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Orsoni, Sartori e Chisso in carcere, che attende anche Galan: la denuncia di Berlato su VicenzaPiù trova inquietanti conferme. E il Colle?

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 4 Giugno 2014 alle 09:38 | 0 commenti

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E' a dir poco inquietante, anche se da noi attesa, la notizia (qui nostro lancio) o, meglio, la pluri notizia sui tanti arrestati (35) e sugli ancora più indagati (100) (leggi tutti i nomi) tra imprenditori e, soprattutto, tra esponenti di alto livello di quelle che erano le due classiche sponde della (mala)politica e l'estendersi dei provvedimenti di cautela anche a Giancarlo Galan, di cui non occorre tracciare profili per spiegare chi è e per il quale sarebbero in atto i passi per chiedere le necessarie autorizzazioni parlamentari per procedere.

Da più di un anno aveva denunciato l'enorme misfatto (che mette a nudo il putrido sistema trasversale degli appalti tangentati e pilotati in Veneto, rispetto al quale Expo 2015 sembra un moscerino) Sergio Berlato, ora "ex" eurodeputato anche per la sua battaglia a tutto campo, trovando adeguata eco solo su questo network di media, tra mille difficoltà e ancor più ghigni e sorrisi esibiti e mostrati, a lui e a noi, con falsa, complice e colpevole sicumera da politici, imprenditori e colleghi giornalisti (?).

E ora la conferma di quello che non era un teorema ma un progetto malavitoso svelato dalla procura di Venezia arriva in questi primi atti di cui diamo conto tramite il lancio di VeneziePost*, che non si limita, come "altri" a poche righe.

A questo punto non possiamo non ripetere una domanda che noi avevamo fatto: «è vero, come si diceva in ambienti vicini a Venezia, che gli arresti e gli altri provvedimenti in corso sarebbero stati attuati solo dopo le elezioni europee per volontà superiore? Chi avrebbe avuto interesse a questo ritardo? Chi lo avrebbe pilotato o solo ispirato?»

Siccome sono stati resi noti dubbi anche sul Colle come parte... "informata sui fatti" la risposta a queste domande è quasi più importante degli arresti eccellenti, che Berlato e noi già  ci aspettavamo.

Se il sistema è marcio a livello di politici, che non possono più chiamarsi tali (basta a questo abuso contro l'intelligenza dei cittadini!), come Galan (e Galan significa molto di più), Orsoni (che non è un Pulcinella qualunque) e Chisso (sui legami tra lui e tanti altri delle malastruttiure avevamo scritto da ben prima che si muovesse Berlato, pagando in proprio...), vogliamo avere la certeza che nessuma azione sia stata intrapresa o anche solo tollerata per ritardare la conoscenza pubblica dei fatti e per evitarne conseguenze elettorali: sarebbe nel caso contrario ipotizzabile una tragica e nefanda "cupola" politica.

Non ci si può trincerare questa volta, ancora una volta, dietro i ripetuti garantismi di comodo che portano a prescrizioni giudiziarie e all'oppio della (mala)informazione che sempre costruisce l'oblio favorendo la rinascita dei Greganti e dei Frigerio di turno: i provedimenti sono troppo gravi per essere stati presi da chicchessia con leggerezza.

La crisi dell'Italia, che, unica in Europa, non muove un passo verso l'inizio della soluzione, è tutta lì: nella giganstesca, generalizzata e trasversale corruzione che sperpera e male utilizza  decine e centinaia di miliardi, sottratti all'economia generale per finire nelle tasche senza fondo di pochi!

Paghino, ma veramente, i colpevoli, dei fatti e dei condizionamenti, se ci sono stati (il se è d'obbligo ma non ci viene spontaneo)!

Per i dettagli, che potranno coinvolgere altri e discolpare alcuni, ci affidiamo alla... magistratura, un'altra Istituzione che, anche in questo caso e per i suoi sussurrati ritardi, rischia di finire nel tourbillon dei sospetti.

Per il giudizio della gente non possiamo che farcene portavoce: basta con questa classe indegna che ci governa.

L'unico nostro terrore è che corrisponda al nostro Dna di popolo.

Ma visto che ora monteranno sul carro dei "denuncianti" tutti quelli che avevano accuratamente bollato VicenzaPiù come visionaria, se non peggio, un consiglio, che è anche un monito, alla gente italica abbiamo la forza di darlo con la nostra schiena dritta: diffidate di chi manipola l'informazione.

Non solo per senso etico, non proprio insito in noi tutti, che tendiamo, compreso chi scrive, a dare una giustificazione a scelte sbagliate anche quando sono fatte per scopi che riteniamo "buoni".

Ma soprattutto perché i misfatti e le complicità nel non vederli o nel tenerli nascosti hanno depauperato, economicamente, tutti noi per decenni.

Se non basterà un recupero di rettitudine ci spinga a cancellare questo sistema la nostra povertà, nascosta dietro qualche singolo euro, ormai finito o sulla via di finire, dopo che pochi altri di euro ne hanno fagocitati a miliardi. 

 

 

*Da VeneziePost

Inchiesta Baita, in carcere. Orsoni e Chisso con altri 33

Richiesta di arresto alla commissione parlamentare anche per l'onorevole Giancarlo Galan. Un centinaio gli indagati

Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni è stato arrestato nell'inchiesta per corruzione, concussione e riciclaggio, della Procura di Venezia nell'ambito delle indagini sull'ex ad della Mantovani Giorgio Baita e gli appalti per il Mose. In manette anche l'assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso.
Secondo fonti della Procura veneziana, a vario titolo, sono finite in manette 35 persone complessivamente ed un altro centinaio sarebbero gli indagati. Tra le persone arrestate anche il consigliere regionale del Pd Giampiero Marchese, gli imprenditori Franco Morbiolo e Roberto Meneguzzo nonché il generale in pensione Emilio Spaziante. La Procura avrebbe chiesto l'arresto anche dell'ex governatore e ministro e Giancarlo Galan attualmente parlamentare e per il quale è necessario il via libera dell'apposita commissione.
Gli arresti di questa mattina all'alba in Veneto partono da una inchiesta della Guardia di finanza di Venezia avviata circa tre anni fa. Il pool di pm Stefano Ancillotto, Stefano Buccini e Paola Tonino (Dda) avevano scoperto che l'ex manager della Mantovani Giorgio Baita, con il beneplacito del proprio braccio destro Nicolò Buson aveva distratto dei fondi relativi al Mose, le opere di salvaguardia per Venezia, in una serie di fondi neri all'estero. Il denaro, secondo l'accusa, veniva portato da Claudia Minutillo, imprenditrice ed ex segretaria personale di Galan, a San Marino dove i soldi venivano riciclati da William Colombelli grazie alla propria azienda finanziaria Bmc. Le Fiamme gialle avevano scoperto che almeno 20 milioni di euro, così occultati, erano finiti in conti esteri d'oltre confine e che, probabilmente, erano indirizzati alla politica, circostanza che ha fatto scattare l'operazione di questa mattina all'alba. Dopo questa prima fase, lo stesso pool, coadiuvato sempre dalla Finanza, aveva portato in carcere Giovanni Mazzacurati ai vertici del Consorzio Venezia Nuova (Cvn). Mazzacurati, poi finito ai domiciliari, era stato definito "il grande burattinaio" di tutte le opere relative al Mose. Indagando su di lui erano spuntate fatture false e presunte bustarelle che hanno portato all'arresto di Pio Savioli e Federico Sutto, rispettivamente consigliere e dipendente di Cvn, e quattro imprenditori che si spartivano i lavori milionari.
Giancarlo Galan, attualmente senatore di Forza Italia e considerato un 'fedelissimo' di Silvio Berlusconi, è stato governatore del Veneto per 15 anni (1995-2010) per poi essere nominato prima ministro alle Politiche agricole e poi ai Beni culturali. Galan, padovano di 58 anni, si è formato politicamente nel Partito liberale italiano, poi con la 'discesa in campo' di Berlusconi lo ha seguito fin da subito lasciando gli incarichi nelle aziende dell'ex cavaliere per la politica. Proprio con Berlusconi Presidente del Consiglio, Galan ha posto la prima pietra del Mose nel 2003.

Leggi tutti gli articoli su: Sergio Berlato, Corruzione, Mose, Tangenti

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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