Ore difficili per il Pd dopo l'accordo col Pdl: Moretti preoccupata per l'unità del partito
Giovedi 18 Aprile 2013 alle 18:12 | 1 commenti
La scelta deve essere condivisa ma non può pregiudicare l'unità del partito
 Il nome di Stefano Rodotà ha messo seriamente in crisi il partito democratico, che invece di votare compatto per quell'accordo preso da Bersani con Berlusconi sul nome di Franco Marini si è disperso tra schede bianche, nulle, Stefano Rodotà e Sergio Chiamparino.
Il giurista scelto dal movimento 5 stelle fa proseliti, Nicki Vendola e la sua sel sono già convinti e votano per lui, ma nel pd si apre la gestione di una crisi difficile.Â
Meglio non parlare di spaccatura, il termine ha un'accezione che non piace, meglio chiamarlo dialogo. "Il Pd dialoga e si confronta anche in maniera accesa - dice Alessandra Moretti - Noi ora siamo orientati a assumere una scelta condivisa il più possibile ma che non allontani il pd dalla sua base, dal suo popolo. La prima esigenza è quella di dare un governo al paese che è stremato e non ne può più, ma una scelta condivisa il più possibile non può pregiudicare la tenuta e l'unità del Pd".
L'onorevole Moretti non ha saltato un passaggio quando parla dell'importanza di dare un governo al Paese, anche se Bersani ha tentato di staccare i temi del Quirinale e di palazzo Chigi questi sono e rimangono intimamente connessi. "Il futuro presidente della repubblica avrà un settennato durissimo - spiega la deputata vicentina - complicato, con l'Italia in una grande crisi economica e sociale. Dovrà avere grande equilibrio, spessore e autorevolezza per restituire alla politica la fiducia dei cittadini. Noi abbiamo dato mandato a Bersani di individuare una figura che abbia la massima condivisione e intesa con tutte le forze politiche, un obiettivo che credo debba essere perseguito ancora oggi proprio per il difficile contesto che stiamo vivendo, gli sforzi devono andare verso questa direzione".
Le varie aree del partito stanno reclamando l'assemblea dei grandi elettori del pd, un'assise in cui confrontare la possibilità di continuare a votare Franco Marini o convergere su un altro nome. La volevano già per stasera, ma ci sarà domani, anche perché forse stasera si incontreranno i vertici del partito per esaminare i risultati di oggi e le varie possibilità , tra cui quella di altri candidati del calibro di D'Alema, Prodi, Mattarella o Cassese. "Il nostro è un partito che non ha paura del confronto o di manifestare dissenso - conclude Moretti - Ma questa classe politica ha a cuore il destino dell'Italia e quindi dobbiamo continuare sulla strada della massima condivisione".
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Attualmente sono un Prof. di chimica in pensione e ho capito che le primarie servono a dividere il partito e non apportano selezione di parlamentari affidabili, se la portavoce del segretatio Bersani vota contro le indicazioni del partito non è il caso che resti nel partito.
Viva il centralismo democratico, chi non è d'accordo con la linea della maggioranza o va via o va cacciata a pedate nel culo. Se ci fossero i militanti di una volta io sarei il primo che verrei a Roma per cacciarvi dal partito o con le buone o con le cattive, ad ogni costo.