"Operazione Testa di Serpente": abbattuta la "cupola" cinese del Nordest
Venerdi 15 Luglio 2011 alle 11:44 | 0 commenti
 
				
		Guardia di Finanza del Veneto - Immigrazione clandestina, frodi fiscali, falsi certificati e truffe ai danni dello Stato gestite da commercialisti asiatici con la complicità di imprenditori veneti: 3 arrestati e più di 1.100 ditte coinvolte in tutta Italia. Avviate le procedure per la chiusura di decine di bar e ristoranti (qui la photo gallery).
Si chiama "Testa di Serpente", come gli emissari della criminalità organizzata asiatica che si occupano di penetrare in un Paese straniero e, da lì, avviare e gestire nuovi traffici illeciti: è la maxi operazione sviluppata dalla Guardia di Finanza del Veneto con il coordinamento della Procura della Repubblica di Padova che, dalle prime luci dell'alba di ieri, sta smantellando un'estesa rete di imprenditori cinesi implicati a vario titolo nei reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, associazione a delinquere finalizzata alle frodi fiscali, sfruttamento di false certificazioni professionali e truffa ai danni dello Stato.
In Veneto, 3 persone ai vertici del sistema criminale sono state raggiunte da altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere e arrestate. Si tratta di 2 cinesi, un uomo e una donna, rispettivamente di 28 e 29 anni, e di un 63enne veneziano.
Allo stato, risultano coinvolte nell'inchiesta più di  1100 imprese e ditte individuali riconducibili a uomini d'affari del  Paese delle lanterne rosse e distribuite sull'intero territorio  nazionale. Sono oltre 1800 i militari, di 67 Reparti e a bordo di 750  mezzi, impegnati su 700 obiettivi. 
Perquisizioni personali e locali,  arresti, controlli, ispezioni e verifiche fiscali sono i provvedimenti  tesi a ricostruire le condotte illecite realizzate da strutture  societarie operanti alla stregua di vere e proprie "cabine di regia"  che, dietro il paravento di attività economiche lecite, favorivano  l'ingresso e la permanenza nel territorio nazionale di cittadini  extracomunitari, fornendo nel contempo agli stessi una giustificazione  alla loro presenza.
L'epicentro delle indagini è in un gruppo  societario di Padova, gestito da cittadini asiatici, tramite il quale  venivano poste in essere procedure fraudolente per consentire a  connazionali di ottenere indebitamente permessi  di soggiorno e/o  relativi rinnovi, di false abilitazioni professionali per la gestione di  esercizi atti alla somministrazione di alimenti e bevande, falsi  libretti formativi e dove la contabilità di centinaia di ditte veniva  gestita in modo da consentire frodi tributarie a danno dell'Erario. Due  soci, entrambi di etnia cinese, sono stati raggiunti da provvedimento  restrittivo della libertà personale e per loro si sono spalancate le  porte del carcere.
Uno dei due è stato fermato all'aeroporto di  Tessera mentre era in procinto di imbarcarsi  per la Cina. Previo  corrispettivo in denaro, facevano inoltre figurare come regolarmente  impiegati in mansioni di colf e badanti presso italiani compiacenti (10  denunciati a piede libero), migranti asiatici desiderosi di ottenere il  permesso di soggiorno e le relative, successive regolarizzazioni  annuali, in spregio a qualsiasi decreto ministeriale sulle cosiddette  "quote d'ingresso". Dal loro studio contabile, gli investigatori sono  risaliti, nel corso delle indagini, ad altri quattro studi  commercialistici, tra i quali: uno riconducibile anch'esso a soci  cinesi, con un portafoglio clienti per centinaia di unità, ed un altro  gestito da un professionista italiano. Gli studi professionali erano a  loro volta, legati a filo doppio col terzo arrestato, il 63enne titolare  di una società di servizi di Santa Maria di Sala, in provincia di  Venezia raggiunto dai finanzieri mentre si trovava in villeggiatura  nella sua casa in montagna in Trentino. A quest'ultimo ci si poteva  rivolgere per ottenere, a pagamento, i cosiddetti REC (certificati di  abilitazione alla gestione di bar e ristoranti) previsti dalla  legislazione regionale quale requisito necessario per somministrare in  forma di attività commerciale alimenti e bevande. Utilizzando un  certificato originale, la cui emissione è subordinata alla frequenza di  un corso di 120 ore, l'imprenditore veneziano scannerizzava il documento  e lo compilava con i dati dell'interessato, che poteva così  intraprendere l'attività lavorativa senza perdere tempo in pastoie  burocratiche e/o percorsi formativi lunghi settimane. Un commercialista  italiano e due sue impiegate sono invece stati denunciati a piede  libero. Costoro, assieme al terzetto finito dietro le sbarre, possono  essere definiti come leve ed ingranaggi di un meccanismo di precisione  assolutamente funzionale e redditizio, in cui la falsificazione e il  commercio di documenti fasulli erano il core-business ed avevano assunto  i contorni dell'attività organizzata su scala industriale. Le copie dei  REC erano, infatti, di altissima qualità, indistinguibili dagli  originali se non previa, accurata analisi. Il commercio illegale,  diffuso su tutto il territorio nazionale, fruttava mensilmente ai suoi  artefici decine di migliaia di euro, se si pensa che un solo certificato  poteva arrivare a costare all'utilizzatore finale 1.800 euro. Sono già  una cinquantina i bar e ristoranti del solo Triveneto presso cui sono  stati rinvenuti dai finanzieri REC falsi. Nei confronti di tali esercizi  pubblici sono state avviate le procedure per la chiusura. L'attività  investigativa è stata  supportata anche dal Servizio Centrale di  Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza;  in particolare grazie al software MOLECOLA, strumento di analisi  operativa ideato dallo S.C.I.C.O. e dalla Procura Nazionale Antimafia  per individuare ed aggredire i patrimoni illecitamente accumulati dalla  criminalità, sono state messe "sotto lente" le imprese gestite da  cittadini cinesi caratterizzate da rilevanti indici di incoerenza  patrimoniale ed evidenziate, al contempo, le posizioni di molti soggetti  che avevano già manifestato spiccata intraprendenza criminale.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.
 
  
		
		
	 
				     
				     
				     
				    