Operazione Boutique con genitori: 100 kg di droga, arrestati 13 stranieri e 2 italiani
Sabato 9 Aprile 2011 alle 13:12 | 0 commenti
Guardia di Finanza -  Sgominato, anche grazie ai genitori di giovanissimi consumatori minorenni, un sodalizio criminale di spacciatori di droga. Arrestati 13 stranieri clandestini (marocchini e ghanesi) e 2 italiani, alcuni pluripregiudicati. Oltre 31 gli indagati in una maxi-operazione antidroga conclusasi nella nottata per smantellare un'organizzazione di spacciatori per un traffico di droga accertato per oltre 100 kg (foto d'archivio).
Oltre agli arresti, sono state effettuate 26 perquisizioni nelle province di Vicenza, Verona, Padova, Firenze, Bari e Torino, con l'impiego di circa 80 finanzieri e di unità cinofile.
Monitorati nel corso dell'indagine oltre 2000 episodi di spaccio, spesso a giovanissimi consumatori.
Prezioso il contributo all'indagine di molti genitori di questi.
A coronamento di una complessa attività investigativa coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza, dott.ssa Claudia Dal Martello, denominata "BOUTIQUE", i militari della Sezione Mobile del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vicenza hanno smascherato un sodalizio criminale di soggetti, di nazionalità marocchina, ghanese ed italiana, dediti allo spaccio, in vari Comuni del vicentino e del veronese, di svariate tipologie di stupefacente (eroina, cocaina, hashish e marijuana), operanti nella zona del basso vicentino e del veronese.
Nel corso delle giornate di ieri ed oggi, oltre 80 finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza, con l'ausilio di diverse unità cinofile e del contributo di colleghi di altri Reparti, sono stati impegnati, nelle province di Vicenza, Verona, Padova, Bari, Torino e Firenze, nell'esecuzione di 26 perquisizioni e 15 ordinanze di custodia cautelare, di cui 14 in carcere ed una ai domiciliari, disposte dal G.I.P. di Vicenza - dott.ssa Agatella Giuffrida: 13 provvedimenti sono stati già eseguiti.
Le attività odierne si collocano in un contesto più ampio, inserito nell'ambito di un medesimo filone investigativo, nel cui alveo, allo stato, sono già state arrestate, nei mesi scorsi, 16 persone: 8 in flagranza di reato ed ulteriori 8 destinatarie di misure cautelari emesse dal Tribunale di Verona e dalla Procura Distrettuale di Torino; 31 sono i soggetti complessivamente indagati, in relazione a 2.163 episodi di spaccio di stupefacente monitorati nel 2010, per un traffico di oltre 100 chilogrammi di eroina, cocaina, hashish e marijuana.
Sequestrati oltre 2,5 kg. tra eroina, hashish, cocaina e marijuana (il nome "Boutique deriva proprio dalla varietà delle droghe compravendute) e segnalati alle competenti Prefetture e Motorizzazione Civile di Vicenza e Verona, quali consumatori di sostanze stupefacenti, 87 soggetti, taluni anche minorenni.
L'attività di indagine, durata oltre un anno, ha preso lo spunto proprio dall'escussione in atti di alcuni consumatori, molto giovani: in quella sede, taluni genitori, chiamati ad assistere alla verbalizzazione dei figli minorenni, hanno appreso dell'assunzione di droghe da parte di questi ultimi. Dopo gli iniziali, comprensibili momenti di disagio e, in alcuni casi, di incredulità , i genitori hanno cominciato a monitorare meglio i figli, in ciò orientati dagli stessi finanzieri, per verificare se l'abitudine al consumo delle droghe proseguisse.
Orbene, proprio dalla vigile attività di controllo degli stessi genitori, che sono riusciti a meglio circoscrivere le abitudini e le compagnie dei figli, sono emersi elementi di rilevante utilità investigativa, che, partecipati agli inquirenti, sono stati da questi sviluppati, anche mediante l'ausilio di indagini tecniche.
E' così stato possibile rilevare che tanti giovanissimi si rifornivano, direttamente o meno, da spacciatori italiani ma, per lo più, extracomunitari, sprovvisti di permesso di soggiorno e senza alcuna attività lavorativa, che facevano largo uso di una moltitudine di utenze mobili fittiziamente intestate a nomi di fantasia o a persone inconsapevoli.
Le intercettazioni hanno fugato tutti i possibili, residui dubbi: il riferimento costante ai termini "Paese, Ragazzo, Vicino di casa, Caffè, Panino" per indicare l'hashish ovvero a parole quali "Ragazza, Mano, Colazione, Birra", "Ciabatta", "Sandalo", "Coscia di pollo", per indicare la cocaina e/o l'eroina, hanno subito reso chiaro il contesto e reso possibile un'attività di pedinamento ed appostamento, che forniva ulteriori riscontri.
Ciò che ha destato massimo allarme è rappresentato dal "ritorno", prepotente, del consumo di eroina da parte dei più giovani, in quanto stupefacente più a buon mercato rispetto ad un tempo, nonostante sia, come noto, massimamente pericoloso.
Parimenti preoccupante è stata la spregiudicatezza di alcuni soggetti oggi tratti in arresto, i quali, non più di due anni fa, erano già stati raggiunti, anche per due volte, da analoghe ordinanze di custodia cautelare: in libertà , evidentemente, hanno continuato a delinquere ancor più di prima, non avendo avuto, la pena scontata, alcun effetto "rieducativo".
Peraltro, molti degli indagati avevano precedenti penali per vari reati, oltre allo spaccio di droga (violenza sessuale aggravata, rapina, resistenza a pubblico ufficiale, minacce, illecita detenzione di armi, ricettazione): due di essi, peraltro, si trovavano già detenuti presso le case circondariali di Firenze (per furto) e Vicenza (per traffico di sostanze stupefacenti) mentre un altro è stato raggiunto dal provvedimento restrittivo della libertà presso il Centro di identificazione ed espulsione di Torino, ove era stato accompagnato lo scorso gennaio.
Sono in corso accertamenti finalizzati a recuperare a tassazione, quali redditi da attività illecita, i proventi derivanti dall'illecito traffico.
L'attività in esame si colloca in un più vasto ambito investigativo (rientrante nell'operazione "BOUTIQUE") che, tra l'altro, nel mese di dicembre 2010, aveva portato a rilevare come due giovanissime donne straniere fossero state acquistate per 10.000 euro da un soggetto albanese che le aveva portate in Italia con l'inganno, cioè con il miraggio di un lavoro regolare. Giunte nel nostro Paese, le due giovani donne risultavano, dalle conversazioni intercettate, essere state segregate, separatamente, in Piemonte, in due distinti appartamenti di Alessandria, per poi essere entrambe indotte, con violenza, alla prostituzione. Dalle intercettazioni emergeva, peraltro, il fatto che una di queste ragazze fosse in procinto di essere "rivenduta" ad un soggetto extracomunitario residente a Lonigo (VI), per poi costringerla a prostituirsi nel territorio berico.
La successiva e conseguente attività di p.g. effettuata ad Alessandria permetteva di liberare le due diciottenni rumene, individuare i responsabili, arrestandone in prima battuta 4 in flagranza di reato per sequestro di persona, oltre che per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione nonché di denunciare un'ulteriore donna rumena.
Nei giorni successivi, la Procura Distrettuale Antimafia di Torino, convalidava gli arresti emettendo, altresì, nr. 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere.
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