Palasport Vicenza: gestione per sport e ricavi
Sabato 28 Agosto 2010 alle 09:50 | 0 commenti
Alleghiamo la lettera a Il Giornale di Vicenza di Giovanni Coviello (ns. direttore ed ex direttore generale e, poi, presidente del club di volley di serie A della città ) cortesemente pubblicata oggi, con qualche taglio, che non ne modifica in alcun modo il significato nel dibattito nato sulle pagine del GdV (e su questa testata) sul Palasport cittadino.
In fondo, per completezza, pubblichiamo, comunque, anche la versione completa.
Il Giornale di Vicenza PALASPORT:
«Sfidare la barbarie di ritorno»
Lettera al direttore di Giovanni Coviello
Senza entrare troppo nella storia desidero per ricordare come nacque l'affidamento del palasport cittadino al club di volley, che, unico, avvedutamente o no, disponibile a farlo, se ne assunse in una prima fase tutti i costi di gestione (e parlo di oltre 300 milioni all'anno delle vecchie lire) e, in una seconda, buona parte degli stessi, come documentato dalle relative convenzioni firmate col Comune, mi preme solo sottolineare due punti. Primo punto: nell'ultimo decennio almeno, la società che ha "proseguito" i fasti del basket vincendo titoli, anche europei, partecipando a finali nazionali ed europee con la massima squadra, riempiendo il palasport, lottando per farlo ammodernare e adeguare alle normative, pagandone lo scotto, anche politico, con l'esodo evitabile ma obbligato a Imola nel 2007-2008, inizio della fine, e conquistando scudetti nel giovanile, diventando un riferimento sportivo e politico a livello nazionale fino a portare alla presidenza della Lega un vicentino quale l'on. Mauro Fabris, è stata quella del volley, per giunta nella massima categoria nazionale, mentre, purtroppo, e lo dico con ancor più sincerità ora che, non per mia scelta, sono fuori dalla mischia, il basket femminile viveva un periodo grigio.
Secondo punto: l'impossibilità di montare i canestri del basket non nacque da richieste od esigenze del volley ma da scelte progettuali della cui incongruità fummo ufficialmente gli unici segnalatori, vero assessori Morsoletto e Nicolai, all'epoca come presidente del Coni?
Potrei continuare, perchè in quell'impianto ho di fatto vissuto per quasi 15 anni, tenendolo in piedi anche con spese non dovute e lottando perchè non cedesse il posto, Concato dovrebbe saperlo, a una ricca lottizzazione, con ciò guadagnandomi altri nemici, ma mi limito a chiudere le considerazioni sulla "barbarie" ricordando i vari tentativi fatti con i vari assessori allo sport, che possono testimoniare al riguardo, per condividere uso e oneri dell'impianto non solo con il club di basket, tentativi mai andati a buon fine per un qualche irrigidimento altrui.
La strada da percorrere è quella indicata dall'articolo dell'8 agosto ma con due integrazioni: gestione professionale dell'impianto, con priorità allo sport e sottoposta all'Assessorato allo Sport, non solo per ridurne i costi con un minore, colpevole utilizzo, ma anche per cercare nuove entrate come si fa in Italia in tanti impianti simili, anche se non progettati a questo scopo.
Ciò sarebbe più fattibile sfruttando le sinergie logistiche e commerciali con la cittadella dello sport che di fatto gravita ora intorno al Palasport Città di Vicenza, messo a nuovo con notevoli investimenti, anche se in parte non ottimizzati, è la mia vecchia idea, ma per un triste destino quando in città non c'è più un club di vertice per utilizzarlo al meglio e come traino promozionale. Si metta, quindi, al vertice degli obiettivi d'uso del palasport la città e la gestione razionale dell'impianto, che, così, potrebbe diventare un'altra sfida da vincere contro l'imbarbarimento della città degli anni passati.
Giovanni Coviello
(ex direttore generale e, poi, presidente del club di volley di serie A della città )
Ecco il testo complet della lettera
Gent.mo direttore, da ex utente/gestore pluriennale (diretto o indiretto), tramite l'attività di volley di vertice che vi si svolgeva in linea prioritaria ma non esclusiva, del Palasporti di Vicenza e nonostante l'amarezza che ancor mi stringe il cuore quando penso a come il club sia letteralmente 'finito' dopo un anno di nuova gestione, mi sembrerebbe di sottrarmi a un obbligo, anche morale, verso la città , non solo quella sportiva, se non dessi un sia pur modesto contributo agli argomenti affrontati nell'articolo sul palasport dell'8 agosto 2010 a firma della vostra Cristina Giacomuzzo e nella lettera del mitico patron del basket femminile, Antonio Concato, del 24 agosto 2010.
Senza entrare troppo nella storia (si potrà , volendo farlo in alto modo e altra sede) per ricordare come nacque l'affidamento del palasport cittadino al club di volley, che, unico, avvedutamente o no, disponibile a farlo, se ne assunse in una prima fase tutti i costi di gestione (e parlo di oltre 300 milioni all'anno delle vecchie lire) e, in una seconda, buona parte degli stessi, come documentato dalle relative convenzioni firmate col Comune, mi preme solo sottolineare 2 punti. Pur essendo in premessa d'accordo con quanto scritto l'8 agosto da Cristina Giacomuzzo, ma affidando la gestione dell'impianto, sotto la guida e nell'ambito dei paletti dell'Assessore allo sport e dei suoi uffici, a persona esperta e capace professionalmente non solo di ridurne i costi, ma di generarne delle entrate, considerando come prioritaria l'attività sportiva, istituzionale, da svolgervi, in ciò concordando anche con lo spirito di quanto scritto da Antonio Concato contro l'imbarbarimento dell'impianto, ma tenendo conto dei (pochi) soldi comunali a disposizione questi sono punti su cui vorrei, qundi, soffermarmi.
Primo punto: nell'ultimo decennio almeno, la società che ha "proseguito" i fasti del basket vincendo titoli, anche europei, partecipando a finali nazionali ed europee con la massima squadra, riempiendo il palasport, lottando per farlo ammodernare e adeguare alle normative, pagandone lo scotto, anche politico, con l'esodo evitabile ma obbligato a Imola nel 2007-2008, inizio della fine, e conquistando scudetti nel giovanile, diventando un riferimento sportivo e politico a livello nazionale fino a portare alla presidenza della Lega un vicentino quale l'on. Mauro Fabris, è stata quella del volley, per giunta nella massima categoria nazionale, mentre, purtroppo, e lo dico con ancor più sincerità ora che, non per mia scelta, sono fuori dalla mischia, il basket femminile viveva un periodo grigio sia a livello sportivo che organizzativo come più volte raccontato dal GdV oltre che noto alla città ufficiale, civile e sportiva
Secondo punto: l'impossibilità di montare i canestri del basket non nacque da richieste od esigenze del volley ma da ... scelte progettuali della cui incongruità fummo ufficialmente gli unici segnalatori, vero assessori Morsoletto e Nicolai, all'epoca come presidente del Coni?
Potrei continuare, perchè in quell'impianto ho di fatto vissuto fisicamente e moralmente per quasi 15 anni, tenendolo in piedi anche con spese non dovute e lottando perchè non cedesse il posto, Concato dovrebbe saperlo, a una ricca lottizzazione, con ciò guadagnandomi altri nemici, ma mi limito a chiudere le considerazioni sulla 'barbarie' ricordando i vari tentativi fatti con i vari assessori allo sport, che possono testimoniare al riguardo, per condividere uso e oneri dell'impianto non solo con il club di basket (in passato, mi perdoni Concato, dominus lui stesso dell'impianto e non così disposto, lo ricorda?, a condividerlo con gli altri club, basket maschile e volley, maschile e femminile), tentativi mai andati a buon fine per un qualche irrigidimento altrui, me lo riconosca ancora Concato, avvenuti anche quando lui era stato a lungo estromesso dal timone del club di basket.
Detto questo non posso non ripetere il mio convincimento di partenza: la strada da percorrere è quella indicata dall'articolo dell'8 agosto ma con 2 integrazioni: gestione professionale dell'impianto, con priorità allo sport e sottoposta all'Assessorato allo Sport, non solo per ridurne i costi con un minore, colpevole utilizzo, ma anche per cercare nuove entrate come si fa in Italia in tanti impianti simili, anche se non progettati a questo scopo.
Ciò sarebbe più fattibile sfruttando le sinergie logistiche e 'commerciali' con la cittadella dello sport che di fatto gravita ora intorno al Palasport Città di Vicenza, messo a nuovo con notevoli investimenti, anche se in parte non ottimizzati, è la mia vecchia idea, ma per un triste destino quando in città non c'è più un club di vertice per utilizzarlo al meglio e come traino promozionale. Si metta, quindi, al vertice degli obiettivi d'uso del palasport la città e la gestione razionale ell'impianto, che, così, potrebbe diventare un'altra sfida da vincere contro l'imbarbarimento della città degli anni passati.
Giovanni Coviello
(ex direttore generale e, poi, presidente del club di volley di serie A della città )
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