevano ipotizzare i mutamenti delle nostre città , come il ruolo che avrebbe avuto la pesante cementificazione del territorio vicentino (vedi ad esempio Borgo Berga). Scendendo da contrà Cavour noto che i piani superiori erano un brulicare di persone, così dopo aver appoggiato la mia bicicletta mi avvicino all'ingresso (l'ex Borsa), ma mi viene fatto cortesemente presente che prima delle 21 non si poteva accedere, non senza il biglietto per la mostra. Dopo le 21, sì, prima non si saliva in Basilica - uno spazio culturale della cittadinanza - perché c'erano le autorità . Mi riavvio verso il centro della piazza e guardo verso l'alto, verso l'insigne gioiello del sapere vicentino, e vedo un formicaio di autorità : ma quante sono, e noi, poveri operai, impiegati, e quanto altro, miseri squattrinati, manteniamo tutte quelle persone là che si appropriano della nostra cultura e si prostrano per magnificare restituzioni di pregio con la loro presenza?
La piazza era comunque ben poco godibile, da un lato (sotto le colonne) un mega palco per il concerto, file di sedie, transenne contornate dalla pubblicità , e sì perché è il mercato bellezza, e che mercato: Borgo Berga - Despar.
Qui entriamo già nel secondo atto, che si svolge il giorno dopo nel pomeriggio di sabato. Ho così lasciato piazza, Basilica e concerto al resto dei vicentini.
Atto 2°: la cultura è mercato.
Qui il tragico scenario si mostra in tutto il suo realismo, un realismo che si può toccare per mano, non solo il palco, le transenne, vari automezzi di servizio tale da far sembrare la piazza a un parcheggio, ma l'immancabile mercificazione della cultura. Non solo striscioni, stendardi che magnificavano Borgo Berga (il nuovo Borgo Berga) e la Despar, ma ben due gazebo, l'uno, targato Borgo Berga, con materiale illustrativo sul mega intervento che contorna il nuovo palazzo di giustizia, comprendente l'Iper-Despar, l'altro, targato Despar, intratteneva ludicamente i bambini. Ragione, Cultura, Giustizia e gioco: quattro elementi con un unico denominatore: il mercato.
Sabato pomeriggio (6 ottobre) era possibile salire sul loggiato superiore, e dall'alto ho visto quanto bella e da Unesco è la nostra (?) città . I signori dell'Unesco e il Palladio sanno cosa rappresenta il nuovo Borgo Berga, e che si è utilizzata una manifestazione culturale di alto livello (anche se il destinatario finale non è la plebe) per pubblicizzare un pezzo di città che fonda il suo principio sulla legge del mercato e sul cemento?
Elementi che hanno praticamente devastato e cancellato anni di storia, sociale, e culturale, storia della gente, con la la loro vita, con il loro lavoro, elementi che hanno snaturato un quartiere, nonché alterato il cono di visuale della stradella dei Nani (con il beneplacito della Soprintendenza), e compromesso l'intorno ambientale che va dalla Rotonda, all'Arco delle Scalette.
Andrea Palladio, classe 1508, non avrebbe mai immaginato come si sarebbe ridotta la città che lui ha lasciato. Interessi economici, metri cubi, basi militari, speculazione, questa è la Vicenza di oggi.
E la grande mostra è un palliativo che nasconde una triste realtà . Da piazza delle Erbe si sente un lamento, è il lamento della Torre del Tormento.
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