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Oro più nero: in 6 mesi chiusa 1 azienda su 3

Di Edoardo Pepe Lunedi 9 Agosto 2010 alle 01:54 | 0 commenti

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Dal 2002 ad oggi 454 imprese orafe hanno chiuso i battenti con un crollo anche nell'occupazione. E tra queste nell'ultimo semestre altre 39 aziende orafe sono state cancellate dalla crisi (tra cui la Sigior, del cui clamoroso caso con relativa protesta dei dipendenti, nella foto, abbiamo parlato, n.d.r.).

In base ai dati della Camera di Commercio di Vicenza dal 1° gennaio al 30 giugno 2010 gli assegnatari marchi, iscritti nel relativo registro, sono, infatti, scesi da 809 a 770 perdendo il diritto al punzone, il loro marchio, cioè.

Se a gennaio 2008 le aziende orafe, artigiane o orafe che fossero, erano ancora 931, gli orafi erano ben 1224 nel 2002, quando nel settore era iniziata la crisi, dovuta non solo alla concorrenza del Far East e dei paesi arabi, ma anche all'assenza di investimenti nel marketing e nella comunicazione, oltre che a un sistema di dazi penalizzante con gli Usa, a detta degli operatori del settore.
E secondo i sindacati alcune aziende potrebbero non riaprire alla fine delle ferie anche se non manca chi lavora e non utilizza neanche la Cig.
"Quelle che chiudono sono imprese con una decina di dipendenti - ha dichiarato Alfio Zaurito, sindacalista metalmeccanico della Uilm -. Alcuni imprenditori dicono di aspettare la prossima Fiera di settembre, Vicenzaoro Choice, per tirare le somme e decidere se chiudere definitivamente o meno".

Se questo avviene ad ogni appuntamento fieristico con vari orafi poi a riprendere storicamente il loro cammino, adesso, con la crisi generale, crescono i timori di ulteriori chiusure, non tutte, bisogna dirlo, generati da crisi ingestibili, perchè oggi, e non solo nell'oreficeria, c'è chi chiude ufficialmente per la crisi, per poi investire o altrove nello stesso settore o in comparti non produttivi ma finanziari le risorse accumuate negli nni 'buoni'.

Tornando ai dati ufficiali, se sono oltre 400 le imprese che hanno chiuso i battenti dal 2002 per un motivo o per l'altro, il ‘dramma' esiste anche e ovviamente a livello occupazionale con gli 11.633 addetti del 2001 scesi ai 9.495 del 2008 (dati Assindustria) con una decrescita media di circa 300 lavoratori all'anno che è proseguita anche nel 2009. Gli artigiani orafi veneti (in gran parte vicentini) sono divenuti, poi, la metà in sei anni, dal 2003 al 2009. Le imprese iscritte all'Ebav, l'ente bilaterale regionale, sono scese da 701 nel 2003 a 453 nel 2009 e il numero di lavoratori è crollato da 4210 a 1987.

Oro nero, quindi, e non come sinonimo di petrolio, per molti orafi e per tutti i nuovi disoccupati.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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