On va où? Where do we go? Dove andiamo?
Sabato 6 Ottobre 2012 alle 11:19 | 0 commenti
Riceviamo da Adriano Verlato e pubblichiamo
Accettare che anche altri nel Pd gli contendessero la carica di candidato alla presidenza del Consiglio è cosa ben fatta, ma non è da sottovalutare la classe di Bersani nell'aver deciso autonomamente, contro quello che prevede lo Statuto, che sia cioè il segretario del partito ad essere il candidato in pectore. Ora la segreteria ha deciso le regole di partecipazione che prevedono l'iscrizione ad un albo degli elettori, il doppio turno e la possibilità di votare al ballottaggio solo per quelli che lo hanno fatto al primo turno.
Qui, le truppe renziane si sono subito attivate con grandi lai e proteste proclamando la non democraticità delle decisioni che dovranno, comunque , essere ratificate dal Consiglio nazionale. A questo proposito vorrei contribuire con alcune precisazioni. L'albo degli elettori, che consente non vi siano infiltrazioni nemiche, era già previsto una decina di anni fa dalla mia associazione "Cittadini per l'Ulivo" che aveva sottoposto anche ai partiti un regolamento completo sulle primarie. Non è, quindi vero, che l'idea sia di Bersani per nuocere a Renzi. In quanto poi al ballottaggio, rebus sic stantibus, mi sembra una decisione indispensabile. Con tanti candidati ci sarà un frazionamento di voti piuttosto corposo e se poi, in secondo turno, non vi fosse una polarizzazione su due soli concorrenti, potremmo avere un candidato presidente del Consiglio con un numero di voti non all'altezza dell'importanza della scelta. Anche la decisione di far votare al ballottaggio solo quelli che hanno votato in prima battuta, sembra a me corretta. Non si vede come chi non ha partecipato al primo turno, quando esiste una precisa preferenza , entri in gioco nel secondo tempo quando si decide per la scelta definitiva. Dov'è la ratio?
Vorrei anche ricordare che alle primarie a Firenze, con Renzi partecipante, c'è stato un secondo turno di voto. Non servono credo, altri commenti.
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