Ora papa e presidente emeriti: ma Mattarella rimanga costituzionalista
Sabato 31 Gennaio 2015 alle 13:42 | 0 commenti
L'elezione di Sergio Mattarella con convergenze che vanno dalla sinistra di Sel fino al Nuovo Centro Destra ci porta a due riflessioni che proviamo a esprimere nel rumore delle centinaia che sentiremo oggi e nei prossimi giorni. Se le dimissioni di papa Ratzinger, nate in un clima confuso nel Vaticano hanno portato al soglio pontificio papa Francesco, l'obbligato e annunciato addio alla presidenza di Giorgio Napolitano, la cui elezione bis era invece nata dalla confusione del sistema Italia, ha spalancato le porte al neo presidente Sergio Mattarella.
Ma se papa Bergoglio, forte della sua sua specifica personalità , ama spesso confrontarsi con un papa emerito come Benedetto XVI, che ha scelto comunque la strada della preghiera e della riservatezza, la quasi centenaria attività politica di Giorgio Napolitano non sembra averne esaurito la voglia di protagonismo.
Dopo aver annunciato, ancor prima del suo ipotetico "ritorno a casa", la volontà di stare accanto al nuovo presidente, è stato molto, troppo attivo anche in questi giorni per favorire l'elezione di Sergio Mattarella l'ex leader del vetero Pci, passato dall'appoggio all'invasione russa all'Ungheria al suo convinto europeismo, dall'ostracismo alla questione morale di Enrico Berlinguer alle sue condanne del malaffare, dalle lodi della Costituzione repubblicana ad un eccessivo uso (abuso?) dei poteri che la Costituzione stessa gli aveva affidato, aiutato in ciò da un vuoto di potere in cui lui e Renzi hanno sguazzato.
Ora Mattarella, fratello di una vittima della mafia e nostro nuovo presidente, salutato positivamente anche da Beppe Grillo, ha una grande, doppia chance che è anche il suo doppio compito: favorire la ripartenza morale e politica del Paese, sulla quale si fonda ogni crescita anche economica, e riprendere, e riaffermare i valori della Costituzione riaffidando al Parlamento democratico e non alle decretazioni continue le decisioni basilari sul nostro futuro.
Un dato della sua ricca biografia, in cui emergono anche le sue dimissioni da ministro per motivi di coerenza col suo modo di pensare, ci dà fiducia: Sergio Mattarella è un Giudice della Corte Costituzionale, non un suo "cesellatore" come "re Giorgio", che speriamo dimostri di essere un degno presidente emerito dimenticando finalmente di identificare "casa sua" con i palazzi del potere.
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