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Ospedale San Bortolo, 30 anni di Suem: "modello innovativo e rivoluzionario"

Di Note ufficiali Mercoledi 10 Ottobre 2018 alle 15:31 | 0 commenti

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Era esattamente il 10 ottobre del 1988 quando iniziava l’attività una struttura destinata a cambiare la vita di centinaia di migliaia di vicentini - scrive nel suo comunicato l'ULSS 8 Berica - il Servizio Urgenza ed Emergenza Medica - SUEM. Si trattava di un modello innovativo e per certi versi rivoluzionario per l’epoca, applicato per la prima volta in Veneto e finalizzato a rendere più tempestiva ed efficace l’attività di soccorso ai cittadini in situazioni di emergenza.

Fino ad allora, infatti, il concetto di soccorso era molto diverso rispetto agli standard attuali: le ambulanze potevano essere richieste e mandate da soggetti diversi (i vari ospedali nel territorio, altre strutture sanitarie o associazioni di volontari), con il risultato di creare inutili sovrapposizioni di risorse o al contrario gravi ritardi. Ma soprattutto, a bordo delle ambulanze non vi erano figure sanitarie specializzate: di fatto i pazienti non venivano assistiti sul posto, ma semplicemente caricati a bordo dell’ambulanza e portati in ospedale, dove finalmente avrebbero ricevuto le prime cure. 
Nasceva appunto da questa situazione l’esigenza di poter contare su una struttura specializzata, in grado da una parte di coordinare i soccorsi e dall’altra di assistere i pazienti in modo più efficace, praticando i primi interventi direttamente sul posto, senza dover attendere l’arrivo in ospedale. Così, proprio a Vicenza venne creata come progetto pilota della Regione Veneto la prima centrale unica per l’intero territorio provinciale, dotata di personale dedicato: medici e infermieri che dovevano avere già esperienza nell’area critica, e per questo motivo provenienti dal reparto di Anestesia e Rianimazione.

All’epoca non esisteva ancora il numero unico 118 - sarebbe arrivato solo nel 1992 - ma fin da subito il modello si dimostrò vincente e indispensabile: se nei primi 3 mesi di attività, da ottobre a dicembre del 1988, gli interventi furono 1.218, già nel primo anno completo di attività - nel 1989 - questi furono ben 6.347, numero che all’epoca sembrò già elevatissimo ma destinato a crescere costantemente nel corso degli anni. Già nel 1990 gli interventi salgono infatti a 7.656, per poi raddoppiare nel giro di quattro anni: nel 1992 sono 12.755, per arrivare ai 19.760 registratati nel 2000, e 48.140 nel 2010.

I dati dello scorso anno mostrano compiutamente l’entità dell’impegno profuso: nel 2017 per tutta la provincia di Vicenza, le chiamate ricevute sono state 180.467 , mentre le uscite delle ambulanze e automediche sono state complessivamente 47518 , alle quali vanno aggiunti 134 interventi tramite il servizio di elisoccorso. Il tutto con uno staff composto da 5 medici, 30 infermieri, 16 autisti e 10 operatori, oltre ad un coordinatore infermieristico e al Direttore della centrale operativa SUEM 118 di Vicenza, il dott. Federico Politi, che commenta così lo storico anniversario:
«Oggi c’è l’orgoglio di avere dimostrato sul campo l’efficacia di un progetto che per l’epoca, quando partì, fu davvero una rivoluzione. I numeri ne confermano tutta la validità, ma fanno capire anche i ritmi di lavoro. Al di là del dato quantitativo, però, oggi voglio sottolineare anche l’aspetto qualitativo. Tutto il personale è specificatamente addestrato a intervenire in situazioni di emergenza, combinando le più avanzate nozioni medico-scientifiche con l’attitudine mentale necessaria a rassicurare i cittadini, essere metodici anche in una situazione frenetica, non perdere mai la calma». Un’attività di assistenza che inizia fin dal momento in cui l’operatore risponde alla chiamata: «Anche questo - prosegue il dott. Politi - è un aspetto che non sempre i cittadini comprendono: le domande che vengono fatte, come ad esempio l’età o altre patologie della persona da soccorrere sono indispensabili per comprendere la situazione e rendere i soccorso più veloci e appropriati».
Metodiche costantemente affinate nel corso degli anni, così come si sono evolute le tecnologie a disposizione, il tutto a partire da quell’intuizione che trent’anni fa diede vita alla centrale unica del Servizio Urgenze ed Emergenza Medica.

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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