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O.N.U, la "Messalina" dei paesi arabi: tra i membri dell'UN Women l'Arabia Saudita che nel "Consiglio delle giovani" non mostra donne

Di Paola Farina Mercoledi 3 Maggio 2017 alle 15:26 | 0 commenti

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Nel 2016 l'O.N.U. ha avuto la brillante idea di inserire l'Iran - uno dei paesi più ginecofobo - del mondo nel comitato esecutivo dell'UN Women, l'organismo delle Nazioni Unite deputato a tutelare l'uguaglianza del sesso femminile. Probabilmente il silenzio politico internazionale, nel corso degli anni, ha fortificato l'O.N.U., autorizzandolo a deragliare sempre di più. Secondo alcune fonti, tra le quali UN Watch, qualche giorno fa l'Arabia Saudita è stata eletta membro dell'UN Commission on the Status of Women, per il periodo che va dal 2018 al 2022. A votare l'Arabia Saudita con Iraq, Repubblica di Corea, Giappone, Turkistan (video nomination) nella stessa Commissione, sarebbero stati anche Belgio, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo, Svezia e Regno Unito ai quali si sono uniti gli Stati Uniti oltre naturalmente a diversi Stati arabi.

Il condizionale è d'obbligo perché la nomina è avvenuta a votazione segreta e anche questo è molto poco ortodosso, secondo Hiller Neuger, rispettabile fonte e Direttore di UN Watch, che si è detto sconcertato per questa decisione.
Il 2016 è stato un anno deleterio per le scelte dell'O.N.U. tanto è vero che le dittature di Arabia Saudita, Cina, Cuba ed Egitto, Stati tra i peggiori violatori dei Diritti Umani al mondo, sono entrate in posizioni chiave al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Non conosco lo stile di vita delle donne in Turkistan, non avendo avuto esperienze dirette e in Iraq, che una volta conoscevo, ora è stata smarrita ogni identità umana, ma so bene quale sia la condizione delle donne in Arabia Saudita; dove si è costretti dire che le donne hanno pochi diritti, di fatto non hanno proprio diritti. Senza entrare nel merito della statistica secondo il World Economic Forum's Gender Gap Rating, in altre parole pari opportunità, le cui chiavi di lettura sono molto complesse, la condizione femminile nel regno wahabita è probabilmente una delle peggiori, se non la peggiore in assoluto, al mondo. A marzo ha lanciato "Il Consiglio delle Giovani" (difficile la traslitterazione ed interpretazione), nella foto si vedono tredici uomini e zero donne, ma il Governo di Ryad ha precisato che le donne erano invitate, ma obbligate a sedersi in una sala separata, ingabbiate, in altre parole. Ora la Nazione che più di ogni altra discrimina le donne viene incaricata dall'Onu di tutelarle. Le donne in Arabia Saudita non hanno ancora il diritto di possedere un loro passaporto, anche se si parla del 2017 come anno in cui le donne saudite potranno realizzare questo sogno...ma è un'ipotesi, non una legge della quale bisognerà vederne le articolazioni. Il suo ingresso alla Commissione per i Diritti Umani deve portare a una riflessione, ma come può l'O.N.U. per decidere per il mondo?
Ai vertici, dallo scorso anno, nel Comitato contro la sottomissione dei popoli (Committee Against Subjugation of Peoples), siedono anche paesi come il Venezuela e la Siria, il cui dittatore siriano Bashar al-Assad, non mi sembra un profonditore di pace e giustizia. Perché il mondo si scandalizza ora, dopo cinque anni di feroce guerra civile e Bashar al-Assad mantiene la sua solida posizione nella Commissione? Il Papa può parlare di pace quanto vuole all'O.N.U. e ovunque ma non mi sembra che i suoi appelli siano tanto ascoltati, nella pratica hanno meno valenza di quella di un anchorman e spesso la sua parola è iniqua. Nel novembre del 2016 in una sola giornata, le commissioni dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite hanno adottato 10 risoluzioni contro Israele, l'unica società aperta del Medio Oriente, una contro la Siria, una contro la Corea del Nord e una contro la Crimea.
Alla luce di quanto sopra mi domando se i nostri rappresentanti politici nazionali, europei e internazionali (insomma tutti quelli che dovrebbero rappresentarci nel mondo ed essere il nostro punto di riferimento) sono a conoscenza di quello che succede "nei porcili di vetro", di certo ogni comune cittadino deve capire che essere rappresentati da ignoranti ai vertici O.N.U. & C. e ai massimi livelli politici in generale, da uomini e donne totalmente privi di una cultura geopolitica è come mettere le foche a guardia di un allevamento di pesci!

Leggi tutti gli articoli su: Onu, Il Consiglio delle Giovani, UN Women

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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